NATALE INDIGESTO PER LA REGINA ELISABETTA – INDIA E PAKISTAN CHIEDONO LA RESTITUZIONE DEL DIAMANTE KOH-I-NOOR DI 105 CARATI, CHE VALE CIRCA 140 MILIONI DI EURO - IL GIOIELLO È FAMOSO PER PORTARE JELLA AI MASCHI CHE NE VENGONO IN POSSESSO
Vittorio Sabadin per “la Stampa”
Il giorno di Natale, il primo ministro indiano Nerendra Modi ha fatto una breve visita a sorpresa al premier pachistano Nawaz Sharif. È una visita importante, che segna un riavvicinamento tra due paesi che si sono affrontati in tre guerre dal 1947 e che ancora litigano sulla proprietà della regione del Kashmir. Ci sono problemi anche sull'Afghanistan, con l'India impegnata nella ricostruzione e convinta che il Pakistan protegga e finanzi i Taliban.
Un altro motivo di contesa potrebbe diventare presto anche il diamante Koh-i-noor, del quale entrambi i Paesi hanno chiesto alla regina Elisabetta la restituzione. Dopo essere stata donata alla regina Vittoria, la pietra aveva adornato la corona di Queen Mary, la moglie di Giorgio V, ed era passata nella corona della madre di Elisabetta, dove ancora si trova, ben custodita alla Torre di Londra.
TENTATIVI VANI
Sono anni che indiani e pakistani insistono per riavere indietro il diamante di 105 carati, che è stato per molto tempo il più grande del mondo e vale circa 140 milioni di euro. Sostengono che è stato portato via senza alcun permesso e che dunque non può appartenere alla Corona britannica.
Estratto intorno al 1300 dalla miniera di Kollur, nello Stato indiano di Andhra Pradesh, il Koh-i-noor è passato nelle mani di decine di sultani e Mogul, e dopo mille avvincenti peripezie in quelle di Ranjit Singh, imperatore Sikh del Punjab, una regione che era indiana ma che ora si trova in Pakistan.
Quando nel 1849 l' India fu annessa all' impero britannico, gli inglesi pretesero che il nuovo sovrano tredicenne Dulip Singh regalasse il diamante alla regina Vittoria, facendogli anche dire che era contentissimo di farlo.
Il Koh-i-noor è noto per portare sfortuna ai maschi che ne vengono in possesso. La nave che lo trasportò a Londra fu infatti quasi affondata dal mare in tempesta e il suo equipaggio venne decimato dal colera.
Il principe Albert, marito della regina Vittoria, lo fece tagliare perché brillava poco, portandolo all' attuale, splendente taglio ovale. Tra le migliaia di lettere che la regina Elisabetta riceve ogni giorno ci sono anche quelle dell' avvocato pachistano Jawaid Iqbal Jafree, che ne ha scritte in 50 anni più di 780 per reclamare indietro il gioiello, ottenendo solo un' unica cortese e vaga lettera di risposta, vergata da una Lady in waiting.
All' inizio di dicembre, il tenace avvocato ha avviato un' azione legale all' alta corte di Lahore, alla quale si aggiunge ora l' appello di un' associazione europea, «Montagne de lumière», che vuole applicare ai Windsor l' Holocaust Act, la legge creata per restituire ai legittimi proprietari i beni confiscati dai nazisti.
La regina Elisabetta, che ha festeggiato il Natale come sempre nella residenza di Sandringham ed è stata molto elogiata per il suo bel discorso televisivo inneggiante all' amore e alla comprensione reciproche, troverà un' altra seccatura nelle scatole rosse piene di documenti che il governo le invia ogni giorno. Ma il premier Cameron terrà duro. Già nel 2013, in visita in India, aveva replicato all' ennesima richiesta con parole molto chiare: «Si sa come vanno queste cose. Cedi una prima volta, e ti ritrovi il British Museum completamente vuoto».