1. I SERVIZI SEGRETI INGLESI, VIA SATELLITE, ‘’SAPEVANO’’ BENISSIMO CHE IL BOEING 777 DELLA MALAYSIAN AIRLINES ERA PRECIPITATO NELLA PARTE MERIDIONALE DELL’OCEANO INDIANO 2. A LONDRA TUTTO ERA CHIARO GIÀ LA MATTINA DI SABATO 8 MARZO. I MALESI SONO STATI PERÒ INFORMATI SOLO MERCOLEDÌ 12, CI SONO VOLUTI ALTRI TRE GIORNI PRIMA CHE LA PISTA FOSSE CONDIVISA CON GLI ALTRI 25 PAESI IMPEGNATI NELLE INDAGINI E RICERCHE 3. E SCOPPIA UNA GUERRA SENZA PRECEDENTI TRA SPIE, GOVERNI E APPARATI MILITARI, CHE VEDE LA MALESIA ACCUSATA DALLA CINA DI “NASCONDERE LA VERITÀ” PER INCONFESSABILI «INTERESSI ECONOMICI, BELLICI E STRATEGICI” E HA INVIATO IN MALESIA IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI PER “ENTRARE IN POSSESSO DELLE PROVE” CHE AVREBBERO SPINTO LA MALESIA, DOPO 17 GIORNI, A COMUNICARE CHE IL BOEING ERA PRECIPITATO

Giampaolo Visetti per ‘La Repubblica'

La Cina non crede che il Boeing 777 della Malaysian Airlines, scomparso dall'8 marzo con 239 persone a bordo, sia precipitato nella parte meridionale dell'Oceano Indiano, come affermato dal premier malese Najib Razak. Pechino accusa Kuala Lumpur di «irresponsabilità» e ha inviato in Malesia il viceministro degli Esteri per «entrare in possesso delle prove» che avrebbero spinto Razak, dopo 17 giorni, a comunicare con un sms che «tutti coloro che viaggiavano sul volo MH370 sono morti».

Guerra senza precedenti tra spie, governi e apparati militari, che vede la Malesia accusata di «nascondere la verità» per inconfessabili «interessi economici, bellici e strategici». A scatenare la rabbia di Pechino - dove ieri i parenti dei dispersi hanno potuto dare d'assalto all'ambasciata malese al grido di «assassini» - il fatto che le informazioni sul luogo dove il Boeing sarebbe precipitato sono giunte da Londra, in collaborazione con Australia e Stati Uniti. Il mondo ha così appreso che l'intelligence della Gran Bretagna controlla ancora il Pacifico meglio di quella cinese, prima potenza dell'Oriente.

La svolta al mistero è giunta infatti dai dati captati dalla società londinese Inmarsat, a cui si appoggia la statale "Air Accidents Investigation Branch". Per la prima volta i satelliti militari di ultima generazione sono stati sintonizzati sugli impulsi emessi dai velivoli civili anche dopo lo spegnimento volontario degli strumenti di bordo che segnalano le coordinate di ogni aereo. Inmarsat ha così potuto seguire il volo invisibile MH370 tra l'1.21 dell'8 marzo, ora dell'ultimo messaggio del co-pilota, e le 8.11 dello stesso giorno, attimo in cui il Boeing si è inabissato nell'oceano, 2500 chilometri al largo di Perth.

I satelliti hanno captato ogni ora i "ping" del jet malese dirottato, per sei volte, localizzando i due corridoi che poteva seguire per sfuggire ai radar: uno a nord, verso Thailandia e Asia centrale, e uno a sud, in direzione di Indonesia e Australia. Calcoli complessi hanno permesso ai tecnici britannici di escludere la rotta nord, delimitando un'"area di caduta" vasta quanto il Texas, nel cuore dell'Oceano Indiano. La variazione della lunghezza d'onda dei segnali non può rilevare velocità e direzione di un velivolo e neppure la sua esatta posizione. Definisce però la zona in cui si trova e lo spostamento tra un segnale e l'altro, permette di ricavare rotta e rapidità.

Grazie a dati riservati, che fino a ieri non si sapeva fossero rilevabili, la società britannica ha stabilito che a quasi 7 ore dal dirottamento, il Boeing 777 volava a circa 450 nodi, in
direzione sud-ovest, in mezzo all'oceano, troppo distante da qualsiasi spazio di atterraggio in rapporto al carburante disponibile. Di qui la conclusione: l'aereo è precipitato in mare, tutte le persone a bordo sono morte. Il mistero da chiarire, oltre a chi e perché ha diretto il jet verso una trappola mortale ancora ignota, è ciò che è successo dopo che Inmarsat ha captato l'ultimo "ping".

A Londra tutto era chiaro già la mattina di sabato 8 marzo. I servizi segreti malesi sono stati però informati solo mercoledì 12, ci sono voluti altri tre giorni prima che la pista fosse condivisa con gli altri 25 Paesi impegnati nelle indagini e solo martedì 18 l'Australia ha reso pubblico che le ricerche si concentravano a sud dell'Oceano Indiano.

Kuala Lumpur ha infine dato l'annuncio lunedì 24, con 17 giorni di ritardo: e ieri, dopo che il maltempo ha costretto a sospendere le perlustrazioni, il governo australiano ha detto che «prima di cercare l'ago in un pagliaio, bisogna trovare il pagliaio». Ritardi, reticenze e depistaggi inquietanti, tali da scatenare la "guerra della verità" tra Cina e Malesia: e da indurre gli Stati Uniti a inviare sul posto localizzatori di scatole nere e droni subacquei fino ad oggi tenuti gelosamente segreti.

 

VOLO MALESE youfeed con tomnod anche il popolo del web cerca il volo mh della malaysia airlines scomparso una foto del jet malaysia airlines scomparso Si prega in aeroporto a Kuala Lumpur Nave americana in cerca dello scomparso aereo Laereo avrebbe proseguito per cinque ore dopo la scomparsa dal radar MALESIA, AEREO PRECIPITA IN MAREALLA RICERCA DELL AEREO MALAYSIA SCOMPARSO

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…