metro c

LA GRANDE TRUFFA DELLA METRO C – IN UNA CITTA' COME ROMA, CHE HA UN DEFICIT DI LINEE METRO RISPETTO ALLE ALTRE CAPITALI EUROPEE, CI MANCAVA SOLO L’INCHIESTA DELLA PROCURA DI ROMA PER TRUFFA AGGRAVATA AI DANNI DELLO STATO – SI INDAGA SU 30 MILIONI DI SPRECHI E APPALTI GONFIATI - NEL MIRINO SONO FINITI VERTICI E PROGETTISTI DEL CONSORZIO DI IMPRESE CHE HA COSTRUITO LA METRO C - "NEL 2015 AVREBBERO MODIFICATO LE MODALITÀ DI CALCOLO PREVISTE DAL PROGETTO DETERMINANDO UNA DUPLICAZIONE DEI COSTI DELLA SICUREZZA” - MA L'INDAGINE È A RISCHIO PRESCRIZIONE

Estratto dell'articolo di Giuseppe Scarpa per “la Repubblica – Edizione Roma”

 

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È una delle opere più importanti della Capitale. Forse la più importante degli ultimi venti anni. La realizzazione della Metro C. La terza linea della metropolitana però ha avuto un percorso travagliato tra inchieste della Corte dei Conti e della procura ordinaria, tra appalti gonfiati e sospetti di corruzione.

 

Ma non è finita. Infatti, la procura di Roma, in una nuova inchiesta, individua nuovi sperperi di denaro pubblico: 30 milioni di euro che la stazione appaltante, Roma Metropolitane, ha pagato a Metro C, l’associazione temporanea d’impresa che si è aggiudicata la maxi commessa.

 

I 30 milioni di euro sono soldi non dovuti che le imprese che hanno costruito la metropolitana hanno incassato indebitamente, questa la tesi degli investigatori. Per il pubblico ministero Erminio Amelio, che ha chiesto il rinvio a giudizio dei vertici di Metro C, si tratta di una truffa.

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Una truffa aggravata ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche, nello specifico nei confronti del comune di Roma, della Regione Lazio e del ministero delle Infrastrutture in qualità di enti cofinanziatori del progetto.

 

Tuttavia, questa nuova inchiesta rischia di nascere praticamente morta, molto probabilmente il giorno della prima udienza di fronte al gup Francesco Patrone, fissata per il 25 settembre prossimo, il magistrato potrebbe certificarne anche la prescrizione.

 

 

(...)

 

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Per il sostituto procuratore il raggiro avrebbe avuto come protagonisti, nel dicembre del 2015, l’intera scala gerarchica di Metro C, il presidente Franco Cristini, il direttore dei lavori Enrico Molinari, il responsabile dei lavori Reginaldo Iori, il coordinatore della sicurezza in fase di progettazione Luigi Gargiulo e il direttore dei lavori della tratta tre Stefano Perotti. Tutti e cinque sono ritenuti, per il pm responsabili, del raggiro: avrebbero « modificato le modalità di calcolo previste dal progetto (...) determinando — si legge nel capo d’imputazione — una duplicazione dei costi della sicurezza speciale » , gonfiandola fino a fargli toccare quota 30milioni di euro. 

 

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