
I RETROSCENA DEL FACCIA A FACCIA A SAN PIETRO TRA TRUMP E ZELENSKY - L’INCONTRO È STATO IMPROVVISATO, MA NON CASUALE – DIETRO C’E’ STATA LA REGIA DI MACRON E STARMER CONVINTI CHE TRUMP, FUORI DAL SUO INNER CIRCLE (E SENZA JD VANCE A FARE IL PROVOCATORE), SIA PIÙ RAGIONEVOLE E MENO IMPULSIVO - IL RUOLO DI COMPOSIZIONE DELLA DIPLOMAZIA VATICANA CHE SI E' MESSA A DISPOSIZIONE PER FACILITARE IL DIALOGO TRA I DUE, PERSINO NELLA BASILICA DI SAN PIETRO - IL GUIZZO DI MONSIGNOR SAPIENZA CHE PORTA LE POLTRONCINE E DELLA CAPA DEL CERIMONIALE DI KIEV CHE SCATTA LA FOTO STORICA…
Estratto dell’articolo di Fabio Tonacci per “la Repubblica”
FUNERALE DI PAPA FRANCESCO - INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY NELLA BASILICA DI SAN PIETRO
Non è la perfezione a spingere la foto nella Storia, quanto piuttosto l’istante di verità che riesce a cogliere di una narrazione imprevista, di un incontro fuori programma ma non casuale. Organizzato all’ultimo ma pensato da tanto. Si vede nella postura scomoda di quei due potenti, in disparte nella basilica più sacra e nel momento più solenne, anche se l’inquadratura è un po’ storta. […] Trump e Zelensky, seppur leggermente sovraesposti in un confessionale improvvisato dove non è chiaro chi sia il peccatore e chi l’assolutore.
Si vede, ancora, nel monsignore che accosta alla parete di marmo la terza sedia che non è servita. E che non sa di essere entrato di spalle nell’immagine che tutto il mondo ricorderà. Quando la direttrice del protocollo presidenziale ucraino che accompagna Zelensky estrae dalla borsa il telefonino e scatta la foto — la prima di una serie di tre — le esequie di Papa Francesco non sono ancora cominciate. Sono le 9.30.
FUNERALE DI PAPA FRANCESCO - INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY NELLA BASILICA DI SAN PIETRO
[…] La bara di cipresso con la salma di Bergoglio è in fondo alla navata centrale, a una settantina di metri. Attorno ai due interlocutori, a distanza, ci sono Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente ucraino, il ministro degli Esteri Andrij Sybiha, l’assistente di Trump Dan Scavino e monsignor Javier Domingo Fernàndez Gonzàlez, responsabile del protocollo della Segreteria di stato della Santa Sede. Spettatori di un momento storico che non riescono a udire.
Il proscenio del colloquio, a tratti bisbigliato, è maestoso: la Cappella del fonte battesimale, più due sedie di legno rivestite di tessuto damascato, rimediate in fretta da monsignor Leonardo Sapienza, curiale compassato e taciturno, che prima degli altri si è accorto che Zelensky e Trump intendevano parlarsi ma non in piedi. Sapienza è quindi uscito sul sagrato e ha sottratto tre sedie dai filari già disposti per le autorità straniere. Tre perché riteneva, sbagliando, che il presidente degli Stati Uniti e il presidente dell’Ucraina avessero bisogno di un interprete per confrontarsi sui concetti opposti di pace giusta.
Due mesi fa il loro faccia a faccia è stato un disastro in mondovisione. Questa però non è la Casa Bianca, è la casa di Dio, non si può alzare la voce, la regola è ascoltare l’altro. E infatti la chiacchierata, durata quindici minuti, ha un altro esito. […] l’incontro non è stato fortuito: ha cominciato a concretizzarsi alla vigilia della trasferta romana per l’ultimo addio al Pontefice della pace.
Venerdì Zelensky non è sicuro di partecipare. […] Trump […] lancia un segnale prima di salire sull’Air Force One che lo porta in Italia. «Se incontrerò Zelensky? È possibile». A quel punto […] i diplomatici si mettono a lavorare per organizzare un bilaterale vero, coi crismi dell’ufficialità. La sede c’è: Villa Taverna, residenza dell’ambasciatore americano nel quartiere Parioli, a poche centinaia di metri dall’hotel dove Zelensky soggiornerà con la first lady. «I tempi però erano stretti, Trump prevedeva una permanenza a Roma troppo breve per un vertice». Dal suo arrivo alla ripartenza, infatti, non trascorreranno più di 15 ore. La soluzione è il colloquio al volo. Breve ma di contenuto.
E a condizione che sia protetto, dove i due presidenti si possano guardare negli occhi senza estranei e senza un vicepresidente provocatore come J.D.Vance ad attizzare gli animi. È un’idea che il premier inglese Keir Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron coltivano da tempo: si sono convinti che Trump, fuori dal suo inner circle, sia più ragionevole, meno impulsivo.
DONALD TRUMP - ZELENSKY - INCONTRO PRIMA DEL FUNERALE DI PAPA FRANCESCO
Stavano lavorando da un po’ per mettere Zelensky e il tycoon in condizioni di parlare senza interferenze e i funerali papali diventano l’occasione ideale. La Santa Sede viene informata dell’incontro nella notte tra venerdì e sabato e gli alti prelati sono d’accordo: la diplomazia vaticana si mette a disposizione per facilitare il dialogo tra i due, dovunque essi vogliano vedersi. La basilica di San Pietro appare a tutti un luogo consono.
[…] Il piano è vedersi trenta minuti prima dell’inizio della liturgia, previsto per le 10. Nella basilica di San Pietro si fanno trovare, non a caso, sia Macron sia Starmer, che infatti incrociano il contemporaneo arrivo di Trump e Zelensky e quasi li accompagnano a sedersi sulle sedie rimediate da monsignor Sapienza. Poche battute, poi l’inglese e il francese lasciano da soli l’ucraino e l’americano. […]
ZELENSKY E DONALD TRUMP PARLANO PRIMA DEL FUNERALE DI PAPA FRANCESCO
FUNERALE DI PAPA FRANCESCO - TRUMP E MACRON
FUNERALE DI PAPA FRANCESCO - TRUMP E MACRON
FUNERALE DI PAPA FRANCESCO - INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY NELLA BASILICA DI SAN PIETRO