principe harry all alta corte di londra

HARRY A PEZZI – IL PRINCIPE APPARE IN TRIBUNALE PER ERGERSI A DIFENSORE DELLA PRIVACY CONTRO I MEDIA SPORCHI E CATTIVI, MA FINISCE PER FARE UNA FIGURA DI PALTA: MORMORA SPESSO “NON RICORDO”, NON COMPRENDE LE DOMANDE FATTE DAGLI AVVOCATI CHE SONO COSTRETTI A RIPETERE E PARE NON CONOSCERE LA DICHIARAZIONE SCRITTA CHE HA CONSEGNATO, MA CHE, EVIDENTEMENTE, È STATA REDATTA DAI SUOI LEGALI – LANCIA ACCUSE GENERICHE E VIENE INCHIODATO DALLA CONTROPARTE CHE… 

Estratto dell’articolo di Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”

 

[…]

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Il principe Harry arriva sotto i flash delle telecamere, appare rilassato, ma ancora per poco: alle 10.30 in punto comincia l’udienza e «Mr Sussex» viene chiamato a sedersi sul banco dei testimoni. Ma prima bisogna mettersi d’accordo su come chiamarlo: gli avvocati propongono di rivolgersi a lui in primo momento come «vostra Altezza Reale» per poi passare a «principe Harry», e lui acconsente.

[…]

Lui ha fatto causa al gruppo editoriale che pubblica il Mirror, uno dei maggiori giornali popolari britannici, accusandoli di aver raccolto informazioni private con metodi illegali, incluse le intercettazioni telefoniche. Ma ieri l’avvocato della difesa è apparso avere buon gioco a dimostrare che non ci sono prove in tal senso e che quelle storie erano già di pubblico dominio, se non divulgate dalla stessa corte.

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[…] Harry viene incalzato fin da subito dall’avvocato del Mirror e appare più volte nervoso: si schiarisce la voce, beve acqua dal bicchiere, mormora qualche «non ricordo». Peggio, a volte non capisce le domande e gliele devono ripetere, così come non sembra neppure conoscere bene la lunga dichiarazione scritta che ha consegnato, preparata dai suoi legali e in cui accusa stampa e governo britannici di «aver toccato il fondo».

 

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Il dibattimento di ieri ha seguito un binario preciso: la difesa cercava di inchiodare Harry ai dettagli, mentre lui ripeteva generiche accuse ai giornali per l’effetto nefasto avuto su di lui. Il principe è ossessionato dalla stampa, cui imputa la responsabilità della morte di sua madre Diana, la persecuzione di sua moglie Meghan e la distruzione della sua salute mentale: e per questo ha definito «il lavoro della sua vita» quello di «cambiare il panorama dei media britannici».

 

[…] Così adesso Harry, nel disperato tentativo di esorcizzare i suoi fantasmi per via giudiziaria, rischia solo di fare del male a sé e alla sua famiglia.

 

 

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