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FOREVER YOUNG - UN GRUPPO DI RICERCATORI AMERICANI E SPAGNOLI E’ RIUSCITO, PER LA PRIMA VOLTA, A RIPROGRAMMARE LE CELLULE IN MODO DA RINGIOVANIRLE QUEL POCO CHE BASTA A CANCELLARE I SEGNI DELL'INVECCHIAMENTO SUL DNA - ECCO COME

Silvia Bencivelli per “la Repubblica”

 

DNADNA

Si torna giovani, si torna sani, si vive più a lungo. Basta riportare le lancette dell' orologio biologico indietro, ma indietro di poco, e non pretendere di fare un balzo nel passato, ma soltanto un piccolo passo. Lo ha dimostrato un gruppo di ricercatori americani e spagnoli che per la prima volta sono riusciti a riprogrammare le cellule in modo da ringiovanirle quel poco che basta a cancellare i segni dell' invecchiamento sul Dna.

 

Ma solo quel poco, e senza far perdere loro l' identità di cellula adulta, per esempio, della pelle, del muscolo o del sistema nervoso. Il trucco, si legge nello studio pubblicato ieri dalla rivista Cell, è lo stesso che si usa per produrre le cellule staminali pluripotenti, per cui il giapponese Shinya Yamanaka è stato premiato con il Nobel della Medicina nel 2012. Ed è un trucco basato sulla possibilità di regolare l' espressione (cioè l' accensione o lo spegnimento) di alcuni geni chiave senza toccarne la struttura: l'intervento si definisce perciò non "genetico" ma "epigenetico".

TEST LABORATORIOTEST LABORATORIO

 

La ricerca fornisce diversi elementi di entusiasmo. Per Juan Carlos Izpisua Belmonte del Salk Institute di La Jolla, in California, che ha diretto l' esperimento, il principale è ovvio: «Abbiamo mostrato che l' invecchiamento è un processo plastico, e non avviene necessariamente in un' unica direzione». Anzi: può essere regolato.

 

In questo caso lo si è visto sia su cellule in vitro che su topolini da laboratorio, agendo nella stessa maniera. Cioè si è giocato sui cosiddetti fattori di Yamanaka senza però dare loro un via libera completo, perché se lo si fosse fatto si sarebbe osservato un ringiovanimento delle cellule eccessivo che, come mostrato da ricerche precedenti, provoca lo sviluppo di particolari tipi di tumori originati dalla degenerazione dei tessuti embrionali.

 

futuri accoppiamenti fatti con dnafuturi accoppiamenti fatti con dna

In questo caso invece i ricercatori sono riusciti a regolare l'azione dei fattori dall' esterno attraverso l' introduzione di uno speciale interruttore che rispondeva a un antibiotico, il quale a sua volta poteva essere somministrato o non somministrato dai ricercatori stessi. Così la riprogrammazione è stata fatta durare solo un paio di giorni, invece che due o tre settimane come di consueto. In futuro, spiegano gli scienziati, si potrebbe anche provare con durate diverse o con una riprogrammazione intermittente, perché la ricerca è soltanto all' inizio.

 

Comunque, intanto, il risultato è stato abbastanza clamoroso: le disfunzioni cellulari legate all' età sono chiaramente diminuite, le cellule hanno recuperato la struttura e la funzione di epoche della vita precedenti, e i tessuti sono tornati vitali come un tempo.

 

test del dna test del dna

Ma il dato davvero notevole della ricerca è che le stesse modifiche sono state osservate anche in vivo, cioè nei topolini di laboratorio, nei quali si è notato non soltanto un miglioramento delle funzioni di ciascun organo, ma anche un beneficio complessivo, misurabile, in questo caso, in settimane di vita.

 

Lo si è calcolato con precisione sperimentando il sistema su topini geneticamente predisposti a un invecchiamento precoce e calcolando che la loro vita si allungava mediamente del 30 per cento: da 18 a 24 settimane. Che è come se a noi regalassero, più o meno, vent' anni di vita in salute.

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Ma la ricerca non è importante soltanto per chi cova l' ambizione di vivere a lungo. La maggior parte delle malattie, infatti, ha come principale fattore di rischio l'età, ed è inevitabilmente legata al deterioramento della nostra biologia nel tempo. Tra queste i tumori, le patologie del cuore e dei vasi, e quelle neurodegenerative. E aver cominciato a capire come regolare l' orologio biologico è il primo passo per evitare che si rompa.

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