GIU' LE MANI DAI BAMBINI - UN GRUPPO FINLANDESE CHE SI OCCUPA DI DIRITTI UMANI HA REALIZZATO IL PIU' GRANDE SONDAGGIO SUL TEMA DEGLI ABUSI SESSUALI SUI MINORI ONLINE - HA COSI' SCOPERTO CHE IL 70% DEGLI UTENTI CHE GUARDANO IMMAGINI PEDOPORNOGRAFICHE HA INIZIATO QUANDO AVEVA MENO DI 18 ANNI, E IL 40% DI QUESTI QUANDO NE AVEVA MENO DI 13 - QUASI LA META' CERCA RAGAZZE TRA I 4 E I 13 ANNI, IL 18% CERCA MASCHI, GLI ALTRI...
Dagotraduzione dal Guardian
foto di abusi su minori nel telefono
Protect Children, un gruppo finlandese per i diritti umani, ha condotto il più grande sondaggio mai realizzato sugli abusi sessuali sui minori online. L’associazione ha pubblicato il suo questionario sul dark web con l’intenzione di intercettare gli utenti che solitamente cercano contenuti illegali sui bambini. Al sondaggio hanno risposto 5.000 persone. Le domande riguardavano i motivi e i metodi utilizzati per guardare abusi su bambini online.
L’associazione ha così scoperto che un terzo degli intervistati ha cercato di contattare direttamente un bambino, che il 70% dei partecipanti ha visto immagini pedopornografiche per la prima volta quando aveva meno di 18 anni e il 40% di questi quando ne aveva meno di 13.
foto di abusi su minori nel telefono
Più della metà di coloro che hanno ammesso di aver guardato abusi sessuali su minori online ha detto di non aver cercato queste immagini la prima volta. Il 45% degli intervistati cerca materiale che riguarda ragazze di età compresa tra i 4 e i 13 anni, solo il 18% cerca invece ragazzi. Tutti gli altri cercano materiale “sadico e violento” o immagini di bambini molto piccoli.
Susie Hargreaves, amministratore delegato della Internet Watch Foundation, che lavora per rimuovere le immagini illegali dal web, ha detto: «Che un numero significativo di persone affermi di aver visto per la prima volta materiale dannoso quando aveva meno di 13 anni è davvero sconcertante».
«La gente pensa che guardare questi video sia un crimine senza vittime. Ma quelli sono bambini veri e subiscono abusi sessuali reali e crudeli. Inoltre, le vittime devono vivere con la consapevolezza che le immagini della loro sofferenza vengono condivise ancora e ancora dai predatori».
Per riuscire nel suo intento, Project Children ha inserito il questionario nel dark web, in modo che gli utenti potessero compilarlo senza timore di essere rintracciati dalla polizia, e ha inserito una serie di parole chiave per fare in modo che le persone si imbattessero nel sondaggio quando cercavano immagini o video illegali.
Anna Ovaska, specialista legale di Protect Children, ha raccontato: «Abbiamo iniziato a dicembre dello scorso anno e ci aspettavamo che, ad essere fortunati, avrebbero risposto 200 persone, ma recentemente abbiamo superato le 10.000 risposte [in totale]».
«Abbiamo scritto il questionario in inglese e spagnolo, ma abbiamo avuto risposte lunghe in altre lingue, tra cui russo, arabo e cinese. Dopo otto mesi la gente continua a rispondere. Ci siamo resi conto che le persone hanno bisogno di parlare e che il sondaggio stesso funzionava come un intervento».
Nina Vaaranen-Valkonen, direttrice esecutiva di Protect Children e psicoterapeuta che lavora con adulti che hanno subito abusi sessuali da bambini, ha detto che l'organizzazione benefica utilizzerà i risultati per incoraggiare i trasgressori a cambiare il loro comportamento.
«La sfortunata realtà è che la maggior parte di queste persone che guardano e condividono materiale offensivo online non verranno mai catturate o arrestate», ha detto. «Avevamo bisogno di informazioni sui pensieri, i comportamenti e le emozioni degli utenti in modo da poter creare programmi di auto-aiuto».
In citazioni anonime, i trasgressori hanno affermato che spesso provavano vergogna e desideravano poter interrompere ciò che stavano facendo, dicendo cose come «questa è la prima volta che scrivo di un problema costante nella mia testa». Circa la metà degli intervistati a un certo punto ha avuto pensieri sull'autolesionismo o ha tentato il suicidio.
In crescita abusi di minori su minori
Il rapporto ha sollevato questioni vitali per coloro che cercano di proteggere i bambini. La maggior parte di coloro che hanno risposto al questionario ha detto di aver cercato di smettere di guardare.
Vaaranen-Valkonen pensa che questo dimostri come l'intervento possa funzionare: «La terapia può cambiare il comportamento. Questo è noto e compreso da decenni di ricerca. La portata della situazione degli abusi sui minori online a livello globale è una crisi di salute pubblica e in risposta è fondamentale adottare un approccio di salute pubblica».