patrizia cocco

SE L’EUTANASIA SI TRASFORMA IN UN PARTY – MARIO GIORDANO:"E' IMPRESSIONANTE IL CORO DI ENTUSIASMO PER LA MALATA DI SLA CHE HA CHIESTO DI STACCARE LA SPINA. L'EUTANASIA E' DIVENTATA UNA FESTA CHE FA MOLTO CHIC..." - INTANTO UN PADRE OTTIENE IL RISARCIMENTO PER LA NASCITA DELLA FIGLIA NON VOLUTA…

Mario Giordano per la Verità

patrizia cocco

 

Festa grossa, è morta una donna. È impressionante il coro di entusiasmo con cui i giornali hanno accolto il decesso di Patrizia Cocco, la quarantanovenne di Nuoro, malata di Sla, che ha chiesto di staccare le macchine in base alla nuova legge sul biotestamento. Nei titoli è tutto un rincorrersi di «la prima volta», «il primo caso», «la prima morte», come se fosse una corsa al record, materia da Guinness dei Primati. Evviva: una è stata fatta fuori, adesso sotto chi tocca.

 

Per fortuna, ci informano le cronache, c' è «un boom di richieste», «più di 1.000 arrivate in tutta Italia». E i giornali riportano il dato con tono giubilante, euforico, roba da baldoria, frizzi e lazzi come a San Silvestro, lustrini e fuochi d' artificio per celebrare come si conviene il Capodanno del Decesso. Che bello, ci sono 1.000 persone che chiedono di morire: potevamo essere più fortunati di così?

MARIO GIORDANO

 

Dentro le cronache dei giornali, la morte diventa desiderabile come poche altre cose al mondo. Il sorriso di Patrizia, il suo cappellino con la veletta, l' elegante abito nero, la mamma che le dice «Ora vai amore mio»: quello che fino a prova contraria resta un avvenimento piuttosto luttuoso, come il trapasso, si trasforma sulla via dell' eutanasia in una specie di Thanatos Party, evento mondano che quest' anno fa molto chic. Avete il vestito giusto da mettervi?

 

PATRIZIA COCCO

Persino Avvenire, il quotidiano dei vescovi, festeggia in prima pagina la Prima morte col biotestamento: «La nuova norma permette ai medici di dare esecuzione alla volontà del paziente senza doversi rivolgere al giudice». Non è una grande conquista? Si muore più in fretta, si muore prima. «Il funerale è già stato celebrato», avanti con il prossimo drink. Se, per dire, Patrizia Cocco fosse guarita, qualcuno l' avrebbe mai festeggiata così? No, certo. E quindi è chiaro: non conviene vivere.

 

Conviene morire. Al giorno d' oggi è più trendy, non c' è dubbio: bisogna partecipare al Gran Premio del Funerale. Vince chi arriva primo in bara, senza perdere tempo con i giudici o altre menate.

Tra un po', magari, senza neanche perdere troppo tempo con le cure, con quel che costano. «Il funerale è già stato celebrato», avanti con la festa. Patrizia «ha conquistato un primato», come ci tiene a sottolineare il Corriere della Sera in versione Guinness Mortifero.

 

PATRIZIA COCCO 1

Però non disperate: se vi applicate, potete cercare anche voi il vostro primato di morte. C' è sempre tempo per defungere a favor di cronaca. Che fa sempre molto chic.

Se poi proprio non ve la sentite di morire in fretta, ebbene: allora provate almeno a non nascere. Anche quello, si sa, di questi tempi è piuttosto sconveniente.

 

Non solo perché sempre meno famiglie mettono al mondo bebè, non solo perché molti bebè sono abortiti nella pancia della loro mamma, non solo perché quelli che vengono al mondo non sono per nulla sostenuti dallo Stato che preferisce aiutare torme di clandestini, ma anche perché se poi uno, nonostante tutto, ostinatamente, s' incaponisce e viene al mondo lo stesso, ecco che potrebbe trovarsi nella triste condizione di vedere il papà che chiede il risarcimento. Proprio così: papà che chiede il risarcimento perché suo figlio è nato. Ed è pure nato vivo, pensate un po' che affronto. Ma non lo capisci, figlio mio, che al giorno d' oggi se proprio vuoi nascere come minimo devi nascere morto?

 

Non crediate che sia uno scherzo: è successo davvero.

MALATA SLA

Un padre di Alessandria, infatti, ha ottenuto dalla Cassazione il diritto a essere risarcito per la nascita della figlia non desiderata. Lui e la moglie volevano l' aborto, ma il raschiamento non andò a buon fine: la mamma è stata subito ricompensata con 125.000 euro dall' ospedale, il papà invece ha dovuto fare una lunga battaglia giudiziaria, che ora si è finalmente conclusa con questa meravigliosa sentenza definitiva. E così adesso il genitore potrà finalmente annunciare alla bimba, ormai piuttosto grandicella: «Figlia mia, lo vedi? Papà è stato risarcito per la tua nascita».

 

Non c' è forse da esserne fieri? E pensare che una volta, quando ancora amavamo la vita, la nascita si chiamava «lieto evento».

 

Che bizzarria. Adesso, per fortuna, abbiamo sposato il progresso e i cosiddetti diritti civili. E così riusciamo a essere davvero lieti solo quando c' è da festeggiare una morte.

 

Patrizia CoccoPatrizia Cocco

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