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UN GRANDE PLAGIO – ARIANA GRANDE È STATA ACCUSATA DI PLAGIO DA UN LUNGO ELENCO DI COLLEGHI: LA DISPUTA RIGUARDA “7 RINGS”, L’ULTIMA HIT DELLA REGINETTA DI BOCA RATON, CHE A QUANTO DICONO GLI ACCUSATORI SAREBBE UN POT-POURRI DI SUONI E PAROLE GIÀ NOTE – MA C’È DI PIÙ: IN MOLTI PENSANO CHE LA CANTANTE SFRUTTI LA CULTURA BLACK SENZA CAPIRNE IL SIGNIFICATO, TRASFORMANDO TUTTO IN UNA PARODIA… (VIDEO)
Alice Castagneri per "www.lastampa.it"
Se Ariana Grande, la «più carina» della pop star, sia una copiona oppure no, lo potrà stabilire solamente un giudice (nel caso ovviamente qualche collega si prenda la briga di farle causa).
Sì, una causa per plagio: perché negli ultimi giorni gli artisti che accusano la cantante di averli copiati, per un aspetto o per un altro, si stanno moltiplicando. La disputa riguarda 7 Rings, l’ultima hit della reginetta di Boca Raton, che a quanto dicono i grandi accusatori sarebbe un pot-pourri di suoni e parole già note.
A ben vedere, l’elenco degli autori del pezzo - sono ben dieci - può essere interpretato come una dichiarazione d’intenti, in fondo è un po’ come dire: questa traccia è il prodotto di stili e influenze diverse. Nella lista ci sono - oltre ad Ariana - Charles Anderson, Kimberly Krysiuk, Michael Foster, Njomza Vitia, Tayla Parx, Tommy Brown, e Victoria Monét. Non solo.
Ci sono pure Richard Rodgers e Oscar Hammerstein, la coppia d’oro dei musical di Broadway degli Anni Quaranta e Cinquanta. Questo perché 7 Rings contiene un campionamento di My favorite things, tratta del famosissimo The Sound of Music (ovvero Tutti insieme appassionatamente).
I campionamenti sono parte integrante dell’hip hop, ma offrono sempre uno spunto per riflettere: qual è il limite da non superare quando ci si lascia ispirare dal lavoro di altri artisti? Campionamento a parte, nel caso di Ariana Grande sarebbe corretto parlare di appropriazione culturale illegittima.
La reginetta del pop in 7 Rings si è messa pure a fare rap (e questo già di per sè suona come un controsenso, ma tant’è). Il suo flow in alcuni passaggi ricorda perfino quello di Beyoncé e Nicki Minaj in Flawless (Remix). Nel corso degli anni, infatti, Ariana ha incorporato nel suo percorso artistico sempre più elementi della cultura rap e r&b: il linguaggio (con parole che provengono da un preciso slang), il ritmo e le collaborazioni (a cominciare da Macy Gray e Nicki Minaj in Dangerous Woman).
Patti LaBelle, durante la consegna di un premio, l’ha amichevolmente definita una «piccola ragazza bianca nera». Definizione che non è andata giù a quelli che sostanzialmente pensano che la Grande non faccia altro che appropriarsi di un certa estetica senza capirne la cultura e senza condividerne le battaglie.
Ma se in passato è riuscita sempre a cavarsela, stavolta ha suscitato la rabbia degli hater (e non solo). Questo perché 7 Rings sembra quasi una parodia della cultura black, uno scherzo. Inoltre, molti sono stanchi anche del modo in cui Ariana si è piano piano impossessata degli elementi «kawaii» tanto amati dai giapponesi. Uno stile che la cantante sfrutterebbe solo per «fine estetici» e per attirare un certo tipo di pubblico.
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