stanze di raffaello

IN LODE DEI MEGALOMANI - SENZA UN EGO SMISURATO GIULIO II NON AVREBBE CHIESTO A RAFFAELLO DI AFFRESCARGLI DA CIMA A FONDO LE PARETI DEL SUO NUOVO APPARTAMENTO OCCUPATO NEL PALAZZO VATICANO - PER CHI VUOLE FARSI NOTARE VALE LA LEGGE DI OSCAR WILDE: “LA MODERAZIONE È UNA COSA FATALE. NULLA HA PIÙ SUCCESSO DELL'ECCESSO”

Francesca Bonazzoli per “Liberi Tutti - Corriere della Sera”

 

GIAN LORENZO BERNINI 2

«Non mi si parli di nulla che sia piccolo!», minacciava Gian Lorenzo Bernini in viaggio verso Parigi. Il grande scultore, che a Roma aveva approntato spettacolari scenografie per i papi, temeva sopra ogni cosa che il re Luigi XIV non avesse le stesse manie di grandezza della curia romana. È inutile girarci intorno: anche oggi, fatte le dovute proporzioni, per mettersi sui muri di casa la riproduzione della Galleria di Milano o di una spiaggia tropicale, ci vuole una bella dose di megalomania.

 

Ma chi ha detto che sia un lato disdicevole della personalità? Se non avesse avuto uno smisurato concetto di sé, Giulio II non avrebbe chiesto a Raffaello di affrescargli da cima a fondo le pareti del suo nuovo appartamento occupato nel Palazzo Vaticano disdegnando quello fino ad allora abitato dal rozzo spagnolo papa Borgia. Allo stesso modo, a Firenze, i Medici si erano fatti ritrarre da Benozzo Gozzoli in una sontuosa processione a cavallo sui muri del loro modernissimo palazzo di via Larga in modo che tutti gli ospiti li potessero veder sfilare in corteo, nientemeno che al seguito dei tre re Magi.

PAPA GIULIO II

 

Lo stesso «biglietto da visita» pretesero i Gonzaga, tutti ritratti da Andrea Mantegna lungo le pareti, compresi cavalli e cani, segni di una dinastia che aveva bisogno di posizionare, anche grazie allo sfarzo di dimore prestigiose, il suo piccolo regno in più grandi giochi dinastici.

 

A loro volta gli artisti non solo erano ben felici di assecondarli, ma sfidavano i committenti in narcisismo e grandezza. Michelangelo guadagnò il rispetto del papa quando, alla richiesta di un monumento funebre, gli presentò un modello che era l' equivalente di un mausoleo, arricchito con ben 40 statue. Il progetto non andò mai in porto e venne più volte ridimensionato, ma a convincere il papa fu proprio quella proposta esagerata. Insomma oggi come ieri, se uno aspira a far parlare di sé, qualcosa di spettacolare deve pur esibirlo.

MICHELANGELO BUONARROTI

 

E se non può rivolgersi alle misure XL, il cui scenografico effetto è sempre garantito anche nel caso di sconfinamento nel kitsch, allora può comunque far colpo con la taglia XS. Già in epoca romana l' extra small era un genere molto apprezzato tanto che i cammei abilmente intagliati per ricavare minuscoli strati di profondità successive fino a ottenere scene tridimensionali in pochi millimetri di spessore e centimetri quadri, erano stimati anche più degli affreschi.

oscar wilde

 

 E ancora all' inizio del Cinquecento la scultrice Properzia de' Rossi, per generare stupore, intagliava noccioli di pesche garantendosi così la stima degli scultori maschi, e del Vasari, che non potevano negare tanta abilità nemmeno a una donna. La quale, dicono le carte del processo, per poter lavorare con marmo e scalpello nel cantiere bolognese della cattedrale San Petronio, fu introdotta illecitamente dall' amante Antonio Galeazzo.

 

Ma soprattutto, la taglia extra small fu amata in Giappone dove, nel Seicento, nacque addirittura un genere di scultura in miniatura, i netsuke , oggetti meravigliosi, grandi quanto un bottone, ancora oggi super ricercati. C' è insomma una sola legge che vale per chi vuole farsi notare, e l' ha scritta Oscar Wilde: «La moderazione è una cosa fatale. Nulla ha più successo dell' eccesso».

Ultimi Dagoreport

francesco lollobrigida

DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL GIORNO: “QUANTE GUERRE NON CI SAREBBERO STATE DI FRONTE A CENE BEN ORGANIZZATE?”. E TRA UNA CAZZATA E UNA GAFFE, FERMAVA PURE I TRENI - DOPO DUE ANNI DI LOLLISMO SENZA LIMITISMO, QUESTA ESTATE, UNA VOLTA SEGATO DALLA MOGLIE, LA SORELLA D’ITALIA ARIANNA MELONI, È SCOMPARSA LA NOSTRA RUBRICA PREFERITA: “LA SAI L'ULTIMA DI LOLLOBRIGIDA?”. ZAC!, IL SILENZIO È SCESO COME GHIGLIOTTINA SUL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA (PER MANCANZA DI PROVE). DALLA “BANDA DEI QUATTRO” DI PALAZZO CHIGI (LE DUE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI), ERA PARTITO L’ORDINE DI CUCIRGLI L’EFFERVESCENTE BOCCUCCIA (STESSO TRATTAMENTO ALL’ALTRA “PECORA NERA”, ANDREA GIAMBRUNO). A QUESTO PUNTO, NON ESSENDO ANCORA NATO UN MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL REIETTO, L’EX STALLONE DI SUBIACO SI E’ MESSO IN TESTA DI FORMARE UN… - VIDEO, TUTTE LE GAFFES!

giorgia meloni marina berlusconi paolo barelli sigfrido ranucci antonio tajani

DAGOREPORT - DOPO LE VIOLENTE POLEMICHE PER LA PUNTATA SU BERLUSCONI-DELL’UTRI-MAFIA, DOMENICA PROSSIMA LA CAVALIERA MARINA POTREBBE PERSINO INVIARE UNA LETTERA DI RINGRAZIAMENTO A RANUCCI - '’REPORT’’ SCODELLERÀ UN SERVIZIO AL VETRIOLO SU PAOLO BARELLI, FEDELISSIMO SCUDIERO DI ANTONIO TAJANI, DEL QUALE DIVENTERÀ PRESTO CONSUOCERO - CON TAJANI RIDOTTO A CAVALIER SERVENTE DELLA DUCETTA, L'IMPERO BERLUSCONIANO HA BISOGNO DI UN PARTITO CON UNA NUOVA E CARISMATICA LEADERSHIP. MA MARINA E PIER SILVIO HANNO TEMPI LENTISSIMI PRIMA DI TRASFORMARE LE PAROLE IN FATTI. NON SONO RIUSCITI NEMMENO A OTTENERE DA TAJANI LA MESSA IN FUORIGIOCO DI BARELLI E GASPARRI - ORA VEDIAMO SE “REPORT” RIUSCIRÀ A DARE UNA SPINTARELLA AL CAMBIO DI GUARDIA DENTRO FORZA ITALIA…

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO