IN ISRAELE CADE LA PRIMA TESTA PER IL MASSACRO DEL 7 OTTOBRE. E “BIBI” CHE FA? – IL CAPO DELL’INTELLIGENCE MILITARE, AHARON HALIVA, SI DIMETTE PER GLI ERRORI CHE HANNO PERMESSO L'ASSALTO DI HAMAS, MA CHIEDE UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA PER INDAGARE SULLE MANCANZE NELLA CATENA DI COMANDO E AI VERTICI DELLO STATO: “È NECESSARIA PER IL BENE DEL PAESE” – IL PREMIER ISRAELIANO, CHE NON SI È MAI ASSUNTO ALCUNA RESPONSABILITÀ PER LA DISFATTA, SI OPPONE – HALIVA AVEVA RICEVUTO UN ALLARME ALLE 3 DEL MATTINO DI QUEL 7 OTTOBRE, MA...
Estratto dell’articolo Davide Frattini per il “Corriere della Sera”
Da comandante della brigata paracadutisti una ventina di anni fa, avvertiva le reclute «che c’erano buone possibilità di tornare in una bara». E ai riservisti che si presentavano lasciando il lavoro per il periodo di addestramento obbligatorio diceva «che per colpa delle loro proteste contro il carovita, le forze armate avevano meno missili».
Non è la prima volta che il generale Aharon Haliva crea controversie con le sue parole. Anche per quelle che non ha detto nei mesi precedenti ai massacri del 7 ottobre: da capo dell’intelligence sarebbe stato lui, anche se non il solo, a dover lanciare l’allarme, a leggere i segnali dalla Striscia di Gaza.
Fino alle 3 del mattino, poche ore prima degli assalti, quando in vacanza con la famiglia a Eilat è stato chiamato dagli ufficiali per avvertirlo che qualcosa si stava muovendo dall’altra parte della barriera. Alla fine lo Stato Maggiore aveva deciso di non mobilitare le truppe. I movimenti di Hamas — è stata l’interpretazione — erano l’ennesima esercitazione. Non lo era. Adesso Haliva lascia Tsahal dove ha passato quasi 38 dei 56 anni.
Benjamin Netanyahu Aharon Haliva
Lo fa con una lettera in cui scrive che già all’inizio della guerra, oltre 6 mesi e mezzo fa, voleva andarsene, si era preso subito pubblicamente la responsabilità di non aver intuito l’entità dell’assalto, 1.200 israeliani uccisi. «Da allora porto con me quel giorno terribile, il dolore resterà per sempre». Chiede una commissione di Stato per indagare sulle mancanze nella catena di comando e ai vertici dello Stato: «Sono convinto che sia necessaria per il bene del Paese e per le generazioni future».
È il tipo di mandato pieno per l’inchiesta a cui il premier Benjamin Netanyahu si è sempre opposto: l’uomo che ha guidato Israele per 13 degli ultimi 15 anni non si è mai preso la responsabilità della tragedia.
Il generale è il primo comandante di alto livello a dimettersi, dopo di lui ha annunciato il ritiro ad agosto anche Yehuda Fuchs, il capo del Comando centrale, che sovraintende le truppe in Cisgiordania e non è stato coinvolto direttamente nelle decisioni legate al 7 ottobre.
[...] Herzi Halevi, il capo di Stato Maggiore, Ronen Bar, il direttore dei servizi segreti interni, e i comandanti del settore sud hanno tutti proclamato di voler lasciare alla fine della guerra. Haliva dopo gli 11 giorni di scontro con Hamas a Gaza nel maggio del 2021 aveva sostenuto che «i fondamentalisti non avrebbero cercato un altro confronto per molto tempo». [...]
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