boda boschi

GIOVANNA BODA, INDAGATA PER CORRUZIONE, ERA CANDIDATA A DIVENTARE MINISTRO DELL'ISTRUZIONE CON L'APPOGGIO DEL QUIRINALE E DI MARIA ELENA BOSCHI, ALLA CUI COGNATA STAVA CERCANDO UN POSTO DI LAVORO - “LA VERITÀ”: “QUALCUNO AI VERTICI DELLA PROCURA O DELLA FINANZA HA AVVERTITO CHI DI DOVERE CHE QUALCUNO STAVA CANDIDANDO A MINISTRO UN'INDAGATA PER CORRUZIONE, INTERCETTATA E A RISCHIO DI ARRESTO? FONTI SMENTISCONO QUESTA SECONDA IPOTESI. LA VICENDA DIFFICILMENTE SARÀ CHIARITA, ANCHE PERCHÉ SU DI ESSA È CALATO IL SILENZIO…”

Giovanna Boda

Giacomo Amadori per “la Verità”

 

Un mese fa, davanti al giudice delle indagini preliminari Annalisa Marzano, l'imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco ha svelato agli inquirenti un segreto di Pulcinella, dal momento che i magistrati lo avevano già scoperto grazie alle intercettazioni telefoniche. Quel segreto era che l'amica e coindagata Giovanna Boda, ex capo dipartimento del Miur in aspettativa (è ancora dipendente di Viale Trastevere in veste di dirigente), era (o si era?) candidata a diventare ministro dell'Istruzione con l'appoggio del Quirinale e di Maria Elena Boschi.

 

maria elena boschi

Alla cui cognata, come abbiamo scritto ieri, il 6 aprile scorso stava cercando di trovare un posto di lavoro.Il 13 settembre Castelbianco ha dichiarato, riguardo al desiderio espresso la scorsa primavera dalla Boda di lasciare il posto di lavoro per prendersi un anno sabbatico: «Stava male, stava male perché tutti la pigiavano, era stata candidata a diventare ministro della Pubblica istruzione al posto dell'ultimo ministro, tutti pigiavano su di lei, questa è la realtà».

 

ARRESTO DI FEDERICO BIANCHI DI CASTELBIANCO

A febbraio, il nome della Boda aveva iniziato a circolare nel toto-ministri, come tecnico. E per raggiungere l'obiettivo l'indagata poteva contare sull'immagine di icona della legalità e di paladina degli ultimi che si era costruita con le sue iniziative al Miur contro la mafia e a favore degli studenti in difficoltà. Un'attività grazie alla quale aveva costruito una rete di relazioni che andavano dal Vaticano alla comunità ebraica, dal mondo della magistratura a quello della scuola, a cui si aggiungeva la benedizione dei campioni della antimafia. Della trattativa per farla ministro è rimasta traccia in una delle intercettazioni depositate agli atti dalla Procura di Roma.

 

Giovanna Boda

È datata 11 febbraio 2021, due giorni prima che il governo Draghi giurasse davanti al presidente Sergio Mattarella. Insomma eravamo alle battute finali per la formazione del nuovo gabinetto. Quelle sono le ore del dentro o fuori. E uno degli sponsor più forti della Boda sarebbe stata Maria Elena Boschi, con cui la dirigente aveva lavorato gomito a gomito al dipartimento della Pari opportunità a Palazzo Chigi.

 

L'11 febbraio alle 19,21 Anna Rosa Rotondi (stretta collaboratrice della Boda a libro paga delle società di Castelbianco, ndr) chiama Valentina Franco, la segretaria indagata nell'inchiesta insieme con la Boda e Castelbianco. La Rotondi «racconta alla Franco di essere stata appena contattata da Maria Elena ("verosimilmente la Boschi" scrivono gli investigatori, ndr), la quale le ha detto che quella proposta è un'idea fantastica e che avrebbe fatto una serie di telefonate».

 

federico bianchi di castelbianco 1

Non è chiaro da chi provenga la «proposta» e se, quindi, la sera dell'11 febbraio la nomina fosse a buon punto. Ma la Rotondi continua dicendo che, «in seguito a quanto detto da Maria Elena, ha chiamato Marco (un consigliere del gruppo, ndr) per chiedergli come si sarebbe dovuta comportare e gli ha detto che ritiene che adesso debba informare Giovanna ("verosimilmente la Boda", ndr)».

 

La Rotondi spiega anche di «aver bluffato oggi dicendo che Giovanna fosse all'oscuro di tutto e che si trovava lì davanti quando Fioroni ha chiamato la Boda». Giuseppe Fioroni è stato ministro dell'Istruzione nel secondo governo Prodi ed è molto legato alla Boda. Ma anche a Mattarella. Nel gennaio 2015 ha lanciato la sua candidatura al Quirinale e ha tessuto la trattativa tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e le altre componenti del Partito democratico e della maggioranza di governo.

 

maria elena boschi

La Rotondi riferisce che «Marco ha acconsentito aggiungendo che "se Maria Elena ha detto di sì, lei adesso gli preparerà il terreno politico... la cosa da fare è Mattarella"».In quel momento la Boda o i suoi sponsor cercavano una sponda al Quirinale. Con cui la donna aveva un rapporto diretto. Sia con il presidente che con alcuni suoi stretti consiglieri, in particolare con Simone Guerrini, direttore dell'ufficio di segreteria del capo dello Stato, con il quale organizzava eventi come l'inaugurazione dell'anno scolastico a cui partecipava Mattarella o i viaggi della memoria ad Auschwitz con i sopravvissuti della comunità ebraica.

 

federico bianchi di castelbianco

Con il Colle la Boda aveva preparato anche la mostra sulle leggi razziali. Ieri, però, dall'ufficio stampa del Quirinale ci hanno fatto sapere che «il nome della Boda come possibile ministro non è mai stato discusso nei colloqui con il presidente del Consiglio incaricato nella fase della formazione del governo, né nessuno ne ha mai fatto cenno al presidente Mattarella». Ma continuiamo a leggere l'intercettazione.

 

Giovanna Boda

La Rotondi dice che il giorno successivo, il 12 febbraio, avrebbe chiamato «la Prof per dirle che deve immediatamente contattare Mattarella».Nella telefonata gli interlocutori non indicano l'identità della «professoressa» in grado di interloquire con il Quirinale. Nella trascrizione la Franco invita la collega, prima di prendere iniziative, a sentire Giovanna, «la quale però, a dire della Rotondi, risulta irreperibile» e confida, inoltre, «di essere ansiosa rispetto a questa situazione e che Giovanna le sta facendo la lista della gente da contattare, tra cui anche persone legate al Papa».

 

La Rotondi conclude la chiamata dicendo che aspetta la chiamata della Boda su Whatsapp.Forse si era mosso qualcosa già un mese prima, in piena crisi di governo. Allora i finanzieri intercettarono la Boda al telefono con la madre Concetta Palazzetti, ex sindaco Pd di Casale Monferrato (Alessandria), città d'origine della famiglia. Nell'occasione la Boda confida: «Ho visto Maria Elena poi quando ci vediamo ti racconto». In sostanza avrebbe discusso con l'ex ministra di un argomento da trattare a quattr' occhi.Alla fine, però, la nomina non è stata fatta.

sergio mattarella con federico bianchi di castelbianco

 

È vero quanto affermato da Castelbianco e cioè che la Boda era stata pressata per fare il ministro, oppure era stata lei a candidarsi inutilmente, muovendo tutte le pedine a sua disposizione, dalla politica al Vaticano? O ancora: qualcuno ai vertici della Procura o della Guardia di finanza ha avvertito chi di dovere che qualcuno stava candidando a ministro un'indagata per corruzione, intercettata e a rischio di arresto? Fonti vicini agli inquirenti oltre che al Colle smentiscono questa seconda ipotesi. La vicenda difficilmente sarà chiarita, anche perché su di essa è calato il silenzio, con l'ausilio del fatto che diverse intercettazioni sul caso non sono state ritenute rilevanti e per questo non sono state depositate.

giovanna boda giovanna boda 2

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...