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‘IL MIO PARADISO DA PENSIONATO ITALIANO’. PAOLO ZILIANI, GIORNALISTA SPORTIVO, RACCONTA CASCAIS, DOVE NON SI PAGANO TASSE E LA VITA (MERAVIGLIOSA) COSTA LA METÀ - ‘L' ITALIA AVREBBE TUTTO PER FARE COME IL PORTOGALLO. INVECE, FA VENIRE VOGLIA DI ANDARE VIA. DAI RISTORANTI AL MARE, DAL PANE AI TAXI. TUTTO E' MIGLIORE E MENO CARO

paolo ziliani paolo ziliani

 

 

Estratti dall’articolo di Paolo Ziliani per il Fatto Quotidiano

 

Qualche tempo dopo essere andato in pensione vengo casualmente a saperlo: grazie a una legge italiana del 14 maggio 1980 (accordo bilaterale con il Portogallo), se divento residente non abituale in Portogallo, il che comporta passare 6 mesi e un giorno nel nuovo Paese, posso ricevere la mia pensione, accreditata all' estero, al lordo, ossia senza il 37% di trattenute dello Stato italiano; dopodiché, per libera decisione del Portogallo, non verserò alcuna tassa per un periodo di 10 anni.

 

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Interessante, mi dico. Ne discuto in casa e a dicembre 2016 vado a passare qualche giorno a Cascais, la città sull' oceano a 25 km da Lisbona dove re Umberto di Savoia andò in esilio nel giugno 1946, per farmi un' idea. Il periodo è il meno indicato, ma in realtà non è così: perché i giorni che trascorro li passo in un clima mite, la gente che passeggia vestita leggera, molti ragazzi addirittura in camicia o t-shirt. In quanto alla città, è splendida: inondata da una luce indescrivibile e rinfrescata dalle acque dell' oceano che respiri in ogni momento a pieni polmoni.

 

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C' è una passeggiata che parte da Cascais e costeggia l' Oceano toccando le spiagge di Monte Estoril, Estoril, Sao Joao e Sao Pedro: 40 minuti andare e 40 tornare che ti rimettono al mondo. Torno e dico ai miei che sarebbe da pazzi non avvalersi di una simile opportunità. Così riparto e in pochi giorni sbrigo la pratica per diventare residente non abituale: codice fiscale, casa in affitto, conto corrente, documento di cittadinanza, iscrizione all' Aire.

 

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Poi incomincio a vivere (anche) a Cascais: e subito mi accorgo che spendo la metà rispetto all' Italia.

 

A partire dal mangiare. (…) scopri ristoranti, generalmente piccoli, da sogno. (…) Con mia moglie e mio figlio, che a marzo vengono a trovarmi, pranziamo spendendo 25 euro in tre. Essendo Cascais una città di mare, i ristoranti di pesce abbondano. (…) polipo, freschissimo, (…) cozze, (…) il pesce che vuoi, te lo pesano e ti dicono il prezzo, dopodiché lo cucinano nel modo scelto da te. Ti diverti, persino.

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Sempre nella piazza del mercato, mercoledì e sabato c' è il mercato della frutta, della verdura e dei fiori. I prezzi sono la metà di quelli italiani. (…). Come il pane. E come i taxi (…). E le spiagge, che peraltro per 4/5 sono libere.

 

Nel bagno più costoso, quella della spiaggia di Conceiçao, un mese di ombrellone a luglio e agosto costa 600 euro (150 a settimana) quando nel bagno meno rinomato a Forte dei Marmi te ne chiedono 1.500. A 5 minuti da Piazza 5 de Outubro, dov' è il Municipio, ho visitato il museo Castro Guimaraes.

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All' interno ho scoperto un parco lussureggiante, il Marechal Carmona, sempre aperto al pubblico, con alberi secolari, sentieri, laghetti, ombreggiatissimo, popolato da ogni tipo di uccelli, pavoni, galli, germani, e disseminato di sgabelli e sdraio che puoi portare dove ti pare, un luogo incantato, immerso nella frescura e nel silenzio. Quando non mi va di prendere il sole, vengo qui e leggo e penso e mi rilasso. Un' altra cosa che mi ha colpito è la pulizia: delle strade (non c' è una carta per terra), della case (non c' è una scritta su un muro), di ogni luogo.

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Capisci che il bene pubblico è considerato qui, da tutti, un valore primario, un dovere individuale.

 

Sono qui, in Portogallo, a trascorrere giorni che mai avrei immaginato di poter vivere, e mentre aspetto che mia moglie si disimpegni dal lavoro e mi raggiunga più spesso, e che mio figlio, studente, ne approfitti e voli qui con amici e amiche, mi domando perché l' Italia, che certo non è meno attraente del Portogallo, non ha saputo fare altrettanto.

 

Qui esco la mattina e sento parlare inglese, francese, tedesco, olandese, svedese, russo, italiano. Succede perché abitare qui è davvero bello, non è costoso e la gente si sente accolta. L' Italia avrebbe tutto per fare come il Portogallo. Invece, fa venire voglia di andare via.

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