haile gebreselassie etiopia

DALLA PISTA AL FRONTE - HAILÉ GEBRSELASSIÈ, EX FONDISTA ETIOPE, MEDAGLIA D'ORO DEI 10000 METRI AD ATLANTA 1996 E SYDNEY 2000, HA RISPOSTO ALL'APPELLO DEL GOVERNO PER DIFENDERE IL PAESE DAGLI ATTACCHI DEL FRONTE DI LIBERAZIONE DEL TIGRAY E DI ALTRE MILIZIE - LE NAZIONI UNITE HANNO SOLLECITATO GLI ETIOPI A LASCIARE IL PAESE, MA L’EX ATLETA RIFIUTA: “QUESTA È UNA GUERRA AFRICANA, LE PRESSIONI DEGLI STATI UNITI SAPPIAMO DOVE POSSONO PORTARCI..."

haile gebreselassie 3

Piero Mei per "il Messaggero"

 

«Vado al fronte» ha detto Hailé Gebrselassiè annunciando la sua partenza, a fianco del premier etiope e premio Nobel per la pace Abiy Ahmed. Vanno per difendere l'Etiopia dagli attacchi del Fronte di liberazione del Tigray e di altre milizie sparse e confuse che ormai sono a meno di 200 chilometri da Addis Abeba. Stanno per conquistare Debre Selam, che è a 130 chilometri dalla capitale. 

guerra in etiopia 6

 

I Paesi occidentali e le Nazioni Unite hanno già sollecitato tutti i loro cittadini ed i loro dipendenti a lasciare più in fretta possibile il Paese africano. Ma loro no: è il loro Paese: «Siamo tutto ciò che ha l'Etiopia» ha detto Abiy Ahmed. 

 

guerra in etiopia 5

«Questa è una guerra africana: le pressioni degli Stati Uniti sappiamo dove possono portarci: guardate l'Iraq, la Libia, la Siria, lo Yemen», ha detto Gebrselassié con quel sorriso disarmante ma armatissimo di denti, che sfoggiava sempre, anche al termine di una gara di 10mila metri come quella che corse e vinse a Sydney 2000, Giochi olimpici, battendo dopo più di 27 minuti di corsa e soltanto per 9 centesimi di secondo l'allora primatista mondiale, il kenyano Tergat. 

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Gebrselassié ora ha quasi cinquant' anni: è del 1973, villaggio di Aselle, quota 2000, povera pastorizia e null'altro, «non distrarti con lo sport pensa al lavoro», gli diceva suo padre quando lo mandava a pascolare qualche bestia oppure lo guardava andare a scuola correndo per dieci chilometri (già, i famosi 10mila di dopo). 

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IL PIÙ GRANDE 

Gebrselassié, a cavallo del millennio, è stato il più grande mezzofondista e fondista che si sia visto, in pista, in campagna o sulle strade asfaltate. Ha vinto due ori olimpici nei 10 mila, prima di Sydney 2000 quello di Atlanta 1996, e poco è mancato, non fosse stato per una infiammazione al tendine, che vincesse pure ad Atene 2004.

 

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 Dove invece fu quinto e l'oro se lo prese Kenesisa Bekele, etiope anche lui e che pareva un suo figlio. Oltre a queste Olimpiadi, il podista etiope che aveva rincorso e raggiunto il mito di Abebe Bikila, l'eroe scalzo di Roma 1960, ha ottenuto quattro vittorie consecutive ai Mondiali di ed ha anche stabilito 26 primati del mondo. Sempre con il sorriso che non era stampato ma gli veniva dal cuore: «Sorrido perché sono uno sportivo. Lo sport è fatto per far felice la gente», disse, quando nel 2015 annunciò il suo ritiro. 

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Ha passato intere annate agonistiche senza essere mai battuto e mettendo da parte un bel gruzzolo. Metteva da parte: investiva in imprese agricole (caffè) o turistiche; investiva, e molto, nella gioventù del suo Paese. Si ispirava a quei valori che erano stati di Nelson Mandela. Quegli stessi valori che ieri gli hanno fatto dire «vado al fronte». Perché, ha detto una volta, «puoi sempre far qualcosa anche se vieni dall'angolo più povero dell'Africa».

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