OLTRE AL DANNO, LA BEFFA - GLI ALBERGATORI BRESCIANI CHE OSPITANO I PROFUGHI NON PRENDONO UN EURO DAL GOVERNO DA QUATTRO MESI, IN COMPENSO INCASSANO CENTINAIA DI RECENSIONI NEGATIVE SU “TRIPADVISOR”
Giuseppe Spatola per “Libero Quotidiano”
Lo Stato, o meglio, il governo non salda i conti da quattro mesi, lasciando scoperti per oltre un milione di euro gli albergatori bresciani che ospitano i profughi, ed ora pure Tripadvisor boccia la convivenza tra i clienti delle strutture e gli immigrati.
In pochi mesi tutti gli alberghi trasformati in centri di smistamento profughi hanno collezionato centinaia di recensioni negative, tenendo a distanza i possibili clienti paganti che con i richiedenti asilo non vogliono avere nulla da spartire.
Ma guai, però, a parlare di razzismo: Tripadvisor infatti raccoglie solo recensioni lasciando commenti politici e altro fuori dal web. Se ne sono accorti a Toscolano (nel Bresciano), dove dall' albergo Tre Lampioni un cliente rimasto basito «dal tanfo dei corridoi» ha scritto che gli hotel usati come centri di accoglienza «dovrebbero essere segnalati in una lista nazionale». Così gli stessi proprietari hanno confermato che, con gli immigrati in stanza, gli italiani piano piano sono spariti: «I clienti italiani si lamentavano, i richiedenti asilo non disturbavano nessuno ma ora qui sono rimasti solo loro».
Ancora più ficcanti le recensioni lasciate sulla bacheca del Nigahotel di Azzano. Qui l' ultimo recensore sottolinea come la struttura sia «un hotel decrepito adibito a centro d' accoglienza». Tutto questo con una media dell' hotel su Booking che è ancora molto positiva (8,1). E alla reception dell' hotel che un tempo vedeva sfilare manager in carriera e imprenditori confermano come molti clienti «sembrano essersi nebulizzati». Racconta Aldo Nicoli, imprenditore che ospita 80 profughi tra Lonato, Gambara e Montichiari: «Abbiamo dovuto chiudere il ristorante dell' Alligalli di Lonato perché la voce sui migranti si è sparsa e non veniva più nessuno».
Voci che tra gli argonauti di Tripadvisor sono lapalissiane: «Alla larga dal ristorante-albergo, ospitano clandestini». Non solo. Per un albergo della periferia di Brescia si è andati ancora più piatti. «L' accoglienza è affidata a un groppuscolo di immigrati che gioca a carte - si legge nella prima di una serie di recensioni non certo positive -.
Le camere confinano con quelle lasciate in balia dei profughi con tanfi nauseabondi acuiti dal caldo e dalla mancanza di un adeguato sistema di condizionamento. La colazione meglio farla in un bar qualunque per evitare di dover sgomitare con qualche richiedente per un cornetto e il caffè». Intanto, mentre il centro di Bresso nel Milanese scoppia, le Province non ce la fanno più e i sistemi finora adottati per l' emergenza, compresi gli hotel, sono divenuti insufficienti.
Lo hanno sottolineato al tavolo della prefettura di Milano dove i rappresentanti del governo da settimane cercano di trovare una quadra a una situazione che diventa sempre più di vera emergenza per i territori. È stato lo stesso prefetto bresciano Valerio Valenti a confermare la preoccupazione: «La situazione è già serissima e preoccupa il trend inarrestabile». Gli arrivi a Brescia sono ormai quotidiani, lunedì 28, ieri 14, a superare i 1.100, mentre a Bresso (campo gestito dalla Croce Rossa) sono vicini ai 300.
Se ne sono sbarcati 4mila nelle scorse ore, 400 spettano alla Lombardia. «Finora il modello Brescia ha funzionato, senza conflitti particolari e senza sovraccaricare oltre il limite il capoluogo», ma ora il prefetto fa intuire che oltre agli alberghi bisognerà trovare altre soluzioni.