kim kardashian gigi hadid kylie jenner post guerra israele

I POST SULLA GUERRA? MEGLIO TACERE - KYLIE JENNER HA PERSO UN MILIONE DI FOLLOWER IN 48 ORE DOPO UN POST IN CUI ESPRIME SOLIDARIETÀ A ISRAELE: LE SUE FAN ARABE HANNO DISTRUTTO I SUOI TRUCCHI E LI HANNO BUTTATI NEL CESSO, GIURANDO DI NON COMPRARE I PRODOTTI DI BELLEZZA DEL SUO GRUPPO - SUL VERSANTE OPPOSTO GIGI HADID, MINACCIATA DALL’ACCOUNT UFFICIALE DI ISRAELE PER LA SOLIDARIETÀ AI PALESTINESI. E KIM KARDASHIAN...

Estratto dell'articolo di Elisa Messina per www.corriere.it

 

account dello stato di israele su instagram minaccia gigi hadid 2

[...] Kylie Jenner, La più piccola delle sorelle Kardashian, 25 anni, fondatrice di un brand di makeup e skincare che nel giro di pochi anni l’ha resa una delle persone più ricche d’america - nonché la donna con più seguito social in assoluto - dopo aver postato un messaggio a di solidarietà a Israele ha perso circa un milione di follower passando da oltre 400 a 399 milioni nel giro di 48 ore. Oltre a ricevere valanghe di critiche e di insulti.

 

La politica di Jenner, come quella di altre star che si sono addentrate sullo stesso terreno scivoloso, è stata quella di rimuovere il post incriminato (per Kylie era una bandiera di Israele con la scritta «Ora e sempre stiamo con il popolo d’Israele»), ma ormai era troppo tardi.

 

kylie jenner 9

Perché lo shit-storm è andato avanti anche sotto post precedenti che nulla avevano a che vedere con Israele e con la Palestina. E si va dalle critiche di pressapochismo («Qualcuno chieda a Kylie Jenner di indicare Israele sulla mappa») ai veri insulti.

 

Non solo: molte giovani e giovanissime del mondo arabo, follower e «clienti» di Jenner fino a pochi attimi prima, hanno reagito al post filo-israeliano della loro beniamina pubblicando video e foto mentre distruggono o gettano nella spazzatura rossetti o altri trucchi del marchio «Kylie».

account dello stato di israele su instagram minaccia gigi hadid 3

[...]

 

Nella stessa grande famiglia di Kylie, quella delle Kardashian, Kim (364 milioni di follower) si è limitata a un post in cui manifesta vicinanza agli amici ebrei e alle loro famiglie. Lei si dichiara molto sensibile a questo tema viste le sue origini armene e il suo impegno a favore del popolo armeno per via delle tensioni nella regione del Nagorno-Karabakh. Seguono preghiere e messaggi di pace per tutti, sempre. Una benedizione urbi et orbi che non scontenta nessuno, insomma.

 

Sulla «barricata» opposta, ma ugualmente sommerse da critiche social e da messaggi di odio, le famose sorelle Gigi e Bella Hadid, figlie dell’immobiliarista di origine palestinese Mohamed Hadid e della ex modella olandese Yolanda van den Henk. Dopo i primi bombardamenti di Israele su Gaza, in risposta, al massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre scorso, Gigi Hadid (circa 80 milioni di follower) scrisse in una storia su Instagram: «Non c’è nulla di ebraico nel trattamento del governo israeliano nei confronti dei palestinesi.

the kardashians stagione 4 12

 

Condannare il governo israeliano non è antisemita e sostenere i palestinesi non significa sostenere Hamas». Molte le accuse di antisemitismo arrivate subito dopo alla modella. E, tra le critiche, è arrivata anche quella dell’account del governo israeliano: «La settimana scorsa dormivi?». In aggiunta una foto esplicita dei massacri perpetrati da Hamas in una dei kibbutz israeliani e la frase: «Se non condanni questo le tue parole non valgono niente».

 

account dello stato di israele su instagram minaccia gigi hadid 1

La consapevolezza di aver toccato un tasto delicato ha spinto subito dopo Hadid a fare un lungo post in punta di penna sul suo account in cui esprime dolore e vicinanza ai suoi «amici ebrei», ribadisce «speranze e sogni» per un popolo palestinese libero, e precisa che tutti gli esseri umani «meritano di avere diritti, libertà e sicurezza a prescindere da religione e nazionalità». [...]

 

In questi giorni Gigi, la sorella Bella e gli altri membri della famiglia Hadid, stando a quanto riporta il sito americano Tmz, avrebbero anche ricevuto esplicite minacce di morte. Non solo attraverso i social ma anche via posta elettronica e telefono. Al punto che il patriarca Mohamed avrebbe preso in considerazione di rivolgersi all’Fbi.

[...]

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