
"HO PREPARATO IO QUEL PANINO. ANNE AVARIE TIERNEY NON CI HA DETTO DELL’ALLERGIA" - PARLANO I CAMERIERI CHE LAVORANO NEL RISTORANTE "VITAMINAS 24", IN ZONA PIGNETO A ROMA, DOVE LA STUDENTESSA AMERICANA ANNE AVARIE TIERNEY HA MANGIATO IL PANINO CHE L'HA UCCISA A CAUSA DI UNO SHOCK ANAFILATTICO - LA 20ENNE ERA ALLERGICA AGLI ANACARDI, PRESENTI NEL PIATTO (FUORI MENÙ) CHE AVEVA ORDINATO INSIEME A UN'AMICA - GLI INQUIRENTI NON ESCLUDONO CHE LA GIOVANE, ABBIA CERCATO DI COMUNICARE LA SUA ALLERGIA IN INGLESE SENZA ESSERE COMPRESA DAI DIPENDENTI DEL LOCALE...
Estratto dell'articolo di Marco Carta per "La Repubblica - Edizione Roma"
Un toast all’avocado fuori menù che è risultato fatale. Nessuno aveva comunicato ad Anne Avarie Tierney che quel panino conteneva anacardi, a cui era allergica. La ragazza, non potendo nemmeno leggere gli ingredienti sul menù, lo avrebbe mangiato per poi sentirsi male e morire. Anche se, dal bistrot del Pigneto Vitaminas 24, si difendono: «Non ci aveva detto nulla».
A tre giorni dalla morte per shock anafilattico della studentessa statunitense di 21 anni, la procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. E già nelle prossime ore il titolare del locale rischia di essere iscritto degli indagati. Gravi sarebbero le negligenze che sono state riscontrate all’interno del locale di via Giovanni De Agostini, che serve cibi vegani.
Gli investigatori, in particolare, si sono concentrati sugli ingredienti utilizzati nel panino ordinato dalla 21enne e sul menù, dove il toast con l’avocado non era presente. Ma anche sulla dinamica degli eventi: non si esclude, infatti, che la ragazza, che non parlava italiano, abbia cercato di comunicare la sua allergia in inglese senza essere compresa dai camerieri e dal titolare. Dal locale smentiscono questa ipotesi in maniera categorica.
«Noi su queste cose siamo attentissimi», assicura una delle lavoratrici indicando il menù: «Sono stata io a prepararle quel panino. Sulla prima pagina c’è scritto chiaramente: alcuni piatti possono contenere allergeni. In caso di allergie o intolleranze, chiedere al personale in sala. Ovviamente, per noi è fondamentale che chi è allergico o intollerante a qualcosa ce lo comunichi. Ma la ragazza non ci ha detto nulla. Non era la prima volta che veniva insieme alle sue amiche. Sapevano che usiamo formaggi con anacardi e frutta secca».
La versione dei lavoratori del ristorante, già ascoltati dai poliziotti del commissariato di Porta Maggiore, è ancora tutta da verificare. Quello che è certo, indipendentemente dalle barriere linguistiche, è che Anne Avarie Tierney non avrebbe potuto leggere da nessuna parte gli ingredienti della pietanza che aveva ordinato, visto che il panino che aveva chiesto non era presente nel listino.
Chi era in sala avrebbe però dovuto comunicarli a voce, cosa che non è avvenuta. «Quando ha ordinato, ci ha mostrato la foto di una bruschetta che non facciamo più da tempo – spiega un’altra lavoratrice – non era nel menù, ma io, per cortesia, gliel’ho preparata, perché lei e la sua amica erano nostre clienti. Lei non ci ha detto nulla, lo abbiamo saputo solo dopo che era allergica agli anacardi».
Anne Avarie Tierney, che viveva nell’International Campus di via Casilina, si sarebbe seduta al tavolo intorno alle 13. Dopo aver ordinato, ha mangiato, è andata in bagno, poi è uscita per raggiungere l’alloggio, dove aveva dimenticato il kit con il Bentelan e l’adrenalina. L’amica, anche lei americana, è rimasta a mangiare, poi ha saldato il conto. [...]
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