“HO PAGATO 1500 EURO E MI HANNO SFREGIATA” – A ROMA È STATA SCOPERTA (E CHIUSA) UNA CLINICA DI CHIRURGIA ESTETICA COMPLETAMENTE ABUSIVA: LE PROTESI PER IL SENO VENIVANO AMMASSATE UNA SOPRA LE ALTRE, E LE CONDIZIONI IGIENICHE ERANO INDECENTI, TRA MATERIALE NON DISINFETTATO E SPORCIZIA DAPPERTUTTO – LA PAZIENTE CHE HA DENUNCIATO: “DOPO L’INTERVENTO HO NOTATO CHE LE MIE PALPEBRE ERANO…”
1. RE DI ROMA, CHIUSA LA CLINICA DELL’ORRORE “PROTESI PER IL SENO IN MEZZO AI RIFIUTI”
Estratto dell’articolo di Giuseppe Scarpa per “la Repubblica – Edizione Roma”
CLINICA DI CHIRURGIA ESTETICA ABUSIVA - RE DI ROMA
Le protesi per il seno ammassate una sopra all’altra. Raccolte su una scrivania, accanto a un computer. Ancora: abbandonate in mezzo alle buste, sopra a una scatola, accanto a dei contenitori di plastica. […] Tutto molto poco igienico. Tutto illegale, clandestino. Così tirava avanti uno studio medico in cui venivano eseguiti quotidianamente interventi di chirurgia estetica. Un centro nel cuore della Capitale, con affaccio su piazza Re di Roma, a due passi da San Giovanni.
I carabinieri del Nas hanno appena abbassato la saracinesca della clinica dell’orrore. A disporre il sequestro preventivo è stato il gip Alessandro Arturi. Anche perché l’ennesima clinica finita sotto inchiesta in città, stavolta realizzata all’interno di un appartamento, non avrebbe soltanto problemi di carattere igienico. Il centro, infatti, sarebbe completamente abusivo.
L’indagine, coordinata dal pm Eleonora Fini, è nata da un intervento estetico finito nel peggiore dei modi. A denunciare il medico di piazza Re di Roma è stata una paziente capitata nel suo studio per un’operazione al volto e uscita con il viso sfigurato. In preda al panico, la donna ha deciso di denunciare e da lì è partita l’inchiesta che ha portato alla luce il piccolo ambulatorio domestico.
«Tutti gli ambienti si presentano in condizioni pessime - annotano gli investigatori - con presenza di sporcizia e polvere diffusa, pareti sporche, ferri e materiale chirurgico non disinfettato e con residui di sporcizia[…] ».
Ma, come detto, il problema della clinica non riguarda soltanto l’igiene. Il gip Arturi nel decreto che dispone il sequestro elenca le varie anomalie riscontrate dai carabinieri: «Veniva svolta attività diagnostica, come attestato dal rinvenimento di una centrifuga per esami ematici. Veniva, poi, riscontrata la presenza di un lettino, nonché di strumenti, attrezzatura apparecchi, farmaci, fili di sutura e altro materiale inequivocabilmente destinato all’esecuzione di interventi di tipo chirurgico[…] ».
[…] Il titolare dello studio, al momento di mostrare la documentazione che gli ha permesso di aprire il centro, ha fatto scena muta: «Il medico titolare indagato non era in grado di presentare l’autorizzazione prefettizia prescritta ai fini dell’apertura e mantenimento di ambulatori e strutture sanitarie private […] ». Per lo stupore degli investigatori, il medico avrebbe usato il timbro di un altro collega per prescrivere farmaci […]
2. “MI HANNO SFIGURATA SONO STATA OPERATA SOPRA UNA BARELLA”
Estratto dell’articolo di Giuseppe Scarpa per “la Repubblica – Edizione Roma”
Una paziente: “ Sono arrivata da quel medico grazie al passaparola Ho pagato 1.500 euro”
« Ho notato subito che le mie palpebre erano assolutamente difformi l’una dall’altra. La palpebra destra era più alta rispetto alla norma, mentre la sinistra era scesa e il mio volto era stato sfigurato » .
Parte così il drammatico racconto della vittima del medico che operava clandestinamente in un appartamento in piazza Re Di Roma, senza autorizzazioni, in condizioni igieniche al limite. L’uomo aveva aperto un piccolo centro abusivo. « A seguito delle operazioni ho avuto delle infezioni alle palpebre e grandi problemi alla vista che tutt’ora sto affrontando e tentando di risolvere sottoponendomi a visite ed altri interventi chirurgici che fino ad ora mi sono costate oltre 10 mila euro». Dalla denuncia della donna è partita l’inchiesta della procura di Roma e del Nas dei carabinieri.
Ecco ciò che la signora, 50 anni, ha riferito agli investigatori: «[…] Ho notato subito che l’operazione veniva eseguita sopra una barella, l’ambiente non era sanificato, si notava la presenza di polvere a vista d’occhio ed inoltre gli strumenti utilizzati non erano affatto sterilizzati». Dopo alcuni giorni la paziente ritorna per il secondo intervento e durante l’operazione sente un’assistente che dice al medico: «“No, ma cosa hai fatto!”». « Quando sono rientrata a casa mi sono guardata allo specchio Ero stata sfigurata » . Adesso nei confronti del medico c’è una maxi inchiesta del Nas coordinata dal sostituto procuratore Eleonora Fini. Per il medico si profila un pesantissimo processo.