
I PADRI NON HANNO GLI STESSI DIRITTI DELLE MADRI – DA SEI ANNI UN ITALIANO COMBATTE UNA GUERRA LEGALE PER POTER VEDERE IL FIGLIO, CHE LA SUA EX COMPAGNA TEDESCA HA PORTATO CON SÉ IN GERMANIA – DOPO DUE DENUNCE PER SOTTRAZIONE INTERNAZIONALE DI MINORI A CARICO DELLA DONNA, IL TRIBUNALE DI AMBURGO HA STABILITO L’AFFIDAMENTO ESCLUSIVO DEL FIGLIO ALLA MADRE, SENZA NEMMENO INTERPELLARE IL PADRE: “NON SO COME USCIRE DA QUESTO INCUBO. NON SI PUÒ DIRE AD UN PADRE DI DIMENTICARE SUO FIGLIO” – ORA È PREVISTA LA SENTENZA DI APPELLO IN GERMANIA, MENTRE IN ITALIA È IN CORSO UN PROCEDIMENTO PARALLELO...
Estratto dell’articolo di Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”
AFFIDAMENTO DEI FIGLI - BATTAGLIA LEGALE TRA PADRE E MADRE
Negli ultimi cinque anni e mezzo dei suoi appena sei di vita, ha potuto incontrare il papà pochissime volte: Filippo (nome di fantasia) è vittima della conflittualità tra i genitori e della giustizia, tedesca ed italiana, che non riescono ad evitare che cresca come se non avesse il padre.
La storia di Filippo è comune a tante altre, tutte dolorosamente uguali, fatte di separazioni, fughe da un paese all’altro ed incomprensioni che si trascinano per anni nelle aule dei tribunali.
Occupati a Londra nel mondo della finanza, dopo due anni e mezzo di convivenza dall’unione di Francesco (altro nome immaginario) e della compagna tedesca ad aprile del 2019 nasce Filippo. Quattro mesi dopo, con l’autorizzazione di Francesco, la donna si reca con il bambino dalla madre in Germania. «Sarebbe dovuta tornare subito, invece ha chiuso ogni rapporto. Non ha più risposto al telefono, ai messaggi, alle mail. Un muro invalicabile. L’inizio di uno strazio indicibile», racconta Francesco [...]
AFFIDAMENTO DEI FIGLI - BATTAGLIA LEGALE TRA PADRE E MADRE
A settembre denuncia la ormai ex compagna a Londra per sottrazione internazionale di minore. Passano quasi due mesi, individuata dalle autorità inglesi, la donna si fa viva e lo invita ad Amburgo dove può rivedere il figlio. Sembra tornare la calma.
Decidono di trasferirsi in Italia a Cremona, città di origine di Francesco, con l’obiettivo di trovare una soluzione condivisa, mentre il bambino viene iscritto all’anagrafe e Francesco ritira la denuncia che aveva fatto a Londra. Non dura. A metà dicembre lei riparte con il figlio per la Germania promettendo a Francesco che gli avrebbe fatto fare il Natale con il piccolo.
Non sarà così. A gennaio, l’uomo fa partire una nuova denuncia per sottrazione di minore, ma a Cremona, e chiede la custodia del bambino. In Italia non succede nulla, in Germania, invece, entra in azione il Tribunale di Amburgo che, senza interpellare Francesco, affida temporaneamente il bambino alla madre. Intanto a Cremona finisce in nulla la causa parallela per l’affidamento.
AFFIDAMENTO DEI FIGLI - BATTAGLIA LEGALE TRA PADRE E MADRE
Il giudice, pur criticando i colleghi tedeschi che, violando il diritto europeo, hanno deciso nonostante pendesse in Italia un procedimento analogo precedente, si dichiara incompetente perché il minore ha ormai trascorso gran parte della sua vita in Germania, di conseguenza la competenza è tedesca. Per Francesco è una beffa: «È assurdo. È rimasto lì perché mi è stato sottratto».
Un anno dopo, i giudici di Amburgo confermano l’affido esclusivo alla madre anche a causa della «discordia» che regna tra i genitori e dell’atteggiamento «ostile» di Francesco nei confronti dello Jugendamt — l’ente tedesco che si occupa dei minori — che accusa di ostacolare il suo diritto di visitare il figlio. È d’accordo che resti con la madre, alla quale dice di versare gli alimenti per mantenerlo, ma a patto che anche lui possa fare il papà.
I giudici scrivono negli atti che non dubitano che «voglia prendersi cura amorevolmente» di Filippo e che voglia «avere con lui un contatto regolare», ma gli consigliano, con una certa dose di paternalismo, di smetterla con le cause in Italia e di attivare il procedimento per il diritto di visita, cosa che non ha fatto perché è convinto che sia di competenza della giustizia italiana.
[...] Ci vorrà un altro anno e più prima di arrivare all’ultimo incontro che risale ad aprile 2024. Solo poche ore strappate ad Amburgo dove Francesco si presenta a sorpresa riuscendo a convincere la donna, tramite conoscenze comuni, a farglielo vedere.
Nel 2018 il Parlamento europeo espresse «preoccupazione» per il ruolo «controverso» dello Jugendamt chiedendo l’intervento della Commissione perché da 10 anni riceveva un «numero molto elevato» di denunce di genitori non tedeschi che accusavano l’ente di «discriminazione e misure arbitrarie adottate sistematicamente contro di loro».
Francesco non si arrende: «Non so come uscire da questo incubo. Non si può dire ad un padre di dimenticare suo figlio». Spera di vedere mercoledì una luce in fondo al tunnel nell’udienza di appello sull’affido ad Amburgo.