GIÙ LA MASCHERA - JIM CARREY TORNA AL CINEMA CON "DARK CRIMES" DOPO AVER PASSATO UN LUNGO PERIODO A GIOCARE CON IL PENNELLO (A DIPINGERE): “FARE L' ATTORE È UN GIOCO PERICOLOSO E INGANNEVOLE, VIVI ALTRE VITE, PERDI LA TUA” – “ORA SONO UN INDIVIDUO LIBERO CHE NON CREDE PIU' ALLA FAMA CHE HOLLYWOOD TI REGALA E TI TOGLIE, CON LA STESSA FORZA, SEMPRE IN NOME DEL MERCATO"
Giovanna Grassi per il "www.corriere.it"
«Finalmente sono solo e soltanto Jim Carrey. Non più ho maschere. Sono così anche sui social dove non mi presento come attore, ma come scultore e pittore. Basta anche con i ritratti dell' anima torturata di un uomo che voleva andare contro una certa Hollywood serializzata.
Poi, ovviamente, recito perché bisogna lavorare e sono abbastanza contento della serie televisiva Kidding e di dare il mio contributo al film d' animazione Sonic the Hedgehog, ma soprattutto sono soddisfatto del mio onesto poliziotto nel thriller Dark Crimes», dice d'un fiato Jim Carrey, capelli brizzolati, come la barba, e occhi sempre e ancora da ragazzo impunito.
Il film uscirà a settembre in Italia per Leone Film, e lascerà stupiti tutti quelli che ricordano il commediante di Ace Ventura - L' acchiappafantasmi perché il poliziotto onesto di Dark Crimes è un uomo sicuro, determinato a fare giustizia sui crimini oscuri avvenuti nel club The Cage. «Girare in Polonia - racconta Carrey - è stata un' esperienza affascinante: non tutto il mondo è globalizzato. In quel Paese ci sono ancora atmosfere autentiche e persone non ossessionate dall' idea di possedere qualcosa, tanto o poco».
Appare impegnatissimo con la serie dei suoi quadri e cartoons anche molto politici, e che mettono spesso in caricatura il presidente Trump «e i suoi supporter», così li definisce con algida ironia l' attore. «Questi miei disegni riproducono gli squilibri che vedo e tante bruttezze che ci circondano» conclude e liquida il discorso Jim, osservando che è un suo diritto come comedian dileggiare chi gli pare. Aggiunge: «È stato Ionesco a insegnarmi la libertà della satira, l' arte di saper far ridere anche del mondo».
Diventa serissimo parlando di Dark Crimes, basato su un articolo di Davi Grann (giornalista del New Yorker) su fatti realmente accaduti: «Mi ha affascinato il copione di questo detective drama che scava nelle ossessioni di chi frequenta un club dove si consuma sesso.
Oggi come attore non mi interessa il successo, ma la scelta di storie che mi coinvolgono come essere umano e come cittadino di questo mondo confuso nel quale siamo tutti immersi con intorno una ragnatela di relazioni problematiche. In merito alla serie televisiva, spero faccia pensare tante famiglie alla vita disfunzionale che molti conducono e che non rappresenti l' oppio somministrato da innumerevoli telenovela».
Oggi l' attore non ha più nulla della superstar di un tempo e dice che i divi oggi non esistono più «perché tutto si consuma in fretta e non riusciamo più a sentire la malinconia del grande Charlie Chaplin».
Ma perché a un certo punto un attore di successo come Carrey volta le spalle a tutto, si dedica alla pittura e alla scultura e cerca altre strade per esprimersi? «Perché sentivo l'esigenza di trovarmi. E trasformare la materia, le pietre, i pezzi di marmo che scelgo nel parco del mio ranch a Los Angeles, a volte mi rende felice. Sì, la creazione solitaria è stata utile.
Fare l'attore è un gioco pericoloso e ingannevole, vivi altre vite, perdi la tua. Il distacco mi è servito a crescere come persona e anche come interprete. La fama - prosegue l' attore - ti toglie molte consapevolezze, ti avvolge in una nebbia. Ho fatto mio nella sua interiorità il poliziotto onesto della Polonia, in passato spesso erano i miei personaggi a impadronirsi della mia vita più vera.
Adesso posso anche recitare nel film di uno studio in mano alle multinazionali, come lo è ad esempio l'opera che ho appena terminato a Vancouver, Sonic the Hedgehog. Però adesso sono un individuo libero, che non crede più alla fama che Hollywood ti regala e ti toglie, con la stessa forza, sempre in nome del mercato».
E oltre all' arte, Carrey si sta dedicando anche alla letteratura: «Sto scrivendo un libro che affronterà sostanzialmente parte della mia vita sin da quando, ragazzo, vedevo soffrire mia madre per la sua dipendenza dai medicinali, lei vissuta accanto a genitori alcolizzati. Oggi tante dipendenze si scelgono e per questo non si possono nemmeno definire v
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