aldo scaiano i gatti spiazzati

''GUADAGNAVO 9MILA EURO NETTI AL MESE, DAL SUICIDIO MI HANNO SALVATO I CLOCHARD'' - ALDO SCAIANO, 68 ANNI, EX AMMINISTRATORE DELEGATO DI UNA CONTROLLATA DI IBM IN EUROPA, ERA RICCO E DI SUCCESSO, CONOBBE STEVE JOBS. POI FU ESODATO, RIMASE SENZA STIPENDIO, PENSIONE, CASA, E DOVETTE VIVERE PER STRADA. ''VOLEVO MORIRE SOTTO UNA MACCHINA. POI HO FONDATO I GATTI SPIAZZATI, E ORA…''

 

Stefano Lorenzetto per il ''Corriere della Sera''

 

All’ingresso un cartello avverte che il corso «Imparare ad amare» della Fondazione Camen è stato cancellato per «insufficienza d’iscrizioni». Una penuria che non riguarda i Gatti spiazzati, ospitati a Milano in questo edificio parrocchiale a fianco della chiesa di San Cristoforo, lungo il Naviglio. E neppure il loro fondatore, Aldo Scaiano, che deve solo all’amore, per sé stesso e per gli altri, se è ancora in vita.

 

aldo scaiano

«Meditavo il suicidio secco per evitare quello lento del lasciarsi andare giorno dopo giorno. Ma nessun metodo mi pareva etico. Buttarmi sotto la metro, no: i pendolari arrivano tardi in ufficio. Farmi investire da un treno, no: è difficile, devi trovare un tratto in curva, altrimenti i macchinisti ti vedono e frenano. Precipitarmi dalle guglie del Duomo, no: lo amo troppo. I gas di scarico, no: e dove la trovavo un’auto?». Semmai gli sarebbe piaciuto morire sotto, non dentro: «A patto che fosse una Mercedes».

 

 

Di vetture aziendali Scaiano, 68 anni, una laurea in Scienze politiche e un passato da ricercatore per la Doxa, ne ha avute molte, e tutte all’altezza del suo rango (Lancia Thema, Bmw, Range Rover), benché, da figlio di un idraulico immigrato dal Sud al Corvetto, la sua preferita fosse la Fiat Croma. Allora era l’amministratore delegato di Odm Interdirect, azienda satellite di Ibm. In seguito ne divenne il responsabile europeo. Guadagnava 9.000 euro netti al mese. Ebbe modo di conoscere Steve Jobs. Fino a quando non diventò un esodato, senza stipendio, senza pensione, senza casa, e si ritrovò a vivere da clochard per strada.

 

Più gatto randagio che spiazzato.

«Quelli come me, spediti in un limbo dalla legge Fornero, a Milano erano un migliaio. Consideri che i soli dormitori pubblici contano 7.000 posti letto. Ho radunato una ventina di amici spiazzati in questa associazione a fisarmonica».

 

Che significa?

«Vanno e vengono. Due amano troppo il Johnny Walker. Uno, uomo di grande cultura, cade in depressione e sparisce. Ma è già la quarta volta che torna».

aldo scaiano i gatti spiazzati

 

E che cosa fate?

«Aiutiamo i milanesi, le scolaresche, i turisti ad alzare lo sguardo, a vedere la città attraverso i nostri occhi, a scoprire angoli sconosciuti lungo 44 itinerari, partendo dal Quadrilatero della solidarietà, contrapposto a quello della moda: da Ca’ Granda, l’ospizio per i poveri edificato dai Visconti, a San Bernardino alle Ossa, che raccoglie le spoglie degli appestati, fino a San Carlo al Corso e ai vicini portici, sotto i quali 600 senzatetto dormono all’aperto estate e inverno. Ci siamo dovuti difendere dagli attacchi delle guide autorizzate. Alla fine quelle della Scala sono state costrette ad ammettere che Marco ne sa più di loro».

 

Chi è Marco?

«Un ex dandy, che s’intende di arte e di musica come pochi. Frequentava tutti i festival, da Bayreuth a Salisburgo. L’ho conosciuto nella biblioteca Sormani. Girava la Lombardia con il sacco a pelo».

 

Come ha messo insieme i Gatti?

aldo scaiano i gatti spiazzati

«Ci trovavamo ogni mattina alla Piazzetta, il centro diurno della Caritas in via Famagosta, per il caffè e i tre biscotti».

 

Solo tre?

«Tre di numero. E alle 10 erano già finiti. Ma andava bene così, ci dava il senso delle proporzioni. Tanto, Ronda della carità, Comunità di Sant’Egidio, Croce rossa, Ordine di Malta ogni sera ci riempivano di brioche e pasticcini. All’inizio eravamo spiazzati dalla vita. E invisibili. Esistevamo solo per i giornalisti, che ci definivano clochard o homeless, meno di frequente barboni, considerato un termine spregiativo. Per sei anni sono stato invisibile persino per la mia famiglia. È un miracolo che abbia salvato la testa».

 

I suoi non sapevano che vita faceva?

«No. Né mia moglie, dalla quale mi ero separato nel 2005, né i miei due figli, che oggi hanno 35 e 33 anni. Solo mio fratello Pancrazio e sua moglie mi hanno ospitato in una cameretta per due mesi, il tempo limite per mantenere buoni rapporti con una cognata».

 

Ha più ricucito con sua moglie?

«Impossibile. Abbiamo divorziato. Era fatale che il matrimonio finisse così. Avevo l’ufficio ad Amsterdam, viaggiavo in tutto il Nord Europa, fino alle Isole Faroe, e rientravo a Milano il venerdì. Ho passato tre anni negli Stati Uniti e tornavo in Italia per 15 per giorni ogni trimestre».

 

Come cominciò la sua odissea?

«Nel 2009 fui liquidato dalla mia azienda con un forte incentivo all’esodo, un assegno con molti zeri, che mi servì per estinguere un mutuo e garantire il futuro della famiglia. Avendo un contratto americano, riscattai il fondo pensione e mi presi un periodo sabbatico. Sono un esperto di esplorazioni polari, ho anche scritto due libri su Roald Amundsen e Fridtjof Nansen. Andai a vivere fra i nenets della Siberia, una transumanza con 5.000 renne dagli Urali alla penisola di Jamal. Poi in Finlandia, Svezia e Norvegia, dove trovai una compagna. Tornai in Italia nel 2013, sicuro di andare in pensione nel 2014 con 38 anni di contributi e 62 di età. Invece scoprii che il ministro Elsa Fornero mi aveva spostato in avanti l’obiettivo di un quinquennio. Il gruzzolo che m’era rimasto finì in fretta. Dovetti lasciare il monolocale da 650 euro al mese che avevo affittato in via Pantano».

 

E dove andò a stare?

aldo scaiano

«Per un anno dormii seduto sulle poltrone della sala d’aspetto di Linate, visto che i braccioli impediscono di sdraiarsi. Da San Babila prendevo l’ultima corsa del bus 73 alle 0.45 e alle 6 facevo il percorso inverso. I bagni dell’aeroporto aprono alle 5.30. Ottimi, dotati di acqua calda. Ne uscivo sbarbato e mi trasferivo alla Sormani. Ero tornato studente».

 

Ma è terribile dormire seduti.

«Ci si abitua. Al risveglio devi passeggiare per un’ora, perché le caviglie sono come quelle dei malati di elefantiasi».

 

In quanti vi ritrovavate a Linate?

«In una trentina. Oggi è vietato. Molti si coricavano per terra. Non vorrei apparire razzista, ma devo dire che romeni e bulgari, spesso ubriachi, litigavano e si accoltellavano. Allora la polizia ci sbatteva tutti fuori e si passava la notte seduti sui panettoni gialli del parcheggio».

 

Perché molti accattoni si ostinano a dormire sul marciapiede?

«È una scelta nella disgrazia. Sono allergici alle regole: il dormitorio apre alle 22.30 e alle 8 devi uscire, non puoi introdurvi alcolici, ti tocca sopportare i vicini di branda. Passai solo due notti all’addiaccio dentro i cartoni, in Galleria San Babila, accanto a Eros, scarcerato dopo 42 anni. Lui dormiva, io vegliavo».

 

Non provò mai a cercarsi un lavoro?

aldo scaiano i gatti spiazzati

«E chi lo assume un manager specializzato di 62 anni? Quello è un ruolo già coperto. Ho preferito monetizzare il mio tempo rendendomi utile agli altri».

 

Dove andava a mangiare?

«Per pranzo all’Opera cardinal Ferrari, per cena all’Opera san Francesco».

 

Chi la curava quando si ammalava?

«Più del raffreddore non ho mai preso. È assurdo che per il coronavirus fermino le messe ma non i tram. Il clochard vive nel rumore della strada, la chiesa è la sua oasi di silenzio. Ci passavo interi pomeriggi. Sopra tenevo il messale e sotto La peste o Lo straniero di Albert Camus. Li avrò letti chissà quante volte».

 

Almeno le chiese sono riscaldate.

«Ma io ci sono sempre andato, da ricco come da povero. Se salto la messa domenicale, mi sento in colpa».

 

Per vestirsi come faceva?

«Usa e getta. Devi solo avere l’umiltà di chiedere. Nei centri di ascolto mi offrivano persino maglioni di cachemire. Gli altri senzatetto preferivano il nero, perché tiene lo sporco. Ero fra i pochi a scegliere le camicie. Le cambiavo ogni tre giorni».

 

Ne deduco che Milano è generosa.

«Moltissimo. D’estate gli indigenti possono andare al mare a Rimini o ad Albenga nelle case della Caritas».

 

Non ha la sensazione che per tante associazioni i poveri siano un business?

«Ne ho la certezza. Nel 2014 stavo in una casa retta da religiosi, ai quali il Comune versava 8 euro al giorno per ospite. In 24 ore noi clochard fummo cacciati, con la scusa che serviva una disinfestazione, in realtà per far posto ai profughi, per i quali la prefettura pagava 35 euro. Molti volontari hanno uno stipendio. Dovrebbero cambiarsi il nome».

 

Ma davvero meditava di uccidersi?

torre velasca

«Sì. Il mio ufficio di Milano era nella Torre Velasca, dove il direttore generale di una compagnia assicurativa nel 1995 si buttò da 21 piani, dentro il cavedio, per non dover licenziare molti dipendenti. Imitarlo sarebbe stato facile».

 

Perché non lo ha fatto?

«Morire è una cosa inutile. La vita si affronta. Ho rifiutato l’aiuto dell’assistente sociale, volevo riscattarmi da solo».

 

Com’è riuscito a trovare un tetto?

«Due anni li ho trascorsi in una casa alloggio con quattro emarginati. Poi, fino alla morte, mi ospitò Gennaro, un anziano che viveva nell’Opera cardinal Ferrari. Voleva 100 euro al mese di subaffitto».

 

I soldi dove li trovava?

«I miei amici d’infanzia Mino e Flavia mi passavano 150 euro. La rimanenza se ne andava in ricariche telefoniche».

 

E adesso dove vive?

«Presso un amico focolarino dell’associazione Arcobaleno, la stessa che ha dato una stanza ai Gatti spiazzati. Nonostante oggi percepisca 1.600 euro di pensione, non mi chiede la pigione».

 

torre velasca

Qual è stato il momento più umiliante nei suoi sei anni passati per strada?

«Quando andai al seggio per le elezioni europee del 2014 e scoprii che ero privo dello stato anagrafico. Non avendo più una residenza, risultavo irreperibile. Vivevo a Milano dal 1952 eppure non ero più nessuno. Non mi fecero votare».

 

Chi è un povero, dottor Scaiano?

«Un uomo con le spalle al muro».

 

Ultimi Dagoreport

friedrich merz ursula von der leyen manfred weber giorgia meloni

DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO DEI NAZI DI AFD NELLE FILE DELL’OPPOSIZIONE, TUTTO È CAMBIATO - E DAVANTI A UN’EUROPA DI NUOVO IN PIEDI, DOPO IL KNOCKOUT SUBITO DAL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, PER LA ‘DUCETTA’ SI PREPARANO GIORNI ALL’INSEGNA DELLE INVERSIONI A U – OGGI L’ITALIA HA VOTATO CON L'EUROPA LA RISOLUZIONE SULL'INTEGRITÀ TERRITORIALE DI KIEV, CONTRO GLI STATI UNITI CAPITA L’ARIA NUOVA CHE TIRA, SULLE AGENZIE È SBUCATA UNA NOTA FIRMATA DAL “GENIO” DI FAZZOLARI, CHE AVRÀ FATTO RIZZARE I PELI DI TRUMP E PUTIN MESSI INSIEME: “LA VOGLIA DI LIBERTÀ DEL POPOLO UCRAINO CHE È STATA PIÙ FORTE DELLE MIRE NEO IMPERIALI DELLE ÉLITE RUSSE” - CERTO, SE NON AVESSE DAVANTI QUELL’ANIMALE FERITO, E QUINDI DAVVERO PERICOLOSO, DI MATTEO SALVINI, LA STATISTA DELLA GARBATELLA FAREBBE L’EUROPEISTA, MAGARI ALL’ITALIANA, CON UNA MANINA APPOGGIATA SUL TRUMPONE – MA ANCHE IN CASA, C’È MARETTA. OGGI IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI E COORDINATORE NAZIONALE DELLA DIREZIONE DI FDI, EDMONDO CIRIELLI, HA IMPLORATO MERZ DI FARE IL GOVERNO CON I POST-NAZI DI AFD…

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…