UN IMPIEGATO CONTABILE DEL MINISTERO DELL'INTERNO È STATO CONDANNATO A TRE ANNI PER MALTRATTAMENTI FAMILIARI – SECONDO L'ACCUSA, IL 60ENNE HA PICCHIATO PIÙ VOLTE SUL VISO LA MOGLIE, L'HA “SEGREGATA” IN CASA E L'HA INSULTATA CON FRASI COME “SEMBRI UN MAIALE, VAI A FARE LA PUTT… COSÌ GUADAGNI I SOLDI”. E AVREBBE COSTRETTO LA DONNA E I LORO TRE FIGLI MINORENNI A VIVERE IN CONDIZIONI DI ESTREMA POVERTÀ, “SENZA LUCE, RISCALDAMENTO E GAS…”
Estratto dell’articolo di Silvia Pollice per “il Messaggero”
Prima l'aveva denigrata con vari insulti come «sembri un maiale, vai a fare la p... così guadagni i soldi» e «non ti meriti niente», poi l'aveva picchiata ripetutamente sul viso, lasciandole vistosi ematomi al punto che la 40enne Giovanna (nome di fantasia) doveva nascondersi dietro al frigorifero per piangere e sfuggire ad altre percosse.
[…] costringeva lei e i loro tre figli minorenni a vivere in condizioni di estrema povertà dentro casa, «senza luce, riscaldamento e gas, mettendo in pericolo la salute della famiglia» si legge nel capo di imputazione. Per questo motivo, il sessantenne, impiegato contabile del Ministero dell'Interno, è stato condannato dal collegio della prima sezione penale del tribunale romano a tre anni di reclusione per maltrattamenti familiari.
Ma, sebbene il pm Eugenio Albamonte avesse chiesto una condanna a sette anni, i giudici lo hanno assolto dall'accusa di violenza sessuale nei confronti della sua ex compagna nonostante, secondo gli atti della Procura, l'uomo «la obbligasse ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà» e «le alzava la maglietta palpandola, anche alla presenza dei figli minori, tanto da impedirle una pronta reazione».
Gli episodi erano avvenuti […] tra il 2014 e il 2018, dalle quali l'uomo impediva alla vittima di uscire persino per incontrare le sue amiche oppure per cercarsi un lavoro. Finché, nel 2018, Giovanna (difesa dall'avvocatessa Carla Rosaria Quinto) e i tre bambini erano stati accolti in una casa famiglia per sfuggire alle sue angherie.
Invece, il sessantenne (rappresentato dal penalista Giovanni Arona) non solo non era stato sottoposto a nessuna misura cautelare, ma aveva conservato il suo posto di lavoro al Viminale.