TU CHIAMALE, SE VUOI, EREZIONI – IN FRANCIA UN UOMO RICOVERATO IN TERAPIA INTENSIVA HA UN DURELLO PER OLTRE 4 ORE: “IL PRIAPISMO CAUSATO DAL COVID” – DIVERSI STUDI AVEVANO INDICATO NEI TESTICOLI UNA POSSIBILE SEDE DI REPLICAZIONE DEL VIRUS, COSA CHE AVREBBE SPIEGATO, ALMENO PARZIALMENTE, LA PIÙ ALTA MORTALITÀ PER COVID-19 RISCONTRATA NEGLI UOMINI. MA NON CI SONO CONFERME. QUELLO CHE È CERTO È CHE IL PRIAPISMO È GENERALMENTE ASSOCIATO A…
ROBERTA DE CAROLIS per https://www.greenme.it/
È rimasto per 4 ore in erezione fuori controllo un paziente francese con una forma severa di Covid-19, poi superata. Il caso, che sta facendo discutere, appare in realtà in linea con quanto osservato in precedenza circa le multiple trombosi associate all’infezione. La ricerca è stata condotta da un team francese guidato dal Centre Hospitalier de Versailles.
Per i medici nulla di così imprevedibile, per il paziente e i suoi cari un po’ meno: dopo aver contratto una forma grave di Covid-19, un 62-enne di cui non sono note le generalità, in Francia, ha sperimentato il priapismo, ovvero un’erezione patologica del pene, che è rimasto lontano dalla posizione di “riposo” per circa 4 ore nonostante il paziente fosse sedato.
La condizione, il cui nome proviene dal dio greco Priapo, la divinità dal fallo gigante simbolo di fertilità, è considerata un’emergenza medica, al di là di qualche facile battuta, ed è dovuta ad un problema di coagulazione del sangue, che quindi necessita di trattamenti adeguati ospedalieri.
L’infezione da SARS-CoV-2 può provocare trombosi diffuse, come ripetutamente confermato su diversi casi di infezioni importanti. Nulla quindi di così imprevedibile, sulla carta, una conseguenza a livello inguinale che, negli uomini, può tradursi in disfunzioni erettili. D’altronde il caso contrario, ovvero difficoltà o impossibilità di sperimentare erezione, è curata proprio con farmaci che intervengono sulla coagulazione (come il più noto Viagra).
Nell’articolo, che è stato pubblicato su ‘The American Journal of Emergency Medicine’, si riporta che il paziente aveva una storia pregressa con interventi chirurgici in zona inguinale e che la forma di infezione da coronavirus che l’aveva colpito si era manifestata molto presto come piuttosto acuta e potenzialmente pericolosa.
“All’arrivo dell’équipe medica di emergenza, il paziente mostrava insufficienza respiratoria e quindi è stato prontamente intubato e ventilato meccanicamente […] e sedato. Ha poi sperimentato un’insufficienza emodinamica sul posto, per la quale ha ricevuto rianimazione tramite infusione di 0,1 μg / kg / min di noradrenalina”.
La TAC ha mostrato chiari segni di infezione in tutto il parenchima polmonare, anche se senza embolia. All’arrivo in terapia intensiva, il paziente aveva febbre a 38.5 °C e una pressione sanguigna lievemente alta con battiti cardiaci con frequenza superiore alla norma.
Ma soprattutto uno “strano” priapismo non precedentemente identificato e in assenza di catetere. Sedato, il 62-enne non poteva comunque rispondere a domande per verificare l’eventuale percezione di dolore.
Precedenti studi avevano indicato nei testicoli una possibile sede di replicazione del virus, cosa che avrebbe spiegato, almeno parzialmente, la più alta mortalità per Covid-19 riscontrata negli uomini, e tracce del virus erano state trovate anche nello sperma di alcuni pazienti. Ma questi legami, per ora, non sono stati confermati.
Quello che è certo è che il priapismo è generalmente associato a ischemie e più in generale a problemi di coagulazione, che il paziente era affetto da Covid-19, confermato poi dai test di laboratorio, tra l’altro in una forma molto acuta che ha reso necessaria la ventilazione meccanica, e che lui stesso è rimasto per 4 ore con un’erezione fuori controllo, poi fermata farmacologicamente e meccanicamente, anche tramite applicazione di ghiaccio.
Ma soprattutto, è noto che l’infezione da SARS-CoV-2 può portare a trombosi diffuse. E sembra, per ora, proprio questa la chiave.
“La clinica e gli esami di laboratorio riscontrati nel nostro paziente suggeriscono fortemente il priapismo correlato all’infezione da SARS-CoV-2 – si legge nelle conclusioni del lavoro – Questa emergenza medica dovrebbe essere riconosciuta dagli operatori sanitari e trattata tempestivamente per prevenire complicazioni funzionali acute e croniche”.
Gli autori precisano che sono necessari ulteriori studi perché questo, per ora, è un unico caso, giustificato scientificamente, ma comunque uno solo.
Non mancheranno, immaginiamo, aggiornamenti che, al di là della curiosità , potrebbero aggiungere ulteriori tasselli alla ricostruzione dei meccanismi di infezione e diffusione di questa pandemia.