IL RITOCCHINO DEL SELFIE-CENTE – AUMENTANO TRA I GIOVANI GLI INTERVENTI DI CHIRURGIA ESTETICA, DAL NASO ALL'OMBELICO A FORMA DI GOCCIA, CHE SERVONO PER APPARIRE MEGLIO NEGLI AUTOSCATTI – MELANIA RIZZOLI: “IL WEB HA SOSTITUITO LO SPECCHIO. OGNI FOTO POSTATA VIENE SCRUTATA E CONFRONTATA CON LE ALTRE MIGLIAIA PUBBLICATE DA TUTTO IL MONDO”
Melania Rizzoli per Libero Quotidiano
L' ultima novità è l' ombelico a forma di goccia, attualmente in voga negli Stati Uniti, e moltissime sono le richieste femminili per questo "ritocco mini-invasivo" che vengono avanzate ai chirurghi estetici americani, i quali, nonostante spieghino alle pazienti che una volta passata la moda non si potrà più tornare indietro per riottenere l' ombelico rotondo, si ritrovano con la fila di giovani donne in lista d' attesa per questo tipo di intervento chirurgico, chiamato ombelicoplastica.
Secondo i nuovi canoni estetici americani infatti, l' ombelico per essere esteticamente gradevole per prima cosa non deve assolutamente essere sporgente, bensì introflesso, cioè contenuto e depresso nella cute dell' addome, poi deve essere ben centrale e soprattutto non deve contenere cicatrici.
Una volta si diceva che l' ombelico perfetto doveva avere le sembianze di un piccolo tortellino bolognese, mentre oggi la nuova tendenza che arriva dagli Usa è quella di allungarlo chirurgicamente e fargli ottenere la forma di goccia, come fosse un diamante dal famoso taglio, ovviamente con la punta rivolta in basso verso il pube.
Il mese scorso si è svolto a Firenze il 39° congresso dell' Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe), che ha riunito i massimi esperti in materia, e dove è emerso che sempre più spesso sono soprattutto i giovani a ricorrere alla chirurgia plastica, arrivando dal medico appena maggiorenni con richieste precise e prive di incertezze, presentandosi già informati sulle tecniche più innovative in materia ed avendo le idee chiare sulle ultime tendenze.
PUNTURINE ACIDE
Nell' era digitale infatti, tutti i giovani sono trainati e condizionati dalla sovraesposizione della propria immagine tramite i social media con i quali si relazionano ormai quotidianamente, ed ogni selfie o foto postata viene da loro stessi scrutata, analizzata, ingrandita e studiata nei minimi particolari per evidenziare i propri difetti o le piccole imperfezione dei volti e del corpo, per individuare l' inclinazione perfetta del volto, il lato migliore del profilo o dei glutei, e confrontando l' immagine con le altre migliaia pubblicate da tutto il mondo aumenta di fatto la consapevolezza di come loro appaiono, ed è emerso che da qualche anno sono proprio i giovani ad investire economicamente molto di più rispetto al passato nella cura del proprio aspetto esteriore, ricorrendo sempre più frequentemente alle modifiche della chirurgia estetica.
Tra i ragazzi per esempio, è enormemente aumentata la richiesta della cosiddetta "rinoplastica da selfie", così soprannominata dai medici ai quali viene mostrata nelle foto catturate sul web, e che consiste nel ritocco chirurgico al naso che ne migliori il profilo e regali soddisfazione negli autoscatti con i cellulari, da postare poi con compiacimento su Instagram.
Nelle foto ravvicinate dei selfie infatti, la larghezza del naso risulta spesso aumentata e distorta, ma nonostante si tratti di un vero e proprio intervento chirurgico, la tendenza è quella di richiedere il "ritocchino" soft con il bisturi, che comporti cioè un tamponamento nasale al massimo un giorno, una breve degenza in day hospital e che soprattutto regali un risultato naturale al nuovo naso, in modo che non si noti il rifacimento.
L' altro allarme lanciato al recente Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Estetica, tenutosi il mese scorso a Roma, che ha coinvolto oltre 3mila specialisti del settore, è quella che è stata chiamata e classificata come "la sindrome da faccia gonfia" (la Overfilled Syndrome) ovvero un effetto collaterale e un risultato iatrogeno di volti troppo gonfiati da eccesso di filler, le famose "punturine" di acido ialuronico, le quali, quando vengono ripetute troppo frequentemente e sempre sulle stesse zone, come gli zigomi, le guance, le labbra e il contorno viso, regalano ad entrambi i sessi un aspetto da paziente in terapia cortisonica, cosa che accade regolarmente quando l' uso di questo farmaco salvavita viene assunto in modo prolungato per diverse patologie, e che appunto produce come effetto collaterale il gonfiore del volto cosiddetto "a luna piena", dovuto all' eccessiva ritenzione di liquidi.
Ma la novità più curiosa emersa dal Congresso è che il grasso, una volta nemico giurato delle donne, da tessuto più odiato oggi è diventato il più amato, rivelandosi un insostituibile alleato nelle nuove tecniche di chirurgia estetica. Non vi è infatti sala operatoria dove non venga effettuato un "lipofilling" del viso o dei glutei, ovvero il prelievo del grasso tramite liposuzione, il suo trattamento di selezione e separazione dal siero, ed il suo reinserimento mediante infiltrazione in varie zone del corpo, dal viso, al seno, ai glutei e così via.
SALTO IN AVANTI
Le migliori qualità delle prestazioni restano comunque strettamente legate alle capacità del chirurgo ed al suo senso estetico, e in Italia solo nel 2017 è stato registrato un salto in avanti del 30% rispetto all' anno precedente di questo tipo di interventi, diventando il quarto trattamento più richiesto dopo la liposuzione, l' aumento del seno e la blefaroplastica.
L' utilizzo del grasso in chirurgia plastica per il ringiovanimenti del volto e del riempimento dei glutei, le due sedi più richieste dalle pazienti, è in pratica un autotrapianto privo di complicanze mediche e cliniche, sempre che venga effettuato a regola d' arte.
Il grasso che viene prelevato infatti, è quello cosiddetto "di deposito", quello cioè che si deposita in modo pressoché permanente sui fianchi, sull' addome e sulle cosce, e una volta trapiantato in altre zone non perde affatto le sue caratteristiche di permanenza e di non riassorbibilitá.
Comunque la tendenza attuale nella rinoplastica è quella di rimuovere meno, di scavare meno il dorso e creare nasi sempre più naturali, senza quelle stimmate chirurgiche che hanno caratterizzato per molti anni questo intervento.
Inoltre è aumentata in modo evidente la richiesta del face lifting e delle chirurgie ancillari nel paziente maschile, con un picco di interventi di rinoplastica secondaria, di addominoplastica complessa per ottenere l' effetto "tartaruga" dei muscoli retti dell' addome, del rifacimento di labbra e zona periorale e di palpebre, oltre che di varie lipolisi, crioterapie, radiofrequenze, ultrasuoni, onde d' urto, tutti trattamenti finalizzati al ringiovanimento e al mantenimento della tonicitá dei vari tessuti.
Spostare indietro l' orologio con il famoso "ritocchino" è dunque diventato social, e da Facebook a WhatsApp a Instagram la mania del ritratto digitale sta facendo stragi di clic, provocando un boom di interventi estetici alla ricerca dello scatto perduto e chirurgicamente ritrovato, confermato da uno studio dell' American Academy of Facial Plastic and Reconscructive Surgery, secondo il quale un chirurgo su tre ha visto aumentare le richieste da parte di pazienti insoddisfatti della loro immagine sui social media, ossessionati dagli scatti condivisi, e molto sensibili allo sguardo indagatore dello schermo.
SPECCHIO VIRTUALE
Il web in pratica ha sostituito lo specchio, e la corsa all' immagine apparentemente perfetta ha coinvolto negli Usa anche il mondo maschile del business, dove gli imprenditori utilizzano Skype per le videoconferenze, e dove l' uso della webcam in molto casi può accentuare difetti imperdonabili come doppio mento, occhiaie e piccole rughe invisibili all' occhio nudo, ma non a quello impietoso del digitale, dove i dettagli sono più evidenti e sotto lo sguardo di tutti.
Per tale motivo in America sono stati allertati e stanno intervenendo gli psichiatri, che hanno classificato i pazienti da selfie o da web come i nuovi disturbati digitali, che hanno una percezione distorta e non equilibrata della propria immagine, e per i quali si stanno mettendo a punto strategie terapeutiche di ascolto e di intervento, non certamente in sala operatoria ma sul lettino analitico, nel vano tentativo di riportare a galla l' armonia psicologica perduta e la consapevolezza svanita di se stessi, irrimediabilmente sprofondate nella ormai contagiosa e pericolosa selfie-mania.