ITALIA TILT - SCIOPERANO I TRASPORTI NELLE GRANDI CITTÀ, A ROMA E TORINO IMPERVERSANO I FORCONI

1. TRASPORTI, OGGI SCIOPERO DI QUATTRO ORE DISAGI NELLE GRANDI CITTÀ, TRAFFICO IN TILT
Da www.tgcom24.mediaset.it

Nuovi disagi in vista nelle città italiane lunedì per lo sciopero di quattro ore del trasporto pubblico locale. La protesta decisa da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Autoferrotranvieri e Faisa a sostegno del rinnovo del contratto della categoria, scaduto ormai da quattro anni, è organizzata con modalità diverse a livello locale. A Milano l'agitazione è iniziata alle 8.45 e si concluderà alle 12.45. A Roma treni e bus fermi dalle 8.30 alle 12.30.

Secondo le organizzazioni sindacali "è necessario che il negoziato contrattuale riprenda nell'ambito del nuovo contratto collettivo della Mobilità e si chiuda in tempi rapidi".

Milano, metro ferma - Mattinata di disagi a Milano: come informa l'azienda del trasporto pubblico locale, l'Atm, il servizio delle linee metropolitane è stato gradualmente sospeso. Possibili inoltre riduzioni delle corse per bus e tram.

Roma, chiuse le ferrovie - A Roma, invece, le due linee della metropolitana sono aperte mentre sono stati sospesi i collegamenti ferroviari Roma-Lido e Roma-Nord. Possibili cancellazioni di corse e linee per bus, filobus e tram. Ovviamente ne risente il traffico: intasate le strade consolari.

Napoli, metro regolare e bus fermi - Anche a Napoli la metropolitana è in funzione. Completamente fermo, invece, il servizio delle aziende del gruppo Eav, ovvero Circumvesuviana, Sepsa e Metrocampania. Diversi problemi per i mezzi su gomma dell'Anm.

A Torino sciopero di 24 ore - Modalità di sciopero diverse per Torino. Lo stop, nel capoluogo piemontese, è di 24 ore ed è iniziato alle 9 di lunedì. Gli autisti incrociano le braccia per protestare contro la cessione del 49% di Gtt, il Gruppo Trasporti Torinese. Sette i cortei dei dipendenti dell'azienda del trasporto pubblico.

Sindacati convocati mercoledì al ministero - Intanto i sindacati sono stati convocati, anche se solo per mercoledì, cioè due giorni dopo lo sciopero, al ministero dei Trasporti: lo ha indicato il sottosegretario Erasmo D'Angelis; "In 5 mesi abbiamo fatto più che in 5 anni - ha detto D'Angelis - Il settore, modernizzato, può cogliere anche l'opportunità di nuova occupazione. Mercoledì presenteremo ai sindacati il quadro complessivo del lavoro in corso".

La mappa città per città - Su base territoriale, le ore di fermo sono organizzate in maniera molto diversa: lunedì a Milano i lavoratori di bus, tram e metro si fermeranno dalle 8.45 alle 12.45, a Genova dalle 11.30 alle 15.30, a Venezia dalle 9 alle 13, a Bologna dalle 10 alle 14, a Firenze dalle 17 alle 21, a Perugia dalle 9 alle 13, a Roma dalle 8.30 alle 12.30, a Napoli dalle 9 alle 13, a Bari dalle 8.30 alle 12.30, a Palermo dalle 9.30 alle 13.30. A Torino, poi, lo sciopero è esteso a 24 ore dalle 9 alle 12 e dalle 15 a fine servizio.

Disagi in Sicilia per l'eruzione dell'Etna - Nel giorno dello sciopero, la ripresa attività stromboliana dell'Etna crea ulteriori disagi a chi deve viaggiare da e per la Sicilia. L'aeroporto di Catania Fontanarossa è stato chiuso: dirottati 26 voli in arrivo e cancellate 21 partenze. A scopo precauzionale, visto che il vento spinge la cenere lavica verso sud, è stato chiuso anche l'aeroporto di Comiso, nel Ragusano.


2. LA SETTIMANA NERA DI ROMA, SCIOPERO E SIT-IN: CITTÀ BLOCCATA
Paola Vuolo per www.ilmessaggero.it

Lo sciopero dei mezzi, le targhe alterne, i «forconi» pronti per il presidio a piazza del Popolo, il sit-in degli antagonisti e la protesta di Casapound, da oggi incomincia una settimana davvero dura per i romani.

E saranno giorni di allerta anche per le forze dell'ordine.
I disagi incominceranno da oggi, quattro ore di passione per la mobilità, con lo sciopero bianco degli autisti dell'Atac e quello indetto al Cotral dalle segreterie regionali Filt-Cgil, Fit-cisl, Uil e Ugl Trasporti, Faisa Cisal, e Sul Ct dalle 8.30 alle 12.30 per il rinnovo del contratto scaduto nel 2007. In caso di sospensione, le linee A,B e B1 della metro riprenderanno il servizio intorno alle 14.

Ad aumentare i disagi e il caos c'è pure lo stato di agitazione dei vigili urbani. Per venire incontro a chi deve spostarsi, il Comune ha deciso di disattivare le Ztl durante tutta la giornata. Le difficoltà per la circolazione non finiscono certo con la giornata di sciopero, perché l'aria di Roma è inquinata, e domani e mercoledì bisognerà fare i conti con le targhe alterne. Come se tutto questo non bastasse, a rendere praticamente invivibie la settimana prima di Natale ci sono pure i presidi e le manifestazioni.

I militanti di Casapound si sono dati appuntamento per stamattina, alle 9, a piazzale Clodio, per chiedere la scarcerazione del loro vicepresidente, Simone Di Stefano, finito in manette sabato scorso dopo avere tentato di sostituire la bandiera europea con il tricolore nella sede della rappresentanza Ue in via IV novembre «Amare la nazione non è reato. Simone Libero», è scritto sull'annuncio pubblicato sui social network, che in poco tempo si è diffuso a macchia d'olio. La notte scorsa uno striscione per la scarcerazione di Di Stefano è comparso anche nel presidio dei «forconi» a piazzale dei Partigiani.

TENDOPOLI
Dal presidio dell'Ostiense, mercoledì la protesta dei «forconi romani» si sposta a piazza del Popolo, si parla di 40.000 persone. Per il prefetto Giuseppe Pecoraro, che definisce inopportuno, un accampamento nella piazza, sarebbe invece possibile pensare ad un presidio ad oltranza «su altre piazze dove in genere si svolgono varie manifestazioni». Come ad esempio piazza San Giovanni o in piazza Porta Pia, dove lo scorso 19 ottobre ci fu «Acampada» di movimenti antagonisti e No Tav.

Un deciso no alla tendopoli in piazza del Popolo arriva anche dal sindaco Ignazio Marino. Oggi i «forconi romani» saranno di nuovo in Campidoglio,dovranno scegliere tra un'altra piazza, oppure insistere su piazza del Popolo e concludere la manifestazione la sera stessa. Il prefetto è ottimista, dice: «Troveremo una soluzione, è Natale, per i commercianti un'occasione importante».

INFILTRATI
Anche se questa dei «forconi»sarà una protesta dimezzata per via dello «scisma», con gli altri del movimento «9 dicembre», l'allerta resta alta per le forze dell'ordine, soprattutto per la possibilità di infiltrazioni. La Questura ha negato per mercoledì il corteo ai centri sociali in occasione della giornata per i migranti, ma loro dicono che sfileranno da piazza dell'Esquilino fino a Palazzo Valentini. «Mi auguro che ci sia un accordo» dice il Prefetto.


3. TORINO SOTTO STRESS, DOPO ARRESTI E SCONTRI ORA LO SCIOPERO DEI BUS - IL COMUNE VUOLE VENDERE IL 49% DI GTT, I DIPENDENTI MINACCIANO LA PARALISI
Andrea Rossi per "La Stampa"

Le ultime assemblee - spontanee, senza la regia dei sindacati, che, infatti, sono sulle spine - sono andate avanti fino a ieri sera. L'argomento era più o meno questo: che si fa, si sciopera responsabilmente o si blocca tutto?

Nemmeno il tempo di smaltire le scorie dei forconi e Torino sta per vivere una nuova giornata campale. Nel giorno in cui mercati e negozi riaprono dopo una settimana di chiusura pressoché forzata, si fermano i mezzi pubblici. E la strada, le piazze, si svuotano di mercatali, ultras, commercianti per riempirsi di autisti e controllori. I 5 mila dipendenti di Gtt, l'azienda di trasporto locale, ce l'hanno con il Comune che ha deciso di vendere a un privato il 49 per cento della società.

Anzi, lo farà proprio oggi, approvando in Consiglio comunale la delibera che dà il via libera alla cessione. Si dice che il sindaco Fassino si sia infuriato per l'infelice coincidenza: portare il documento in aula nel giorno dello sciopero e proprio a pochi giorni dalla protesta che ha fiaccato la città.

Comunque sia, le premesse non autorizzano particolare ottimismo. Due settimane fa i lavoratori di Gtt hanno manifestato tutelando le fasce protette. Aspettavano qualche segnale dal Comune, che invece tira dritto. E allora tornano alla carica: altre 24 ore di serrata, otto cortei dai depositi di bus e tram fino a Palazzo Civico, e tanta agitazione dopo le manifestazioni di forconi e studenti, gli scontri, le denunce, gli arresti, le strade e le stazioni bloccate, i negozi chiusi.

«Non siamo i forconi, noi rispettiamo la legge», giurano i lavoratori di Gtt e i sindacati che hanno organizzato la mobilitazione. «E Torino non è Genova», aggiungono per esorcizzare lo sciopero selvaggio che nemmeno un mese fa ha lasciato a piedi i genovesi per cinque giorni.

Eppure, la rabbia dei forconi ha fatto breccia in qualcuno: la settimana scorsa qualche autista ha piazzato il bus in mezzo a un incrocio per bloccare il traffico. L'episodio non s'è mai chiarito e non fa ben sperare. Le assemblee di ieri nemmeno: più volte è stato evocato il grido di battaglia, «blocchiamo tutto». Il timore che saltino le fasce di garanzia - dalle 6 alle 9 e dalle 12 alle 15 - o che non vengano garantite per intero, esiste. L'ipotesi che Torino resti nuovamente bloccata è invece pressoché scontata.

Di sicuro c'è anche che Torino resterà sotto stress ancora a lungo. «Il Comune vuole vendere? E noi faremo di tutto per impedirglielo», promette Salvatore Monaco, sindacalista della Faisa Cisal, prima sigla tra gli autisti.

E dunque, dopo gli otto cortei e la paralisi del traffico, proveranno a rendere impossibile la vita ad azienda e Comune: rispetto rigoroso dei limiti di velocità e delle pause, anche a costo di provocare ritardi; nessuno straordinario, nemmeno per coprire i colleghi in malattia; verifica meticolosa sui mezzi prima di entrare in servizio, fermando i bus alla prima anomalia, anche minima. Un modo - legale, ci tengono a sottolineare gli autisti - per impedire il buon funzionamento dell'azienda. «Fino alla fine».

 

 

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