E' INIZIATA LA CORSA AGLI ACQUISTI DEL VACCINO CONTRO IL VAIOLO, MA LE SCORTE STANNO GIÀ FINENDO - L'UNICA AZIENDA A PRODURLO, LA DANESE BAVARIAN NORDIC HA RICEVUTO ORDINI PER 600MILA DOSI DALL'UE E 800MILA DAGLI STATI UNITI, MA NE SERVIREBBERO FRA I 5 E 10 MILIONI PER PROTEGGERE LE PERSONE A RISCHIO - BISOGNA AGIRE AL PIÙ PRESTO PER CONTRASTARE LE INFEZIONI ED EVITARE CHE SI TRASMETTANO AD AMPIA SCALA - L'ANALISI DI ILARIA CAPUA
1 - VAIOLO, ALLARME VACCINO
Paolo Russo per “la Stampa”
vaccino contro il vaiolo delle scimmie
Sarà anche il caso di non creare allarmismi ma ieri il Monkeypox, meglio noto come «vaiolo delle scimmie» ha fatto altre due vittime al di fuori del continente africano dove è endemico da anni: una in India e un'altra in Spagna, dove le vittime sono così due, mentre salgono a 11 quelle totali nel resto del pianeta. In Italia il numero dei contagi è arrivato a quota 479, dei quali 216 concentrati in Lombardia e 101 nel Lazio.
new york vaccini contro il vaiolo delle scimmie
E se l'infettivologo Matteo Bassetti è stato accusato nei giorni scorsi di aver stigmatizzato la malattia associandola esclusivamente al mondo gay, ora quella stessa comunità sembra accogliere senza polemiche l'appello del professore a vaccinare prima possibile omosessuali e bisessuali. Perché i dati dell'Oms parlano chiaro: il 99% dei contagi riguarda i maschi e il 98% uomini che hanno rapporti con altri uomini, nel 95% dei casi attraverso i rapporti sessuali che facilitano la rottura delle vescicole disseminate sulla pelle, soprattutto intorno a genitali e zona perianale.
new york fila per il vaccino contro il vaiolo delle scimmie
Questo non significa però etichettare l'infezione come «malattia dei gay», visto che, ricordano lo stesso Oms e autorevoli scienziati, il contagio può avvenire attraverso qualsiasi tipo di contatto molto stretto. Solo che, così come fu per l'Aids, i focolai in questo momento si sono accesi proprio negli ambienti gay ed è quindi normale che in quelli al momento circoli, prima di sconfinare poi su tutta la popolazione. «Lo stigma è pericoloso come la malattia», ha ammonito il direttore dell'Oms Teodros Adhanon Ghebreyesus, preannunciando il cambio di nome della malattia, che nulla ha a che fare con le scimmie.
vaccino imvanex vaiolo delle scimmie
I conteggi ufficiali parlano di oltre 23mila casi diagnosticati in 88 Paesi, «ma staremo a 120mila, perché quelli diagnosticati sono solo la punta di un Iceberg» afferma Bassetti. «Il problema -aggiunge- è stato quello di aver sottovalutato la malattia, oggi siamo davanti a un'infezione molto preoccupante, che lascia strascichi invalidanti per molto tempo, anche due mesi». E per dare più peso alle sue parole il direttore delle malattie infettive al San Martino di Genova pubblica su Facebook alcune foto tutt' altro che rassicuranti.
vaccino imvanex vaiolo delle scimmie
«Ci sono già stati i primi decessi, ma ne vedremo molti altri», pronostica il professore prima di lanciare l'appello «ad offrire subito a omosessuali e bisessuali maschi il vaccino. Non è più il caso di continuare con atteggiamenti ideologici o di censura». Parole rilanciate questa volta senza polemiche anche dal portale Gay.it, che una frecciata la lancia invece alle nostre autorità sanitarie «che non hanno ancora preso decisioni circa la vaccinazione sul target a rischio», contrariamente a quanto avvenuto in Francia, Germania e Usa, dove la vaccinazione è già iniziata.
vaccino imvanex vaiolo delle scimmie
Ma il problema è che di vaccino al momento ce n'è ben poco, visto che a produrre quello contro il vaiolo umano, efficace all'85% anche contro quello delle scimmie, è solo la danese Bavarian Nordic. Gli Usa si sono mossi per primi acquistandone 800mila dosi, la Commissione Ue ne ha opzionate 600mila e di queste circa 70mila spetterebbero all'Italia in base al peso della nostra popolazione, ma al momento ne sono arrivate solo 5.200, ferme nei magazzini in attesa che si decida chi ne abbia diritto per primo.
Secondo l'Oms servirebbero fra i 5 e 10 milioni di dosi per proteggere le persone a rischio. Che si moltiplicheranno quando il virus inizierà a diffondersi, senza più distinzioni di genere e di orientamento sessuale.
2 - PERCHÉ DOBBIAMO AGIRE ADESSO PER FERMARE IL VAIOLO DELLE SCIMMIE
Ilaria Capua per il “Corriere della Sera”
In un momento completamente inappropriato a causa delle sciagure nostrane e internazionali cerco disperatamente di attirare la vostra attenzione su di un'altra sciagura di cui, proprio non ne volete sapere. Perché vi parlo di un'altra malattia, che ci darà filo da torcere se non interveniamo adesso, e io spero di convincervi che sarà inutile chiudere la stalla quando i buoi sono scappati.
Parlo del virus del vaiolo della scimmia, che da ora in poi chiamerò MPX (Monkeypox). Alcuni pezzi della storia credo che li abbiate afferrati, ma moltissimi di voi penseranno che questa storia non li riguarda. Me lo auguro davvero - ma non posso esimermi da farvi un riassunto che metta insieme alcuni pezzi. MPX di solito se ne sta nascosto nei roditori africani, e ogni tanto in seguito al contatto con altri animali quali scimmie o esseri umani fa agevolmente il salto di specie.
Per quanto riguarda l'Homo sapiens , di solito MPX infetta i bambini che, specialmente in quei Paesi hanno più contatto con i roditori. L'infezione si trasmette anche fra le persone, ma generalmente i focolai negli umani si estinguono perché non c'è una fonte di contagio continua che alimenta e permette all'infezione di espandersi. Negli ultimi anni però il contagio ha preso un giro nuovo, estendendosi e perpetuandosi in giovani maschi che hanno abitudini sessuali promiscue, in particolare con uomini. Ma finché questa circolazione virale su «altri binari» non si è verificata fuori dall'Africa, non se ne è occupato nessuno.
vaiolo delle scimmie uomini gay
Da qualche caso segnalato ai primi di maggio siamo arrivati a circa 20 mila casi di infezione di MPX fuori dal continente africano. La demografia e i fattori di rischio sono chiari: uomini che hanno rapporti intimi con partner maschili multipli sono in questo momento vittima e potenziali diffusori di una malattia dolorosissima e invalidante che per di più è carica di stigma. Questo fa sì che i soggetti a rischio non siano inclini a segnalare la malattia al medico, se non in casi estremi.
Io però una cosa ve la devo dire, anzi due. La prima è che questa non è una malattia sessualmente trasmessa come l'HPV o l'HIV. È una malattia che di norma si trasmette per contatto diretto (che include il rapporto sessuale) ed in alcuni casi anche per via respiratoria.
In questo momento l'infezione si amplifica nella comunità dei maschi che hanno più partner maschili, ma può fuoriuscire da quella cerchia di persone e infettare i nuclei familiari. Ecco che MPX trova due ulteriori strumenti per perpetuare la sua esistenza: la circolazione in altre popolazioni. Si potrebbero infettare le persone che vivono a contatto con le persone attualmente infette tra cui anche i bambini, che da settembre andranno a scuola. E lì sappiamo che è proprio difficile controllare le infezioni.
Sintomi del vaiolo delle scimmie
Ma c'è dell'altro. Si potrebbero contagiare i roditori urbani attraverso il contatto con cerotti o garze infette che finiscono nella spazzatura e così si creerebbe un serbatoio permanente che potrebbe perpetuare l'infezione nei nostri territori. La verità è che bisogna agire su più fronti in maniera coordinata comprendendo la circolarità del problema. Bisognerebbe creare presidi medici per le persone a rischio che garantiscano l'anonimato e fare informazione su come prevenire l'infezione.
Informare sulla vaccinazione e offrire la somministrazione di vaccino a chi ne facesse richiesta, prendendo esempio dagli USA. È però anche essenziale smaltire qualsiasi materiale entrato a contatto con le lesioni cutanee in maniera idonea (es. previa disinfezione e in doppio sacchetto chiuso o come rifiuto speciale). Non ultimo, mettere in atto programmi di sorveglianza attiva nei roditori per svelare e eradicare l'infezione quanto prima dovesse verificarsi.
Evoluzione pustole vaiolo delle scimmie
In Italia, siamo a poco più di 400 casi e soltanto attraverso comportamenti adeguati e convergenti potremmo fermare la corsa di questo virus uscito dai binari a noi conosciuti che rischia di spaventare e far soffrire molte persone e di sovraccaricare un servizio sanitario nazionale già stremato da un altro virus, uscito a sua volta dai suoi binari.