conte de luca

NELLA GUERRA STATO-REGIONI SI INFILA ANCHE IL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO: "LE LINEE GUIDA REGIONALI LASCIANO TROPPO MARGINE DI SCELTA AGLI IMPRENDITORI" - OLTRE ALLA CAMPANIA, ANCHE IL MOLISE NON HA ADERITO AL DPCM DEL GOVERNO. COSÌ IL MINISTRO AI RAPPORTI CON IL PARLAMENTO, FEDERICO D'INCÀ, PARLA DI "PROTAGONISMO DI TROPPO DI ALCUNE REGIONI". IL NODO DELLO SCUDO PENALE PER GLI IMPRENDITORI – L’IDEA DI INTRODURRE UNA CLAUSOLA DI SUPREMAZIA STATALE...

Alberto Gentili per “il Messaggero”

 

conte de luca 18

Dopo la lunga guerra, chiusa domenica pomeriggio con il varo del Dpcm per la seconda fase di allentamento del lockdown, il governo si tiene stretta la tregua. Niente disegno di legge costituzionale per inserire la clausola di supremazia dello Stato sulle Regioni o altri giri di vite. E stop alle polemiche. Anzi, giovedì il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, tornerà a riunire i governatori «per decidere assieme l'azzeramento delle procedure amministrative che frenano l'attività dei settori produttivi già duramente colpiti dalla pandemia». Però il Comitato tecnico scientifico è in allarme: «Le linee guida regionali lasciano troppo margine di scelta agli imprenditori, i governatori dovranno interpretarle in modo restrittivo per evitare un riesplodere dell'epidemia», dice uno dei componenti.

 

PREMIER CONCILIANTE

conte de luca

Giuseppe Conte l'altro giorno era stato severo con le Regioni. Aveva parlato di «difficoltà nel rapporto» con i governatori» e aveva evocato la possibilità di «rivedere l'assetto Stato-Regioni». Ma a palazzo Chigi non hanno alcuna intenzione di riaprire le ostilità: «Il presidente del Consiglio ha solo risposto a una domanda a consuntivo di mesi di rapporti non sempre facili», dicono nell'entourage di Conte, «non c'è però alcuna esigenza di varare ora un disegno di legge costituzionale, non è tra le priorità.

 

Le tensioni sono ormai superate e a ben guardare si è trattato di problemi più tra Regioni che tra Regioni e governo. De Luca ha detto che l'esecutivo non può scaricare la responsabilità delle riaperture sulle Regioni, in realtà sono state proprio le Regioni a chiedere di stabilire loro le linee guida», scavalcando quelle dell'Inail. Insomma, secondo palazzo Chigi, «c'è stata un po' di confusione e anche legittime paure, come quella della Lombardia che temeva di restare indietro».

 

LE MOSSE DI BOCCIA

DE LUCA - CONTE - SIBILIA

Sulla stessa linea Boccia: «Parlare di scontro è improprio. Nel Dpcm domenica notte era sparito il riferimento alle linee guida regionali, ma io e il premier quando l'abbiamo scoperto l'abbiamo reinserito. Ora guardiamo avanti: giovedì con i governatori parleremo di come azzerare le procedure amministrative per sostenere gli imprenditori in questa difficile fase. Ad esempio un bar o un ristorante che vogliono utilizzare gli spazi esterni per mettere i tavolini potrà farlo inviando una semplice Pec all'amministrazione di competenza, saltando ben otto passaggi. Poi saranno gli uffici comunali a fare le dovute verifiche».

 

Però il clima resta teso. Oltre alla Campania, anche il Molise non ha aderito al Dpcm del governo. Così il ministro ai rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, parla di «protagonismo di troppo di alcune Regioni». E chiede ai governatori «di far rispettare le regole che ci siamo dati per non cadere in un secondo lockdown, che sarebbe davvero terribile sotto il profilo economico e sociale del Paese».

luca zaia

 

Sulla stessa linea, si diceva, il Comitato tecnico scientifico: «Le previsioni contenute nelle linee guida regionali, come ad esempio la misurazione della temperatura all'ingresso di ristoranti, palestre etc è facoltativa. E questo non va bene», dice uno dei componenti del Cts, «c'è troppa facoltatività e poca coercizione e ciò può provocare un ritorno dei contagi e a chiusure differenziate per territorio. C'è un solo modo per evitare questo epilogo: i governatori applichino le norme in modo restrittivo».

 

 

NIENTE SCUDO

C'è poi il nodo dello scudo penale per gli imprenditori, dopo che l'Inail ha detto che il contagio da Covid-19 è da assimilare a un infortunio sul lavoro. Il governo però non ha intenzione di intervenire. «Questa storia della responsabilità penale è una sciocchezza detta da alcuni governatori», dice una fonte governativa vicina al dossier, «se c'è un contagio l'azienda non ha alcuna responsabilità se ha rispettato i protocolli di sicurezza.

 

nicola zingaretti stefano bonaccini

Diversa la situazione se in un'impresa esplode un focolaio infettivo con decine di contagiati: vorrebbe dire che i protocolli non sono stati rispettati e in quel caso scatta l'inchiesta». In estrema sintesi: «Non è mancanza di buona volontà o di attenzione verso le imprese», aggiunge un ministro, «ma se non c'è responsabilità penale, non si può neppure fare una legge per introdurre uno scudo penale. E questo anche con tutta la buona volontà del mondo».

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…