impianto di stoccaggio gas

SOTTO A CHI STOCCA - I 13 IMPIANTI DI STOCCAGGIO DI GAS IN ITALIA COPRONO DA SOLI IL 30% DEI CONSUMI INVERNALI - AL LORO INTERNO, A CHILOMETRI NEL SOTTOSUOLO, POSSONO ESSERE IMMAGAZZINATI FINO A 17 MILIARDI DI METRI CUBI (E OGGI SONO PIENI AL 93%) - IL PROBLEMA E’ CHE NON BASTANO: NE SERVONO DI NUOVI MA I LAVORI PER REALIZZARLI SONO ONEROSI E I PROGETTI REALIZZATI IN BASILICATA E EMILIA ROMAGNA SONO FERMI DA ANNI…

Jacopo Giliberto per https://www.ilsole24ore.com

 

GLI IMPIANTI DI STOCCAGGIO DI GAS IN ITALIA

Non sono caverne vuote. Gli stoccaggi sono vecchi giacimenti di gas, roccia compatta, come arenaria, imbevuta di idrocarburi. Dopo essere stati sfruttati per estrarvi il metano impregnato che le rocce avevano serbato per migliaia di anni, i giacimenti vuoti vengono riutilizzati per riniettarvi e riestrarne il gas secondo bisogno e mercato.

 

La necessità di nuovi siti

Una cassaforte sotterranea da 17 miliardi di metri cubi di metano, anzi 13 casseforti di cui la più grande, Fiume Treste alle spalle di Vasto (Chieti), racchiude circa 3,5 miliardi di metri cubi di metano. Insieme, questi serbatoi invisibili sepolti a migliaia di metri di profondità possono assicurare un terzo del fabbisogno invernale italiano di gas.

 

ITALIA E GAS LIQUIDO

Ma i 13 stoccaggi italiani, secondo Paese europeo dopo la Germania, non bastano; lo hanno confermato nei giorni scorsi Roberto Cingolani, ministro uscente della Transizione ecologica, Claudio Descalzi, amministratore delegato dell’Eni, e Stefano Venier, amministratore delegato della Snam. Se non bastano, bisogna farne nuovi, come ad Alfonsine in Romagna, che potrebbe ospitare 1,9 miliardi di metri cubi, o come in un livello nuovo dello stoccaggio abruzzese Fiume Treste, che è multistrato come una torta millefoglie.

 

I 13 stoccaggi italiani

ITALIA E GASDOTTI

In Italia sono operativi 13 stoccaggi di gas. Nove della Snam attraverso la controllata Stogit, tre sono dell’Edison e uno della società indipendente Ital Gas Storage del gruppo F2i. L’attività è in conto terzi perché queste società non posseggono il gas che immagazzinano; svolgono un servizio secondo le tariffe regolate dall’autorità dell’energia Arera. La Snam è prima in Europa con il 15% della capacità (il 3,5% di quella mondiale).

 

GLI IMPIANTI DI STOCCAGGIO DI GAS IN ITALIA

Queste riserve hanno un ruolo chiave per la sicurezza energetica perché consentono di bilanciare il mercato tra domanda e offerta, soprattutto d’inverno quando si brucia metano 3 o 4 volte più che d’estate, e garantiscono l’approvvigionamento. In questi giorni il grado di riempimento del sistema italiano di stoccaggi è pari al 93%.

 

Nella capacità italiana di circa 17 miliardi di metri cubi c’è anche lo stoccaggio cosiddetto strategico conservato dallo Stato per le emergenze, pari a circa 4,5 miliardi di metri cubi di metano. In teoria, il complesso dei serbatoi potrebbe offrire oltre un terzo del consumo invernale, ma in genere si ricorre a loro per non più del 25-28% del fabbisogno.

ITALIA - COME SOSTITUIRE IL GAS RUSSO

 

La maggior parte di queste riserve è sotto la pianura padana. In Lombardia (il 40% della capacità) ci sono gli impianti di Brugherio e Settala in provincia di Milano; e poi Bordolano, Sergnano e Ripalta in provincia di Cremona. Nel basso lodigiano, a Cornegliano, c’è il nuovo impianto di Ital Gas Storage.

 

Sono di rilievo anche l’Emilia e la Romagna, con il serbatoio piacentino di Cortemaggiore, con San Potito-Cotignola nel Ravennate (Edison) e soprattutto con Minerbio, tra Bologna e Ferrara nelle profondità sotto Altedo e sotto al castello di Bentivoglio.

 

Minerbio, quasi 3 miliardi di metri cubi di capacità, è lo snodo in cui confluiscono i diversi metanodotti internazionali che alimentano di energia l’Italia e si mescolano il gas algerino con quello azero con quello olandese con quello siberiano. In Veneto, sotto la collina del Montello e sotto a Soligo, l’Edison ha il piccolo ma prezioso stoccaggio di Collalto.

GAS ITALIA

 

I progetti allo studio

Per trasformare un giacimento vecchio in uno stoccaggio servono investimenti ingenti in impianti e in nuove perforazioni. La Snam studia la possibilità di attivare Alfonsine, a 1.500 metri di profondità verso Lugo e Argenta. Potrebbe essere adattato a stoccaggio anche un altro livello del sottosuolo multistrato di Fiume Treste.

 

Fermi i progetti in Basilicata per Cugno Le Macine (sotto le colline di Salandra e Ferrandina) e Serra Pizzuta (sotto Pisticci), ed è tutto fermo da anni anche per Rivara in Emilia. Ma la Gas Plus potrebbe riavviare con ricorsi al Tar i progetti, che erano stati fermati dai veti amministrativi, a Poggio Fiorito (sotto le alture di Ortona), a San Benedetto del Tronto e a Sinarca nelle profondità fra Termoli e Montenero di Bisaccia.

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…