scontrino omofobo

VENDETTA GAIA - L'ATTIVISTA LGBT IMMA BATTAGLIA FRENA IL "GIUSTIZIALISMO ARCOBALENO" CHE VORREBBE INFIERIRE SULLA “LOCANDA RIGATONI” PER LO SCONTRINO OMOFOBO: “NON E’ POSSIBILE CHIEDERE LA REVOCA DI UNA LICENZA, METTENDO IN GINOCCHIO ATTIVITA’ FAMILIARI, SOLO PERCHE’ UN DIPENDENTE SI COMPORTA MALE. FOMENTARE L’ODIO E’ GRAVE QUANTO L’OMOFOBIA”

eva grimaldi imma battaglia

1 - DALLA BACHECA FACEBOOK DI IMMA BATTAGLIA

Apprezzo molto la posizione del Ilmessaggero.it che non insiste con un atteggiamento giustizialista, esagerato, su di un episodio che riguarda principalmente l'ignoranza e la cattiva educazione di un cameriere, peraltro, immediatamente licenziato!

 

Non è possibile chiedere la revoca di una licenza, magari mettendo in ginocchio attività familiari, solo perchè "un dipendente" si comporta male! La proprietaria ha fatto quello che era giusto fare: chiedere immediatamente scusa e licenziare il dipendente; cosa altro vogliamo fare? A volte bisogna anche saper dire: "Grazie ho compreso, basta così". Fomentare l'odio, far crescere il giustizialismo è grave quanto l'omofobia!

imma battaglia mauro leone vladimir luxuria

Non credete??

 

2 - SCONTRINO CON SCRITTE OMOFOBE, RISTORANTE ROMANO OFFENDE COPPIA GAY. CAMERIERE LICENZIATO

Da https://www.ilmessaggero.it

 

Un conto a suon di frasi omofobe stampate su uno scontrino. E così, tra il prezzo dei fiori di zucca e la carbonara è spuntata la dicitura «pecorino no, fr... sì». È quanto una coppia gay, al tavolo di un ristorante a Roma, si è ritrovata a leggere dopo cena sulla ricevuta da pagare.

 

Ma ora, oltre all'indignazione, sono scattate verifiche del Campidoglio e le proteste degli utenti sui social e sui siti di rating turistico: centinaia di commenti negativi allo scopo di boicottare il locale e portare a zero il gradimento del ristorante, per il quale il Gay Help Center chiede la revoca della licenza. Il locale oggi ha licenziato il cameriere responsabile del gesto, ma l'episodio è accaduto la sera di giovedì scorso, quando i fidanzati, due 21enni, avevano deciso per la prima volta di uscire in pubblico come coppia.

SCONTRINO OMOFOBO A ROMA

 

Durante la cena alla 'Locanda Rigatonì al centro di Roma, vicino a Piazza San Giovanni, i due hanno ordinato dei primi, chiedendo di sostituire del pecorino con del parmigiano. Poi, alla fine della cena, si sono visti arrivare un conto che sapeva di scherno. Sullo scontrino c'era scritto: «Pecorino no, fr... sì». Le proteste e la richiesta di spiegazioni sono avvenute tra le risate del cameriere, che parlava di «errore del computer».

 

A quel punto - raccontano i ragazzi - è intervenuta la proprietaria, ribadendo che si era trattato solo di un problema tecnico e dopo mezzora di discussioni, invece delle scuse, è arrivata l'offerta riparatoria di non far pagare il conto ai due. Tutto è finito tra le proteste dello stesso cameriere, il quale si è lamentato con la coppia «per avere fatto una brutta figura con gli altri clienti».

LOCANDA RIGATONI

 

Una cena al veleno che i due non hanno digerito, denunciando tutto al Gay Help Center, che ora chiede la revoca della licenza al ristorante e di valutare anche le sanzioni da adottare, ricordando un episodio a Roma avvenuto nel 2012, quando ad un locale fu sospesa la licenza per aver esposto un cartello con una scritta omofoba. «Quanto accaduto è un fatto molto grave e non ha nulla di divertente - sostiene Fabrizio Marrazzo, responsabile dell'associazione - purtroppo ogni anno riceviamo oltre 20.000 contatti al nostro servizio per episodi di omofobia».

 

STRISCIONE CONTRO LOCANDA RIGATONI

La stessa richiesta è arrivata dalla senatrice M5s Alessandra Maiorino. La sindaca Raggi, ha definito l'episodio «gravissimo» ed è in attesa di una serie di verifiche avviate dal Campidoglio. «L'omofobia non è uno scherzo. E con l'intolleranza non si gioca mai», ha scritto su Twitter Mara Carfagna, vice presidente della Camera. Sulla scia del clamore mediatico, i gestori del locale hanno licenziato il cameriere, un giovane poco più che ventenne che lavorava a chiamata, scusandosi e chiedendo alla comunità Lgbt la «collaborazione per un percorso di tolleranza». La Confesercenti di Roma chiede ora che venga istituito un bollino di qualità per i pubblici esercizi, che possa garantire ai clienti e ai turisti un «galateo dell'accoglienza».

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