1. IN VIA DI DECADENZA BERLUSCONI, ADESSO DECADE PURE ‘’DA GIANNINO’’, RISTOCHIC, O FORSE RISTOTRASH, DELLA MILANO DA BERE VERSIONE ANNI DUEMILA, CON I SUV E LE PORSCHE PARCHEGGIATE IN SECONDA FILA FUORI, E DENTRO LA MINETTI, CORONA, BELÈN, SPESSO IL CAVALIERE POMPETTA DOPO LE PARTITE DEL MILAN, SEMPRE GALLIANI 2. ESSÌ, “DA GIANNINO”, SECONDA SEDE NON UFFICIALE DEL MILAN E QUARTIER GENERALE MILANESE DEL BERLUSCONISMO, È MESSO MALE. IL RISTORANTE È FINITO IN PEGNO AL CREDITO VALTELLINO, AL 100% DELLA PROPRIETÀ, A FRONTE DI 650 MILA € DI FINANZIAMENTO 3. AH SE QUEI PIATTI POTESSERO PARLARE! ERA LÌ CHE LA COMBRICCOLA DI MORA E FEDE ARRUOLAVA VISPE RAGAZZE DA PORTARE AD ARCORE, PER LE FAMOSE “CENE ELEGANTI”
DAGOREPORT
Ah se quei piatti e sottobicchieri potessero parlare! Il ristorante da Giannino sta al berlusconismo come i preliminari al Bunga bunga. In effetti era sempre lì che l'amabile combriccola di Mora e Fede pianificava e reclutava ragazze da portare ad Arcore, per le famose cene eleganti.
In via di decadenza Berlusconi, decaduto Fede e pure Mora, adesso decade pure Da Giannino, ristochic, o forse ristotrash, della Milano da bere versione anni Duemila, con i suv e le Porsche parcheggiate in seconda fila fuori, e dentro la Minetti, Corona, Belèn, spesso Berlusconi, sempre Galliani.
Lì dentro si sono svolte trattative di calcio mercato e riunioni di vertice. Un posto per farsi vedere, per cenare coi vip prima di andare al Byblos, discoteca fighetta milanese di proprietà degli stessi proprietari di Giannino. (Dove, a sentire gli utenti di Trip Advisor, non è che si mangi una meraviglia: al n.3.366 in classifica su 4.346 ristoranti di Milano, 209 recensioni di cui 63 pessimo, 54 scarso, 35 nella media. Nella media non il prezzo: alto.
Ma che importa, mentre ingurgiti la cotoletta ti vedi la Minetti o una velina di Striscia la notizia in shorts. Ecco, ma dicevamo di Galliani, papabile coordinatore di Forza Italia secondo i rumors, ex dg del Milan, fatto fuori dalla nuova berluschina a capo della squadra, Barbara.
Un'altra tegola sulla testa calva di Galliani, e un alto sipario che si chiude nell'universo berlusconiano: "Da Giannino", seconda sede non ufficiale del Milan e quartier generale milanese del berlusconismo, è messo male. Il ristorante è finito in pegno al Credito Valtellino, al 100% della proprietà , a fronte di 650 mila euro di finanziamento.
Galliani è partner, "più o meno ufficiale" scrivono i giornali, del locale di Lorenzo Tonetti, grande amico del figlio di Galliani e altri frequentatori immancabili della tribuna vip di San Siro. Fino a quattro anni fa Kakha Kaladze, ex difensore del Milan, aveva una partecipazione del 15%. Un problema di liquidità nella gestione ordinaria del ristorante, colpito dalla crisi come tutti, malgrado fosse meta del jet set milanese, imprenditori, calciatori, veline, gente della tv, politici (700mila euro di ricavi in meno in un anno, perdite per mezzo milione).
Per Berlusconi, da Giannino è sempre stato il ritrovo del sabato sera. Specie dopo le partite del Milan. Una sera viene avvista dal settimanale Oggi, seduto al tavolo del ristorante, in ottima compagnia: da Carolina Marconi, bella venezuelana ex Grande Fratello, a Elena Morali (ex Pupa e Secchione, ex del trota Bossi jr), Francesca Pascale, Raffaella Zardo, l'altra gieffina Patrizia Griffini, anche quella Irina che partecipò a un capodanno a Villa Certosa insieme all'amica Noemi Letizia, Katarina Knezevic, bellezza serva più volte descritta come la "fidanzata" del Cav, e la deputata Pdl Maria Rosaria Rossi.
Una sera come tante, tra tante passate da Giannino. Creato nel 1899 da Giannino Bindi, pioniere tra i ristoratori toscani, divenuto locale di gran classe negli anni '70 e '80, ritrovo del jet set, Giannino ha chiuso e riaperto già due volte. La seconda vita nel '96 con lo chef stellato Davide Oldani, fino alla chiusura nel 2003, e la riapertura, con i soldi dei giocatori milanisti - "il traino di Galliani & C", scrive il Corriere - e quasi un milione di euro messi sul piatto da Tonetti. Servirebbero altri soldi, per non finire in mano alla banca, preludio per una chiusura, e addio alle belle cene con le belle pollastre milanesi. Chiedere un prestito a Berlusconi, no?






