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INFRONT A TE! PER I MANAGER FININVEST SCATTANO NUOVE IMPUTAZIONI SUI DIRITTI DEL CALCIO: IL NUMERO UNO DI MEDIASET PREMIUM, MARCO GIORDANI, ACCUSATO ANCHE DI TURBATIVA D’ASTA PER LA COMPRAVENDITA CON INFRONT - PER I PM CI FU UN ACCORDO CON BOGARELLI E GIOVETTI PER DANNEGGIARE SKY ITALIA

Marco Mensurati e Emilio Randacio per “la Repubblica”

 

marco giordani lapressemarco giordani lapresse

Si aggrava la posizione di Fininvest per i suoi legami con la Infront, la società monopolista nella gestione dei diritti televisivi della Serie A e B. Nelle scorse settimane, al numero uno di Mediaset Premium e amministratore delegato di Rti (Reti televisive italiane), Marco Giordani, è stato notificato un nuovo capo d’accusa. Non c’è più solo la «turbata libertà del procedimento di scelta del contraente», ma anche la turbativa d’asta, in concorso con l’appena dimissionato numero uno di Infront, Marco Bogarelli e con Giorgio Giovetti, responsabile dei diritti televisivi di Rti.

BOGARELLI INFRONTBOGARELLI INFRONT

 

Le carte su cui la procura sta lavorando da oltre un anno e mezzo, sono coperte, ma qualcosa si intuisce dalle proroghe che il gup di Milano, Manuela Accurso Tagano, ha notificato ai difensori, per cercare di dare un senso a questa novità investigativa. Fino a prima dell’estate, il sospetto su cui lavoravano i pm, Roberto Pellicano, Giovanni Polizzi e Paolo Filippini, ipotizzava che i vertici Infront — advisor della Lega per l’assegnazione dei diritti — avessero solo «pilotato» l’esito della gara favorendo Mediaset.

 

INFRONTINFRONT

Ora, si spingono oltre, contestando solo a Giordani, Giovetti e Bogarelli, la turbativa. Un passo che va a monte della gara. L’accusa ritiene che non solo sia stato manipolato l’esito, ma che i tre indagati, abbiano disegnato a monte la gara, per arrivare a un vincitore certo. I vertici Mediaset incaricati di accaparrarsi la fetta più succosa delle dirette sportive, avrebbero concordato con Infront la spartizione, danneggiando in questo modo la concorrente Sky. Si parla di centinaia di milioni di euro all’anno. Linfa vitale per la sopravvivenza dei club della massima serie calcistica.

 

INFRONT PREZIOSI GALLIANI BOGARELLIINFRONT PREZIOSI GALLIANI BOGARELLI

Le nuove imputazioni arrivano a pochi mesi dalla rinegoziazione del nuovo bando, e l’esito dell’inchiesta che fino a oggi è rimasta sempre sullo sfondo, potrebbe avere un peso non secondario. In totale — almeno ufficialmente — gli indagati sono 18 e comprendono anche il proprietario del Genoa, Enrico Preziosi, quello della Lazio, Claudio Lotito e il manager del Bari ed ex arbitro, Gianluca Paparesta, oltre a una serie di fiduciari svizzeri e di manager Infront, a cui a vario titolo verrebbe contestato l’ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza.

 

Su canali bancari esteri, Infront avrebbe foraggiato i tre presidente di calcio. A che titolo, al momento non è proprio chiaro. Come non è del tutto chiaro il ruolo avuto da un altro indagato eccellente, Riccardo Silva, che dalla Lega commercia attraverso società estere, i diritti della Serie A nel mondo.

 

MARCO BOGARELLI INFRONT MARCO BOGARELLI INFRONT

In questi mesi l’inchiesta è proseguita sotto traccia. Uno dei tasselli su cui sono arrivate le risposte più concrete, è stato lo sviluppo della voluntary disclosure — una sorta di scudo fiscale — effettuata da Infront alla fine del 2015. Con questa mossa sono state sanate diverse decine di milioni di euro custoditi all’estero. Il Nucleo di polizia giudiziaria, fino alla fine della scorsa estate ha attentamente analizzato i flussi di denaro gestiti da Infront, e transitati su società estere, individuando anche i destinatari finali.

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