messa

SPRETA–PORTER - IN PROVINCIA DI TERAMO, UN PARROCO ANNUNCIA DI VOLER LASCIARE LA TONACA DURANTE LA MESSA – I CONCITTADINI NON SONO STATI PRESI IN CONTROPIEDE: IL PRETE GIRAVA IN JEANS E MAGLIETTA E SU FACEBOOK UNA SUA "COLLABORATRICE" AVEVA ANTICIPATO LA SCELTA - IL VESCOVO: “GIÀ AL SUO ARRIVO IN CITTÀ AVEVA IN MENTE UN RIPENSAMENTO, ME L’ACCENNÒ...”

Maurizio Di Biagio per www.ilmessaggero.it

don Roberto Camerucci

 

Era da tempo che don Roberto Camerucci manifestava segni di insofferenza. Prima della sua decisione di “spretarsi”, ufficializzata durante la messa di domenica scorsa, i suoi fedeli l’avevano visto cambiato, senza più i “ferri del mestiere” quando andava in giro per Nereto, cioè senza quei segni distintivi di un parroco di paese, se non proprio un clergyman almeno un collarino ecclesiastico.

 

don Roberto Camerucci

Lui, più che quarantenne, invece preferiva jeans e maglietta, come qualunque altro cittadino. I segni anticipatori quindi ci sono stati tutti «anche su Facebook – spiega Altobrando Chiarini, fedele e attento osservatore delle cose neretesi – una sua collaboratrice aveva anticipato quella che poi è stata la sua scelta di abbandonare, di lasciare».

 

don Roberto Camerucci

I fedeli però ancora sono increduli «soprattutto perché non è arrivato dal seminario da giovanissimo alla parrocchia ma ha seguito un altro percorso». Difatti ha lavorato come operaio in un’azienda della Val Vibrata e successivamente ha maturato la scelta sacerdotale: è parroco di Nereto da cinque anni: «Pertanto pensavamo che questa fosse la sua scelta definitiva, però malgrado tutto rispettiamo il suo passo».

 

«Per lui è stato un lutto, un travaglio interiore – dichiara il sindaco di Nereto, Daniele Laurenzi – noi perdiamo una brava persona che in questi 5 anni ha dato tanto alla comunità, la sua scelta è stata fatta in grande libertà, lo rispettiamo e non lo dobbiamo giudicare».

messa

 

Il vescovo di Teramo, Lorenzo Leuzzi, spiega che «già al suo arrivo in città (nel 2017) don Roberto aveva in mente un ripensamento, me l’accennò. Comunque per ora lascia la parrocchia e non abbandona l’abito talare. Rispettiamo il suo momento particolare, è giovane e questa può essere solo una riflessione. La chiesa gli è vicino come è vicina a tutti quei sacerdoti che possano avere una crisi, siamo assieme a loro, può capitare a tutti di avere un momento così. Lui è un bravo ragazzo e alla fine posso ritenermi fiducioso. Accompagniamolo tutti con una preghiera». 

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