ali khamenei joe biden nucleare bomba

URANIO NEL BUCO – GLI STATI UNITI RIAPRONO IL DIALOGO SULL’ACCORDO SUL NUCLEARE CON L’IRAN: BIDEN È DISPONIBILE A UN ALLEGGERIENTO DELLE SANZIONI CONTRO TEHERAN SE LA REPUBBLICA ISLAMICA TORNERÀ AL PIENO RISPETTO DELL’INTESA DEL 2015 (MA L’HANNO MAI RISPETTATA?) - L’UNIONE EUROPEA COME AL SOLITO RIDOTTA AL RUOLO DI MEDIATORE: IERI A VIENNA LE DUE DELEGAZIONI ERANO SEPARATE E I FUNZIONARI DELL’UE FACEVANO LA SPOLA TRA L’UNA E L’ALTRA…

joe biden

Anna Guaita per www.ilmattino.it

 

Piccoli passi verso un nuovo accordo. A tre anni dalla decisione di Donald Trump di abbandonare l’accordo internazionale sul nucleare iraniano, il Joint Comprehensive Plan of Action, ieri Usa e Iran hanno ricominciato a parlarne, ma per interposta persona.

 

ali khamenei nel suo ufficio con un ritratto di khomeini

I negoziatori dei due Paesi si sono incontrati separatamente a Vienna con i diplomatici di Francia, Germania, Gran Bretagna, Russia e Cina. A fare da mediatore è stata l’Unione Europea, attraverso il vicepresidente del Servizio Europeo Azioni Esterne, Enrique Mora. Ed è stato proprio quest’ultimo a dare un’immediata valutazione positiva alla fine del primo giorno di trattative: «L’incontro è stato costruttivo» ha assicurato Mora che ha anche aggiunto che c’è «unità e ambizione» sullo sforzo diplomatico di «attuare l’accordo sul nucleare e la fine delle sanzioni».

IRAN - ROHANI E L ARRICCHIMENTO DELL URANIO

 

IL NEGOZIATORE RUSSO

Anche il capo negoziatore russo, Mikhail Ulyanov, ha reagito positivamente, e se ha ammonito che «il ripristino del Joint Comprehensive Plan of Action non avverrà immediatamente», ha però assicurato che « è stato avviato un lavoro pratico per raggiungere questo obiettivo».

khamenei parla del coronavirus con i guanti

 

Nella capitale austriaca, dove le delegazioni Usa e iraniana sono scese in alberghi diversi per evitare incontri faccia a faccia anche fortuiti, sono stati aperti due tavoli di negoziati ai quali si discutono i due temi centrali, da un canto la cancellazione delle sanzioni imposte da Donald Trump sull’Iran dopo aver abbandonato il Jcpoa, e dall’altro il ritorno dell’Iran a un arricchimento dell’uranio sotto la soglia prevista dall’accordo, e superata ripetutamente dopo la mossa di Trump. Il negoziato non sarà facile, perché nessuno dei due Paesi è pronto a fare il primo passo.

Hassan Rohani

 

La squadra internazionale che fa da arbitro nella discussione sta infatti cercando di organizzare una contemporaneità delle azioni, in modo che nessuno ceda per primo, ma tutti e due cedano simultaneamente. Si immagina il sollevamento di alcune sanzioni americane nello stesso momento in cui l’Iran annunci di tornare ad arricchire l’uranio solo al 3,67% e riapra le sue centrifughe al pieno controllo degli ispettori dell’Agenzia Atomica delle Nazioni Unite.

khamenei vs trump

 

Il Jcpoa ha un solo scopo: impedire che l’Iran sviluppi una bomba nucleare, cosa che Teheran nega da sempre di voler fare, sostenendo di volere arricchire uranio solo per garantirsi l’energia nucleare a scopi civili.

 

bibi netanyahu joe biden

Inoltre, a detta degli stessi ispettori dell’Agenzia Atomica, pur avendo aumentato l’uranio arricchito, l’Iran è lungi dall’avere prodotto le scorte che aveva accumulato prima della stipulazione dell’accordo nel 2015, che infatti ne prevedeva il trasferimento e la distruzione. Finora sappiamo che Joe Biden è interessato a ripristinare l’accordo, ma con l’intenzione di usarlo come trampolino per affrontare due temi caldi che nel 2015 non furono affrontati, e cioè la produzione di missili balistici da parte di Teheran e il suo intromettersi, spesso con azioni destabilizzanti, nella politica e nelle guerre del Medio Oriente, in particolare in Siria.

 

LE ELEZIONI

TRUMP ROHANI

Gli iraniani non hanno però nessuna intenzione di negoziare su altro. E anzi un diplomatico che gli americani conoscono bene, il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif, veterano dei negoziati, ha ammonito che sarebbe bene concentrarsi e affrettarsi, poiché le elezioni presidenziali in Iran il prossimo 18 giugno potrebbero portare al potere politici che non vogliono negoziare. Lo stesso presidente, il pragmatico Hassan Rouhani, ha espresso il timore che le forze più reazionarie faranno di tutto per tardare il raggiungimento dell’accordo.

hassan rohani

 

Per l’appunto, proprio ieri, nello stesso giorno in cui si ricominciava a parlare di ridurre l’arricchimento dell’uranio, l’Iran ha inaugurato una nuova centrifuga che sarebbe in grado di arricchirlo a una velocità 50 volte maggiore di quel che concederebbe l’accordo. Non è un mistero che il corpo dei Guardiani della Rivoluzione, contrario al moderato Rouhani, sarebbe legato a doppio filo con il programma nucleare, e ostile a ogni accordo con «il Satana americano».

 

putin xi rohaniayatollah ali khamenei

Ultimi Dagoreport

antonella antonia rosa costanzo - ex moglie di paolo berlusconi vittorio feltri

DAGOREPORT - ALLA VENERANDA ETÀ DI 81 ANNI, VITTORIO FELTRI ANCORA IGNORA CHE IL GALANTUOMO GODE E TACE. COME QUANDO HA SPIFFERATO IL MOTIVO DELLE SUE DIMISSIONI DALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE”: “ME LA FACEVO CON LA MOGLIE DELL’EDITORE”, ALIAS PAOLO BERLUSCONI - OVVIAMENTE LA REAZIONE DI ANTONELLA COSTANZO NON SI È FATTA ATTENDERE. E VITTORIONE HA PENOSAMENTE RINCULATO: “IL NOSTRO RAPPORTO ERA DI SIMPATIA E AMICIZIA” - DA PARTE SUA ANTONELLA COSTANZO CI TIENE A FAR SAPERE A DAGOSPIA LA SUA VERSIONE DEI FATTI… – VIDEO

milan gerry cardinale zlatan ibrahimovic marcella verini giorgio furlani pierdonato vercellone donato

DAGOREPORT – ALTA TENSIONE AL MILAN TRA IL SENIOR ADVISOR IBRAHIMOVIC E L’AD FURLANI. LA SOCIETA’ E’ SPACCATA IN DUE FAZIONI: DA UNA PARTE CARDINALE, IBRA E LA POTENTISSIMA COMUNICATRICE DI RED BIRD E ELLIOTT MARCELLA VERINI, DALL’ALTRA FURLANI E IL CAPO DELLA COMUNICAZIONE DEL CLUB PIERDONATO VERCELLONE. LE DUE ANIME SI RIMBALZANO LA RESPONSABILITA’ DEL MANCATO INGAGGIO IN ESTATE DI ANTONIO CONTE – FURLANI GODE DELLA FIDUCIA DI PAUL SINGER, CHE CON ELLIOTT È DI FATTO IL PADRONE OMBRA DEL MILAN. È PROBABILE CHE IN ESTATE QUALCUNO SALTERÀ, SE NON TUTTI…

maurizio gasparri simona agnes

FLASH! - MAI DIRE RAI: PER IL FORZISTA MAURIZIO GASPARRI, MEMBRO DELLA COMMISSIONE VIGILANZA, SIMONA AGNES NON ESISTE, FDI SE NE FOTTE E SONO INIZIATE LE PRESSIONI SU GIANNI LETTA PER CONVINCERE LA SUA PROTETTA, SIMONA AGNES, PLURI BOCCIATA PER LA PRESIDENZA DEL CDA RAI, A DIMETTERSI LIBERANDO COSI' UN POSTO A UN NOME CHE POSSA OTTENERE I VOTI ANCHE DELL'OPPOSIZIONE... – LA REPLICA DI GASPARRI A DAGOSPIA: “OVVIAMENTE LA NOTIZIA CHE AVETE PUBBLICATO SU ME E SULLA AGNES È L’ESATTO CONTRARIO DELLA VERITÀ”

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT - LA "SPECIAL RELATIONSHIP" DI GIORGIA MELONI CON DONALD TRUMP ERA SOLO NELLA TESTOLINA BIONDA DELLA DUCETTA: QUANDO SI TRATTA DI COLPIRE L'EUROPA, IL TYCOON NON FA DISTINZIONI (LE TARIFFE AL 25% COLPIRANNO ANCHE L'ITALIA, MENTRE IL REGNO UNITO SARÀ ESENTATO) E LA PRESUNTA AMICIZIA CON LA "MERAVIGLIOSA LEADER" ITALIANA VA A RAMENGO - L'HANNO CAPITO ANCHE A DESTRA: BASTA SBIRCIARE IL TITOLONE DI PRIMA PAGINA DEL "GIORNALE" DI OGGI ("TRUMP, I PRIMI DUBBI DELLA LEGA") E ASCOLTARE LE PAROLE DEL MINISTRO URSO (FRATELLI D'ITALIA): "L'AMERICA PUNTA A DIVIDERE GLI ALLEATI EUROPEI" - LA "THATCHER DELLA GARBATELLA" E' INSOFFERENTE PER L'ATTIVISMO DI MACRON E STARMER MA I DUE SONO LEADER DI PAESI "PESANTI", CON ARMI NUCLEARI - PRIMA O POI L'UNDERDOG DOVRÀ ACCORGERSI CHE BACIARE LA PANTOFOLA DI "KING TRUMP" NON È STATA UNA BUONA IDEA...

donna sarda sardegna elly schlein

DAGOREPORT – ALLA DIREZIONE DEL PD, I RIFORMISTI DEM SONO SOBBALZATI SULLA SEDIA ALLE PAROLE DI ELLY SCHLEIN SULLA GUERRA UCRAINA: “NON SIAMO PER IL FINTO PACIFISMO DI TRUMP MA NEMMENO SIAMO CON L’EUROPA CHE VUOLE CONTINUARE LA GUERRA” - IL CLOU: QUANDO ELLY HA ATTACCATO LE INIZIATIVE SINGOLE DI MACRON E DI STARMER PER LA PACE, HA DETTO, TESTUALE: "ALL'EUROPA SERVE UN SALTO QUANTICO" (MA CHE CAZZO STAI A DI'?) - PICIERNO, PIERO DE LUCA, FASSINO NON CREDEVANO ALLE PROPRIE ORECCHIE: “QUINDI LA PACE SONO LE CONDIZIONI DETTATE DA PUTIN? ELLY, QUANDO LA SMETTI DI GIOCARE A NASCONDINO?” – ALTRO SCAZZO SUL REFERENDUM DELLA CGIL SUL JOBS ACT E SULL’ESERCITO COMUNE UE (TRANQUILLIZZATE LA DUCETTA: CON QUESTI SINISTRATI ALTRI 20 ANNI A PALAZZO CHIGI SONO SICURI…)

marina pier silvio berlusconi forza italia tajani barelli gasparri martusciello bertolaso

DAGOREPORT - PESSIME NOTIZIE PER LA “BANDA BASSOTTI” DI FORZA ITALIA (TAJANI-BARELLI-GASPARRI-MARTUSCIELLO) - OLTRE AL VILE DENARO (I FIGLI DI BERLUSCONI HANNO EREDITATO ANCHE LE FIDEIUSSIONI PER CIRCA 100 MILIONI DI EURO), C’È UN’ALTRA QUESTIONE FONDAMENTALE: LA FAMIGLIA DI ARCORE POSSIEDE IL SIMBOLO DEL PARTITO. UN SIMBOLO NEL QUALE CAMPEGGIA, A CARATTERI CUBITALI, LA SCRITTA “BERLUSCONI” - A DUE ANNI DALLA SCOMPARSA, IN CHE MISURA IL FANTASMA DEL CAV PESA SULLE PREFERENZE ELETTORALI? FONTI AUTOREVOLI HANNO SPIFFERATO A DAGOSPIA CHE LA PAROLA “BERLUSCONI” VALE IL 3,5% DEI VOTI. MICA BRUSCOLINI: SE SI TOGLIE AL 9,2% DI FORZA ITALIA (SONDAGGIO SWG) LA QUOTA “BERLUSCONI” (3,5%), COSA RESTA? UN PARTITO CHE POTREBBE FAR CONCORRENZA A VERDI & SINISTRA AL 6,5%