AVETE VOLUTO LA PARITÀ? E ORA AL TORNIO! IN GERMANIA SI CERCA DI CONVINCERE LE RAGAZZE A LAVORARE NELLE FABBRICHE, SETTORE NEL QUALE MANCANO DIPENDENTI QUALIFICATI - E POI LE DONNE SONO CONSIDERATE PIÙ ATTENTE, AFFIDABILI, PRECISE
Roberto Giardina per “Italia Oggi”
Durante la Grande guerra, gli uomini morivano al fronte, e le donne a casa dovettero cominciare a fare anche i lavori maschili. Si misero alla guida dei tram, o andarono in fabbrica. Dopo, non si è più tornati indietro, anche se ancor oggi qualcuno si meraviglia se, salito a bordo di un aereo, ad augurargli buon viaggio è una signora pilota.
A Berlino nessuno si stupisce se al volante di un immenso bus a due piani vede una fragile biondina. Il servosterzo non richiede muscoli da macho, sempre ammesso che uomini con pancioni da birra e braccia flaccide li abbiano mai avuti.
Ma certi mestieri sono sempre una riserva maschile. Non sempre perché alle donne non piacciano. Molti anni fa, a Milano, conobbi tre ragazze che avevano creato un team di pronto intervento, capaci di tutto, da riparare un lavandino a installare una nuova libreria.
Difficile, quasi impossibile, che un artigiano insegni la sua arte a un estraneo, lo farà con il suo apprendista, se non trova eredi in famiglia per la bottega. «Con noi sono stati tutti gentili e disponibili, falegnami e idraulici ed elettricisti, mi raccontarono le tre milanesi, perché siamo donne. Secondo loro, prima o poi «ci stancheremo e non faremo loro concorrenza».
Non so come sia poi andata a finire. Ma ancor oggi in Germania è difficile che le ragazze svolgano certi lavori. Ed è un guaio per l'industria tedesca. Non si trovano operai specializzati a sufficienza. E nelle scuole professionali, le giovani sono sempre una rarità. Un circolo vizioso, sono poche e non aumentano perché chi frequenta una scuola professionale si trova circondata da maschi, compagni e professori, ancora vittime di pregiudizi.
Su 70 mila apprendisti, appena il 10% è formato da ragazze. E alle imprese mancano altri 50 mila giovani da addestrare. Tanto per smentire l' accusa alla Merkel di aver aperto le frontiere agli immigrati per trovare lavoratori, sul milione e centomila arrivati nel 2015, appena 20 mila sono in grado di svolgere un lavoro in un'industria moderna.
Oggi, anche per lavorare a una catena di montaggio, o su un furgone della spazzatura, servirebbe l' Abitur, la licenza liceale o un titolo equivalente, dichiarano i datori di lavoro.
Si deve infatti saper usare un computer, avere qualche conoscenza base dell'inglese, per manovrare macchine complesse. Il numero di disoccupati è sceso a maggio di altre 80 mila unità, a 2 milioni e 600 mila, 90 mila meno rispetto all' anno scorso, il 6%.
I giovani disoccupati sono il 7%, in Italia quasi il 40, il 45 in Spagna. I posti vacanti sono tuttavia ancora 600 mila. Non trovare dipendenti qualificati impedisce di creare posti anche per semplici lavoratori, si lamentano gli imprenditori. Per questo si cerca di convincere le ragazze a imparare un mestiere maschile: loro sono più attente, affidabili, precise.
Perché confinarle nelle attività classiche, commesse, segretarie, maestre d' asilo?
Il lavoro in fabbrica non è più pesante come una volta, e si guadagna bene. Un apprendista ha un salario di almeno 800 euro al mese, e le aziende per accaparrarsi i più bravi offrono benefits: casa, corsi di aggiornamento, abbonamenti sui mezzi pubblici, perfino biglietti per i concerti dei cantanti più amati.