hitler

HITLER, L’IMBIANCHINO CHE SFUGGIVA DALLA SUA DEPRESSIONE COL PENNELLO IN MANO – PRIMA DI SCALARE LE VETTE DEL POTERE, ADOLF IMBIANCAVA LE PARETI E SOGNAVA DI DIVENTARE UN ARTISTA: NON ENTRO' MAI ALL’ACCADEMIA DELLE BELLE ARTI DI VIENNA, MA NON SMISE DI DISEGNARE PIAZZE AUSTERE, PAESAGGI E PERSINO CUCCIOLO, IL QUASI MINORATO MENTALE DI BIANCANEVE CHE PER LA POLITICA RAZZIALE DEL FÜHRER AVREBBE DOVUTO MORIRE, PER VENDERLE AI TURISTI…

Paolo Pera per "www.pangea.news"

 

hitler

In questo saggio temo di poter sbagliare, ma spero di non riuscirci. Spesso di Adolf Hitler si ricorda che fu un “imbianchino” prima di scalare le vette del partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi portandolo così (e con mille manipolazioni politiche) al governo, ma Hitler non fu un imbianchino nel senso stretto del termine, lo fu per esigenze, per guadagnarsi una pagnotta di pane durante il suo soggiorno a Vienna, prima della Prima Guerra Mondiale. 

 

Prima di questa egli tentò due volte di essere accettato come studente all’Accademia delle Belle Arti di Vienna rimanendo entrambe le volte bocciato.Pare che esibendo i suoi acquerelli un insegnante gli avesse consigliato di ridimensionare i propri obiettivi e tentare con l’architettura in quanto, e ora lo vedremo, egli si dimostrò un ritrattista insulso ma un “disegnatore di edifici” con potenzialità sulle quali costruire un ipotetico percorso.

 

gli acquarelli di hitler 2

In questa cartolina possiamo notare ciò che ho appena scritto. Cartoline come queste venivano eseguite da Hitler dopo la bocciatura in Accademia, sono semplici paesaggi urbani che il futuro dittatore vendeva ai turisti della capitale asburgica. Fare l’imbianchino, il colorista e creare queste cartoline erano i precari impieghi di un Hitler disoccupato prima di unirsi all’esercito del Kaiser tedesco lasciando così l’Austria-Ungheria.

 

hitler

Da questa cartolina, e da altre che seguiranno, è possibile notare due qualità fondamentali di Hitler e due invasive carenze. Hitler aveva una buonissima capacità di dosare il colore sulla carta sapendo perciò tirare fuori tutte le luci necessarie, un ulteriore pregio è ravvisabile nella sua prospettiva: la sua sembra essere una prospettiva appresa con molta fatica ma appresa, ed è la stessa prospettiva ad accompagnarci a un suo problema, ovvero (sempre lo stesso) la riproduzione degli omini che desolatamente camminano per Vienna, in lontananza sembra provenire una sorta di folla compatta che nel lungo campo si dimostra essenzialmente corretta nelle forme, ma i personaggi in prima fila? Questi sembrano eseguiti con una rigidità impressionante e con una imprecisa statura, ma certamente più slanciata del dovuto.

 

gli acquarelli di hitler 3

Se devo essere sincero guardando queste cartoline trovo una certa analogia con le piazze d’Italia di de Chirico, ciò dal momento in cui anche in queste i personaggi erano tratti in momento di atarassica estasi, con l’animo slegato al luogo nel quale si trovavano, in queste cartoline ritrovo ciò. 

 

Logicamente Giorgio de Chirico arrivava da tutt’altra educazione e il suo posizionare lontani uomini dalle ombre più lunghe del loro corpo era parte del suo tentativo di creare una metafisica artistica; in queste cartoline le intenzioni sembrano invece quella di annullare l’importanza degli individui rispetto all’imperiale città di residenza, ovvero tutto ciò che de Chirico non avrebbe mai ipotizzato. Mi sembra facile perdersi a guardare quei cinque personaggi in questa seconda cartolina: sembrano parte di un gioco che chieda di unire i puntini per ricavare un trapezio, quasi una piazza nella piazza.

 

gli acquarelli di hitler 1

Il loro essere lì non sembra avere alcun senso, sembrano riempire un vuoto che potrebbe anche rimanere tale, fermi a guardare ognuno in una direzione diversa, sembrano quasi d’accordo a farlo: ciò è molto disturbante, e già da queste cartoline può esteriorizzarsi la profonda malinconia di Hitler e una certa dose di estraneità umana.

 

In quest’altra piazza tutto disturba con un’intensità maggiore. I palazzi sembrano creati con un rigore degnissimo ma tutti tendono a inclinarsi, quasi a crollare l’uno sull’altro, pure le persone sono inclinare e sembra che stiano per cadere riverse per terra ubriache. 

 

hitler

Ciò ricorda incredibilmente la grafia di una persona depressa che pessimisticamente su un foglio bianco tenderà di dirigere inconsapevolmente la propria scrittura più a fondo possibile, fino al limite della carta. Ciò può essere comunque compreso nella precarietà nella quale Hitler viveva, ma oltre a ciò è percepibile qualcosa di insano.

 

Questo particolare d’acquerello è uno dei pochi autoritratto del futuro cancelliere tedesco, dove egli kafkianamente si presenta seduto e malinconico sul un ponticello. Egli non ha identità e inoltre contrassegna sé stesso con una X quasi a ricordare a sé stesso di esistere, quasi a presumere di dover essere identificato un giorno, augurandosi quell’incredibile fama postera che nel 1910 poteva solo immaginare senza molta ragione di farlo.

 

gli acquarelli di hitler 4

Che però egli non si sia dato un’identità ci dimostra ancora quanto la sua desolazione umana fosse grande e dolorosa, oppure ci dimostra semplicemente che non avesse ancora scelto il paio di baffi a lui più congeniali, ma quest’ultima affermazione è scherzosa.

 

Questo Cucciolo (ovvero il più piccolo de “I sette nani”) realizzato molto lontano dai suoi paesaggi urbani giovanili venne probabilmente disegnato per uno dei figli dei suoi ministri di governo, ma in ciò appare comunque qualcosa di interessante, almeno nella scelta del nano da rappresentare. Cucciolo nel film Disney è il nano più bietolone, quasi un minorato mentale che per la politica razziale del Führer avrebbe dovuto morire o almeno essere castrato chimicamente, eppure egli con esso rappresenta una caricatura di uno dei nemici della germanicità e lo fa con una simpatia notevole.

opere di adolf hitler invendute all'asta a norimberga 3

 

Ciò mi spinge a pensare che in fondo, seppur ormai ai vertici della sua nazione adottiva, egli si potesse pensare a volte parte di quei nemici, simile a Cucciolo, anch’egli tristemente ebete come lui, o comunque un po’ fanciullo, ciò sempre contrapponendosi alla cattiva infanzia che dovette subire. Direi con ciò che la fuga nell’arte e il desiderio d’essere artista che Hitler ebbe tutta la vita avrebbe dovuto essere una fuga dalla sua infelicità e instabilità emotiva.

 

opere di adolf hitler invendute all'asta a norimberga 4

Egli affermò, durante l’incontro che portò la Germania ad acquisire de Sudeti boemi, che la sua aspirazione più profonda sarebbe stata di concludere la sua vita come pittore, a essere sincero ciò mi impietosisce molto, è quasi ipotizzabile che tutto ciò che fece politicamente parlando fosse in funzione di una sua possibile posizione artistica all’interno di una restaurata Pangea tedesca.

 

Oggi a ricordarlo e a ricordare le atrocità umane che il suo regime commise, non riusciamo a guardare i suoi lavori senza trovare qualcosa di marcio, senza vedere i germi del suo odio e del dolore che provocò.

opere di adolf hitler invendute all'asta a norimberga 6

 

Non potremo mai riuscire a vedere quei suoi omini in lontananza come semplici passeggiatori, bensì penseremo che la loro staticità non sia solo il risultato di una mediocrità pittorica ma anche la rappresentazione di quanto Hitler minimizzasse la vita umana fino a renderla simile a dei manichini lasciati in mezzo alla città per creare ambientazione, ma ciò non credo possa essere la realtà di un pittore frustrato che vedeva nell’atto di dipingere la sua gioia e lo scopo della sua vita, anche se evidentemente la fortuna di essere raccolto ed educato all’arte non gli arrise.

 

E questo è molto simbolico ricordando quanto lui odiò (forse proprio a causa dei propri insuccessi) i pittori migliori di lui, e che gli sembrarono sbeffeggianti (evidentemente) votando il loro talento alla rivoluzione delle avanguardie.

opere di adolf hitler invendute all'asta a norimberga 7

 

Probabilmente, se allora i criteri artistici fossero stati più comprensivi certamente Hitler sarebbe stato preso all’Accademia e sarebbe diventato uno dei qualunque pittori di serie B che nella classicità avrebbero portato avanti una lotta passiva contro le avanguardie del Novecento, ma l’ironia della sorte volle che a ridimensionare l’idea stessa di comprensibilità e accettabilità dell’arte furono proprio quelle avanguardie che lui dichiarò “degenerate”, e che probabilmente e democraticamente per quei suoi acquerelli un po’ naif avrebbero affermato che anche lui meritava l’arte come missione esistenziale. Le rigidità morali delle Accademie lo costrinsero a cambiare prospettive.

 

opere di adolf hitler invendute all'asta a norimberga 2

Per quanto il pensiero di chi fu Adolf Hitler ci faccia disprezzare i suoi lavori a priori, riesco comunque (e inaspettatamente) a trovare qualcosa da salvare, anche semplicemente nel gioco delle luci e nel suo desiderare la pace delle stesse piazze, il suo metaforico posto di manichino in queste, anziché quello di secondo Anticristo riconosciuto nella storia.

hitler

 

Perciò non credo occorra che i collezionisti che abbiano un suo olio o una sua natura morta di fiori lo prestino richiedendo l’anonimato, questo in quanto penso innocentemente che l’Hitler dittatore e l’Hitler artista siano entità distinte tra loro. Ciò può averlo raccontato Maurizio Cattelan nell’opera HIM, dove un Hitler penitente guarda alla luce di un ipotetico Dio o di una ipotetica storia degli uomini, chiedendo perdono, ma non certo un perdono per le colpe di aver trucidato milioni di persone, ciò non l’avrebbe chiesto mai.

adolf hitler

 

Piuttosto, quello che Cattelan crea sembra la richiesta, in ginocchio, che l’arte dell’uomo Hitler sia guardata con l’innocenza di chi ha mancato d’insegnamento all’arte e non come l’hobby di un assassino.

dipinti di adolf hitler 9dipinti di adolf hitler 2opere di adolf hitler invendute all'asta a norimberga 1hitlerdipinti di adolf hitler 5dipinti di adolf hitler 12dipinti di adolf hitler 10dipinti di adolf hitler 11mussolini hitlerdipinti di adolf hitler 6dipinti di adolf hitler 7dipinti di adolf hitler 1dipinti di adolf hitler 3dipinti di adolf hitler 4dipinti di adolf hitler 8

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…