L’ORCO DEL MEDIOEVO - IN MORTE DI LE GOFF, IL RAGAZZINO CHE NON SAPEVA SCEGLIERE FRA IL CATTOLICESIMO DELLA MADRE E L’ANTICLERICALISMO DEL PADRE HA FATTO PIÙ DI CHIUNQUE ALTRO PER FARCI CAPIRE UN’EPOCA INTEGRALMENTE CRISTIANA COME IL MEDIOEVO

Alessandro Barbero per ‘La Stampa'

Jacques Le Goff era l'ultimo dei grandi storici francesi del Novecento, noti al grande pubblico come la scuola delle Annales. Il suo è un cognome bretone, e significa «fabbro». Ma lui era nato a Tolone, nel profondo Sud della Francia mediterranea, coloniale e anche un po' razzista, da una madre meridionale e cattolica e da un padre fonctionnaire della repubblica, professore di liceo e mangiapreti: impossibile immaginare uno sfondo più tipicamente francese.

Nato nel 1924, Jacques approda a Parigi a ventun'anni, un po' in ritardo, perché in mezzo c'era stata la guerra. In un corridoio dell'Ecole Normale a rue d'Ulm una foto ingiallita lo ritrae in quel 1945: un ragazzino col ciuffo scomposto, molto diverso dall'omone massiccio, cordiale ma riservato, munito dell'inevitabile pipa, che abbiamo imparato a conoscere sulle copertine dei suoi libri. La rive gauche del dopoguerra, dove spadroneggia Jean-Paul Sartre, non lo seduce: la Sorbona gli appare «désolante». Ed è una fortuna, perché lì progettava di specializzarsi in letteratura: invece sarà la storia, ma una storia diversa da tutte le altre, perché anche in quel campo l'approccio accademico lo annoia.

La freddezza con cui Le Goff tratta le grandi istituzioni della cultura francese è ricambiata: non farà carriera in fretta, non avrà mai una cattedra universitaria, e anche negli ultimi anni, al culmine della gloria, non ha avuto un posto fra gli Immortali dell'Académie française. La sua biografia prima dei quarant'anni è quella d'un chierico vagante: una borsa a Praga, una a Roma a sfruttare la meravigliosa biblioteca all'ultimo piano di palazzo Farnese, un anno a Oxford, che tanto per cambiare non gli piacerà per nulla, un altro di nuovo a Roma che invece gli piace molto.

Alla fine, nel 1962, un soggiorno a Varsavia nella Polonia comunista, dove fa amicizia con tre sorelle di nobile famiglia, discendenti di un aiutante di campo di Napoleone, due storiche e una archeologa. Poi scopre che c'è anche una quarta sorella, psichiatra infantile, se ne innamora e la sposa. Anna Dunin-Wasowicz, «Hanka», gli rimarrà vicina fino alla morte, nel 2004; a lei dedicherà uno dei suoi libri più intimi, Con Hanka.

Il 1962 è anche l'anno della svolta nella carriera di Le Goff: Fernand Braudel, dopo qualche dubbio iniziale, gli affida una direzione all'Ecole Pratique des Hautes Etudes, uno dei quei grands établissements di cui la Francia ha il segreto e che servono a ospitare le teste pensanti nei momenti in cui la Sorbona è in secca.

Finiti gli anni in cui per tirare avanti bisognava scrivere su commissione per collane divulgative, anche se pure in questo caso Le Goff ha saputo tirar fuori dei piccoli classici, come Gli intellettuali del Medioevo. Libero di studiare quello che gli piace, per anni non scriverà più libri - non ha mai pubblicato neppure la grande thèse, una vera eresia per uno storico francese - ma articoli, raccolti nel 1977 in quello che rimane forse il più importante dei suoi libri, Tempo della chiesa e tempo del mercante.

Lo storico, scrisse Marc Bloch in una pagina memorabile, è come l'orco delle fiabe: è attirato dall'odore della carne umana. Anche Le Goff è stato un orco, e non per nulla il volume che i suoi allievi gli hanno offerto per i 75 anni si intitolava proprio così, L'Ogre historien. Ma il marchio di Le Goff è che delle creature umane gli interessa soprattutto quello che fermenta nella testa. Parlare di storia della mentalità è perfino ovvio, oggi, ma è proprio intorno a quel fatale 1962 che gli storici francesi hanno cominciato a definire questa nozione, e Le Goff era in prima fila.

Nascono così le domande attorno a cui si snoda Tempo della chiesa e tempo del mercante. Come concepiva il tempo, la gente del Medioevo? Cosa è successo nella loro testa quando è stato inventato l'orologio? Come concepivano il lavoro? Cosa s'immaginavano quando sentivano raccontare storie di draghi, di santi, di fate? Le idee di chi ha studiato si mescolavano - si mescolano: la domanda dovremmo farcela anche oggi - con le idee degli ignoranti?

Le Goff fa dialogare continuamente l'antropologia e la storia della cultura, indaga opere dottissime per arrivare nella testa della gente comune. È così che nasce il suo libro più famoso, Nascita del Purgatorio: libro difficile e anche faticoso, perché l'erudizione di Le Goff scava in un numero prodigioso di testi religiosi e teologici - per arrivare, però, a scoprire una svolta cruciale nel nostro rapporto con la morte e con l'Aldilà. Così, il ragazzino che non sapeva scegliere fra l'insegnamento religioso della madre e l'anticlericalismo del padre ha fatto forse più di chiunque altro per aiutarci a capire meglio un'epoca integralmente cristiana come il Medioevo.

 

 

Jacques Le Goff IL BASSO MEDIOEVO Jacques Le Goff

Ultimi Dagoreport

peter thiel donald trump elon musk

DAGOREPORT – MUSK È IL “DOGE”, MA IL VERO BURATTINO DELLA TECNO-DESTRA USA È PETER THIEL. PER AVERNE LA PROVA BASTA VEDERE LA PARABOLA ASCENDENTE DELLA SUA “PALANTIR” IN BORSA: IN UN MESE, HA GUADAGNATO IL 65% (IL 39 IN UNA SETTIMANA) – COSA POTRÀ FERMARE L’AVANZATA DEI MILIARDARI TECH A STELLE E STRISCE? IL LORO EGO E GLI INTERESSI OPPOSTI. IN QUESTE ORE THIEL HA ASSISTITO AL “TRADIMENTO” DEL SUO EX PUPILLO ZUCKERBERG: È STATA “META” A DIVULGARE IL CASO “PARAGON”. E THIEL HA GROSSI ACCORDI CON L’AZIENDA CHE PRODUCE IL SOFTWARE PER SPIONI GRAPHITE – IL REGALONE A MUSK: CONTROLLANDO I PAGAMENTI DEL PENTAGONO, POTRÀ VEDERE I CONTRATTI DELLE SOCIETÀ CONCORRENTI A SPACEX…

fortunato ortombina barbara berlusconi diana bracco giovanni bazoli teatro alla scala

DAGOREPORT - MA CHE È, LA SCALA O UNO YACHT CLUB? IL REQUISITO PRINCIPALE PER ENTRARE NEL CDA DELLA SCALA SEMBRA ORMAI ESSERE QUELLO DI AVERE UNA "BARCA" DI ALMENO 40 METRI – TRA I GIÀ PRESENTI IN CDA, IL VELIERO DI FRANCESCO MICHELI È LEGGENDARIO, ARREDATO DA QUADRI E DA UN PIANOFORTE A CODA. VACANZE IN BARCA ANCHE PER BAZOLI E MAITE CARPIO CONIUGATA BULGARI - E LE NEW-ENTRY? DIANA BRACCO VELEGGIAVA SU “BEATRICE”, UN'IMBARCAZIONE IN LEGNO DI VALORE STORICO, DA LEI DONATA AL COMUNE DI IMPERIA. BARBARA BERLUSCONI, INVECE, USA IL LUSSUOSO YACHT DI PAPI SILVIO, IL “MORNING GLORY”…

michael czerny kevin joseph farrell bergoglio papa francesco vaticano pietro parolin matteo zuppi

PAPA FRANCESCO COME STA? IL PONTEFICE 88ENNE È TORNATO DAL BLITZ DI 9 ORE IN CORSICA DEL 15 DICEMBRE SCORSO CON UNA BRONCOPOLMONITE CHE NON GLI DA’ TREGUA: COLPI DI TOSSE, IL CONTINUO RESPIRO SPOSSATO, IN COSTANTE MANCANZA D'OSSIGENO - I MEDICI DELLA SANTA SEDE STANNO CURANDO LA BRONCOPOLMONITE CON DOSI MASSICCE DI CORTISONE. E CORRE VOCE CHE LO VOGLIONO PORTARE AL POLICLINICO GEMELLI PER RIMETTERLO IN PIEDI, MA LUI RIFIUTA (PREFERISCE IL FATEBENEFRATELLI) - I CARDINALI FEDELISSIMI DI FRANCESCO (TRA CUI MICHAEL CZERNY E KEVIN JOSEPH FARRELL) SI DANNO MOLTO DA FARE PER LA SALUTE DI BERGOGLIO. E TE CREDO: NELLA CHIESA VIGE UNO SPOIL SYSTEM RADICALE: IL GIORNO IN CUI IL PONTEFICE VOLA NELLA CASA DEL SIGNORE, TUTTE LE CARICHE DELLA CURIA ROMANA DECADONO…

daniela santanche giorgia meloni

LA “SANTA” NON MOLLA – DI FRONTE AL PRESSING SEMPRE PIÙ INSISTENTE DEI FRATELLI D’ITALIA, COMPRESO IL SUO AMICO LA RUSSA, E ALLA MOZIONE DI SFIDUCIA OGGI ALLA CAMERA, LA MINISTRA DEL TURISMO RESTA AL SUO POSTO. E OSTENTA SICUREZZA ANCHEGGIANDO CON PULCINELLA A MILANO. IMMAGINI CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA SEDIA I CAMERATI DI FRATELLI D'ITALIA, CHE CHIEDONO LA SUA TESTA ALLA MELONI. EVIDENTEMENTE, LA “PITONESSA” HA DEGLI ASSI NELLA MANICA SCONOSCIUTI AI PIU', CHE LA RENDONO SICURA DI NON POTER ESSERE FATTA FUORI…