ADDIO BILIARDINI IN SPIAGGIA - I CALCIOBALILLA E FLIPPER RISCHIANO DI SCOMPARIRE DAGLI STABILIMENTI BALNEARI E DAI LOCALI PUBBLICI ITALIANI: L'AGENZIE DELLE DOGANE HA EMESSO UN DECRETO CHE LI EQUIPARA AL VIDEOPOKER E SLOT MACHINE - TUTTE LE APPARECCHIATURE PER IL GIOCO DOVRANNO ESSERE PROVVISTE DI UN NULLA OSTA, DI UN CERTIFICATO IDENTIFICATIVO E RIPONDERE A DEFINITE CARATTERISTICHE TECNICHE CHE ESCLUDANO QUALUNQUE VINCITA DI DENARO…
Claudio Del Frate per www.corriere.it
Il calciobalilla e i flipper - intramontabile simbolo dell’estate - rischiano di scomparire dagli stabilimenti balneari e dai locali pubblici italiani: è la conseguenza di un decreto dell’Agenzia delle dogane entrato in vigore a maggio e che equipara anche questi intrattenimenti al videopoker.
Norma che è già stata contestata da alcune associazioni e oggetto anche di interrogazioni parlamentari ma che ha già fatto sentire i suoi effetti: in Puglia alcuni gestori sono già stati multati, in Toscana altri hanno deciso di far sparire tavoli e apparecchiature per non incorrere in sanzioni.
Biliardini messi sullo stesso piano di videopoker e slot machine? A prima vista la regola appare assurda e incomprensibile. Il decreto stabilisce che tutte le apparecchiature per il gioco installate in locali pubblici (anche quelli che non prevedono vincite in denaro) devono essere provvisti di un «nulla osta» e di un certificato identificativo. Incombenza burocratiche che - specifica il decreto - spetta «al gestore dell’apparecchio», dunque anche «l’esercente del locale...qualora ne sia il proprietario».
La stessa Agenzia delle dogane specifica che tale norma si applica a «calciobalilla, carambole, biliardi, dondolanti per bambini, tavoli da ping pong». Il senso della norma - pare di capire - è certificare che biliardini e in generale «giochi azionati a gettone» rispondano a definite caratteristiche tecniche ed escludano appunto che qualunque vincita di denaro che farebbe scattare le norme sul gioco d’azzardo.
Di proroga in proroga, la circolare è entrata in vigore definitivamente innescando conseguenze che parevano difficili da immaginare: il titolare di un lido a Margherita di Savoia, in Puglia, ha strappato il (triste) primato: è probabilmente il primo ad aver ricevuto una multa (che può arrivare fino a 4.000 euro) perché incappato in uno dei primi controlli.
Sono corsi ai ripari, come detto, molti suoi colleghi toscani facendo sparire dagli stabilimenti i giochi simbolo dei pomeriggi in riva al mare. Sul piano istituzionale una interrogazione è stata presentata dalla parlamentare di Forza Italia Maria Paola Binetti dell’avviso che la norma sia difficile da interpretare e applicare (anche gli oratori sarebbero tenuti a chiedere la certificazione).