ORA INIZIANO I GUAI PER JOHN ELKANN: NON CI SONO SOLO LE VERIFICHE DELLA CONSOB IN ITALIA, ANCHE LE AUTORITÀ DI BORSA DEL MERCATO AMERICANO VOGLIONO VEDERCI CHIARO - DAVVERO IL GRUPPO FCA NON SAPEVA NULLA DELLA MALATTIA DEL SUO NUMERO UNO? - I FONDI USA CHE HANNO INVESTITO NELL'AZIENDA VOGLIONO CAPIRE COME SIA STATO POSSIBILE CHE NESSUNO ABBIA SEGNALATO CHE IL MANAGER DA UN ANNO ANDAVA IN OSPEDALE A ZURIGO - IN AMERICA COMUNICARE AL MERCATO LO STATO DI SALUTE DI UN TOP MANAGER È UNA PRASSI CONSOLIDATA E QUANDO NON ACCADE...
SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN
1 - AD ACCENDERE IL DIBATTITO È STATO IL WASHINGTON POST
Da “il Messaggero”
Il dibattito sulla tutela della privacy e il diritto dei mercati ad essere informati sulle situazioni sensibili delle varie aziende lo aveva aperto il Washington Post sabato scorso quando con i cambi al vertice delle aziende controllate da Exor era emerso che le condizioni di salute di Sergio Marchionne erano disperate. Jena McGregor aveva consultato Jason Schloetzer della Georgetown University e Tom Lin della Temple University, entrambi hanno sostenuto che la privacy per la salute è valida anche per i ceo.
2 - FARO USA SULLA MORTE DI MARCHIONNE
G. Bal. per “la Verità”
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Il riserbo ha un limite. Pretendere che non ci siano speculazioni sulle condizioni di salute di una persona è più che giusto. La logica cambia, però, se a essere gravemente malato è l' amministratore di un gruppo da più di 230.000 dipendenti. Il riferimento è chiaramente a Sergio Marchionne, il numero uno di Fca, e alla sua malattia lunga più di un anno.
Condizioni di cui il Lingotto ha pubblicamente fatto sapere di non essere stato a conoscenza fino a quando il manager è finito in stato irreversibile.
La Finra, una sorta di Consob americana che vigila sui mercati, vuole vederci chiaro.
Come è possibile che un gruppo non sia a conoscenza delle condizioni tanto gravi in cui versava il suo ad? La materia è spinosa e in America non ci sono regole certe. Ma in passato, quando uomini di altrettanto potere si sono ammalati, lo hanno prontamente comunicato al mercato. È il caso per esempio di Jamie Dimon, numero uno di Jp Morgan Chase, che il 2 luglio 2014 dichiarò di avere un tumore alla gola. Lo stesso fece Llyod Blankfein, ad di Goldman Sachs: il 22 settembre 2015 inviò una lettera ai dipendenti per annunciare che gli era stato diagnosticato un tumore «altamente curabile», ma questo non avrebbe scalfito la sua volontà di restare in sella durante le cure.
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Scrisse ai dipendenti: «Dovrò sottopormi a chemioterapia nei prossimi mesi, a New York.
Durante la terapia, sarò in grado di lavorare sostanzialmente come sempre, guidando la società. Tuttavia ridurrò alcuni dei viaggi programmati in precedenza».
Fca doveva essere a conoscenza dei problemi di Marchionne per tutelare dipendenti e azionisti? Per il momento, non arrivano accuse puntuali dall' altra parte dell' oceano, ma la domanda è aperta. Così come la Consob italiana, anche la Finra sta facendo le «verifiche di routine». E la fumosità delle norme stesse non aiuta. Come ricostruito dal Sole 24 Ore, la Finra «ricorda come non esista un obbligo di comunicazione, neppure di malattie gravi dei top executive». Tuttavia, quando l' amministratore delegato è «incapacitato nel continuare a seguire i propri previsti compiti per un periodo significativo di tempo», è obbligato a comunicare il suo stato di salute.
In America, dunque, la tendenza di comunicare al mercato lo stato di salute di un top manager è una prassi consolidata. Un caso noto in cui il capo di una grande azienda ha tentato il più possibile di insabbiare la verità sullo stato di salute del suo numero uno è quello di Apple. La gestione della malattia che portò alla morte Steve Jobs fu causa di critiche e numerose indagini da parte delle istituzioni Usa.
Tornando a Fca, negli Usa sarebbero ancora in corso le verifiche del caso, per ora senza contestazioni ufficiali da parte delle autorità preposte alla vigilanza del mercato. Resta il fatto che Fca e l' ospedale di Zurigo dove era in cura Marchionne hanno dato due versioni difficilmente conciliabili: la prima ha affermato di non essere stata a conoscenza fino all' ultimo dei problemi del suo ad, il secondo ha fatto sapere che l' uomo che ha salvato la Fiat era in cura da tempo.
In Italia la norma prevede che ogni volta che si verifichi un evento rilevante, questo vada comunicato al mercato. E al momento nulla di rilevante sarebbe emerso su Fca. In molti si chiedono dunque quale sia il ruolo di queste autorità, se i vertici di grandi multinazionali quotate in Borsa possono tacere sul proprio stato di salute finché non sopraggiunge l' inevitabile. È stato fatto l' interesse dei risparmiatori? Bisognerebbe chiederlo a chi ha perso il 15,5% il giorno in cui Marchionne è mancato.