angelo becciu bergoglio papa francesco

“IL PROCESSO A BECCIU E’ STATO DI NATURA POLITICA” – ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA SPINGE IL "CORRIERE" A SCHIERARSI A DIFESA DEL CARDINALE CONTRO BERGOGLIO: “E’ EMERSA LA SOSTANZIALE INNOCENZA DEL CARDINALE BECCIU DALLE ACCUSE CHE GLI VENIVANO MOSSE. SIGNIFICA ALLORA LA SUA PROBABILE ASSOLUZIONE? NON È PER NULLA DETTO" – IL PESO CONDIZIONANTE DELL’ORIENTAMENTO DEL PAPA: "IL PONTEFICE CAPISCA, ANCHE RICREDENDOSI, CHE L'ASSOLUZIONE E' L'UNICA SCELTA GIUSTA. SI METTEREBBE FINE A UNA VICENDA CHE..."

Ernesto Galli Della Loggia per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

giovanni angelo becciu papa francesco bergoglio

Ormai vicino al momento del verdetto il processo al cardinale Becciu ha finito per trasformarsi non dico in un processo ma di sicuro in una decisa smentita ai suoi accusatori. Del resto era prevedibile che se la corte non si fosse lasciata intimidire (come è infatti è fortunatamente accaduto) le cose sarebbero andate più o meno così. E pazienza se a causa della «copertura» limitata che la stampa ha dato al dibattimento l’opinione pubblica non ha avuta modo di rendersene adeguatamente conto.

 

(...)

 

ANGELO BECCIU INTERVISTATO DA ANTONINO MONTELEONE - LE IENE

A tutto ciò ogni seduta del processo ha aggiunto questo o quell’aspetto di un panorama nel complesso desolante: indagini secretate di cui gli avvocati della difesa non hanno saputo mai nulla, una fitta rete di scandali, di irregolarità, di leggerezze, di conti correnti cifrati che emergevano a ogni momento, ombre di corruzione, investimenti immobiliari dubbi, contrasti feroci tra le diverse istituzioni dello Stato Vaticano.

 

E infine quasi in contemporanea, sullo sfondo (ma in un rapporto evidente con quanto andava accadendo nel corso processo) un decisivo mutamento dei tradizionali equilibri politici all’interno della Santa Sede: la drammatica perdita di immagine, di competenze e di potere da parte della Segreteria di Stato e lo Ior, invece, sempre più sul podio del vincitore.

 

ANGELO BECCIU INTERVISTATO DA ANTONINO MONTELEONE - LE IENE

È venuto fuori di tutto, insomma, i questi due anni nell’aula del tribunale vaticano. Ma soprattutto è emersa la sostanziale innocenza del cardinale Becciu dalle accuse che gli venivano mosse. Scrivo sostanziale perché nella lunga e complessa attività di una carriera come la sua sfido qualunque leguleio a non riuscire a trovare qualche parere omesso che andava richiesto, qualche procedura amministrativa non perfettamente eseguita, qualche insignificante «abuso d’ufficio». Ma non era certo di cose simili che l’alto prelato sardo doveva rispondere, come si sa. Bensì di essere stato un servitore infedele e corrotto della Santa Sede, di averle scientemente procurato un rilevantissimo danno finanziario con la gestione patrimoniale dell’edificio londinese di Sloane square, e da ultimo di essersi servito della propria carica per favorire in modo truffaldino parenti e conoscenti. Tutte accuse cadute fragorosamente nel nulla nei due lunghi anni del processo.

 

Significa allora tutto ciò la sua probabile assoluzione? Non è per nulla detto.

PAPA FRANCESCO E IL CARDINALE BECCIU

 

Proprio la palese inconsistenza dell’accusa via via sempre più evidente, infatti, è valsa a rivelare la natura vera, tutta politica, di questo processo. Natura politica in gran parte oscura ma almeno per un aspetto clamorosa, dal momento che solo il pieno coinvolgimento della massima autorità dello Stato vaticano — cioè della persona del Papa — nella preparazione del processo stesso e nel suo svolgimento lo ha di fatto reso possibile così come esso si svolto. E dunque è per l’appunto un tale coinvolgimento che rende quanto mai delicato l’esito del processo stesso. Fino a qual punto, infatti, quel coinvolgimento si spingerà? E con quale intenzione?

 

PROCESSO A ANGELO BECCIU IN VATICANO

Questo è il vero interrogativo al quale è chiamato a rispondere il verdetto atteso tra pochi giorni che il tribunale ha il non facile compito di emettere ma dietro il quale è più che naturale che l’opinione pubblica immagini il peso condizionante dell’ orientamento del Papa. Un sospetto che soprattutto in queste ore deve particolarmente gravare sulle spalle del presidente Pignatone.

 

Esclusa, viste le risultanza del dibattimento, una sorprendente pronuncia di colpevolezza dell’imputato secondo le delirante richieste dell’accusa (sette anni e rotti di galera), ed esclusa altresì la soluzione ipocrita di una «condannuccia» (la montagna che partorisce il classico topolino), tanto per far vedere che il processo ha avuto comunque motivo di essere, una sola strada sembra aprirsi capace di concludere in modo non indegno questa grigia vicenda. E cioè che l’autorità decisoria si convinca a intitolarsi l’assoluzione di Becciu. Che il Papa, assistito dal consiglio del presidente Pignatone, capisca, anche ricredendosi, che sulla base delle risultanze processuali, è quella l’unica scelta giusta.

Giovanni Angelo Becciu

 

Non solo e non tanto un’assoluzione ma la presa d’atto della verità. Sì, anche ricredendosi: Bergoglio non ci ha forse abituati nel corso del suo pontificato a svolte improvvise, a repentini cambiamenti di umori e di prospettiva, a colpi di scena? Si metterebbe così fine a una vicenda nella quale i motivi e i retroscena veri, i veri attori, restano tuttora nell’ombra più fitta e in cui forse a tirare davvero i fili non è stato neppure il Papa stesso.

ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA

angelo becciu papa francescobecciuMONSIGNOR ANGELO BECCIUgiovanni angelo becciu

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…