“DIETRO LE PROTESTE DI HONG KONG CI SONO GLI STATI UNITI” – LI JUNHUA, NEO AMBASCIATORE CINESE A ROMA, SCOCCA IL DARDO CONTRO I FUNZIONARI AMERICANI NELL’EX COLONIA BRITANNICA: “SE NON CI FOSSERO STATI QUESTI ATTORI, CHE MUOVONO I FILI DIETRO LE QUINTE I MANIFESTANTI PIÙ VIOLENTI NON AVREBBERO AVUTO IL CORAGGIO DI FARE QUELLO CHE HANNO FATTO” – LA REPLICA DEL DIPARTIMENTO USA: “REGIME CRIMINALE”
Antonella Baccaro per "Corriere della Sera"
Per tentare di risolvere la crisi di Hong Kong, entrata ormai nel suo terzo mese di proteste, la Cina gioca l' ultima carta diplomatica possibile: un pressing sui Paesi occidentali considerati amici , in quanto sottoscrittori di accordi di collaborazione, affinché condannino «le violenze» in corso da parte dei manifestanti. In linea con questa strategia, ieri il neoambasciatore cinese a Roma, Li Junhua, ha convocato la stampa per fornire spiegazioni, ritenendo che la copertura degli avvenimenti in corso «non sia del tutto completa».
«A Hong Kong - ha detto il diplomatico - bisogna subito fermare il caos e la violenza e riportare l' ordine. Qualora ci si dovesse trovare di fronte a una situazione in continuo peggioramento, che il governo dell' isola non riuscirà a gestire, il governo centrale non resterà a guardare».
Interrogato sull' ipotesi di un intervento dell' esercito, Li Junhua si è limitato a citare due proverbi: «Chi gioca con il fuoco, prima o poi si scotta» e soprattutto «chi di spada ferisce, di spada perisce». Per il governo cinese non è più tollerabile che «alcuni manifestanti estremisti» usino «slogan forti, parlando di liberare Hong Kong e fare una rivoluzione epocale, con caratteristiche sempre più simili alle "rivoluzioni colorate"».
Chiarendo che la Cina rispetta la decisione del governo di Hong Kong di bloccare gli emendamenti che hanno scatenato la protesta, relativi all' estradizione, Li Junhua ha sottolineato che esiste una maggioranza silenziosa che invece, secondo un sondaggio, che ora vorrebbe solo che il caos finisse.
A fronte ci sarebbero due milioni di persone (su 8 milioni di popolazione) influenzate da «architetti misteriosi». Chi sono? Per rispondere a questa domanda l' ambasciatore ha mostrato, oltre ad alcuni video girati da media locali che testimoniano le violenze in corso, anche immagini di persone dai tratti occidentali che sembrerebbero intrattenere i manifestanti. Tra questi, anche una diplomatica Usa a Hong Kong.
«Se non ci fossero stati questi attori, che muovono i fili dietro le quinte - ha detto - i manifestanti più violenti non avrebbero avuto il coraggio di fare quello che hanno fatto per le strade della città». La replica del dipartimento di Stato Usa, che nei giorni scorsi aveva già escluso ogni «ingerenza»: la Cina, ha detto la portavoce Morgan Ortagus, è un «regime criminale».
L' ambasciatore ha concluso rivolgendo un monito severo: «Hong Kong è della Cina e non accettiamo nessun tipo di interferenza esterna. Chiediamo agli Stati Uniti di pensare alle proprie cose e non fare agli altri quello che non vorrebbero venisse fatto a loro».
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