giovanni toti stefano mai liguria

IUS TOTI: “CHI NASCE IN LIGURIA È LIGURE!”– IL GOVERNATORE AUGURA BUON ANNO CON LA FOTO DELLA PRIMA NATA DEL 2021 A GENOVA E IL LEGHISTA STEFANO MAI SI METTE A FARE POLEMICA PERCHÉ È DI COLORE: “NON PUÒ ESSERE DEFINITA NÉ LIGURE NÉ ITALIANA” – LA REPLICA: “NON HO CHIESTO SE FOSSE IMMIGRATA, NATURALIZZATA, CITTADINA ITALIANA O DI UN ALTRO PAESE. GRETA È NATA QUI, ANDRÀ QUI IN LIGURIA ALL’ASILO E A SCUOLA. I SUOI GENITORI E ANCHE LEI, QUANDO CRESCERÀ, AVRÀ GLI STESSI DIRITTI E GLI STESSI DOVERI DEGLI ALTRI LAVORATORI”

il post di giovanni toti sulla prima nata a genova

 

 

Da www.corriere.it

 

La prima bambina nata in Liguria nel 2021? «Non può essere definita nè ligure nè italiana» in quanto nera. Parole scritte da Stefano Mai, che è il capogruppo della Lega Nord nel consiglio regionale della Liguria. Parole che indignano anche il governatore Giovanni Toti;

 

era stato proprio quest’ultimo a condividere sui social le foto e le notizie dei «fiocchi azzurri e rosa» che avevano salutato l’inizio del nuovo anno negli ospedali della regione senza immaginare di urtare la suscettibilità altrui.

 

STEFANO MAI

 

 

 

 

«Benvenuto ai nuovi liguri»

Sembrava - quello di Giovanni Toti - un messaggio cortese e di circostanza, una tradizione di ogni primo gennaio. «Diamo il benvenuto ai primi liguri nati nel 2021! Alla Spezia poco dopo mezzanotte è nata Morena, a Imperia Louis e dal San Martino mi arriva la foto di Greta, prima nata a Genova.

 

Benvenuti al mondo piccoli e auguri alle vostre famiglie a nome di tutta la Liguria», aveva scritto Toti, postando la foto di una mamma non italiana, con la sua bimba appena nata. E invece fin da subito erano partiti gli insulti per via dell’appellativo «ligure» accostato a un’immagine di una donna e della sua figlia di colore.

 

greta prima nata a genova nel 2021

Il leghista: «Non c’è ius soli»

Una situazione purtroppo consueta, quando ci sono di mezzo notizie che riguardano i migranti. Ma la situazione è cambiata quando alla canea degli anonimi o dei «leoni da tastiera» si è unita una voce istituzionale, quella di Stefano Mai, appunto, numero uno della Lega Nord in consiglio regionale, partito componente della maggioranza che sostiene Toti.

 

«Non si può definire italiano, né ligure, chi nasce sul nostro territorio da genitori stranieri. Auguri e benvenuti a tutti i nuovi nati del 2021 in Liguria, ma ribadiamo che per essere italiani e liguri sia necessario intraprendere un percorso ben definito e quindi richiedere successivamente la cittadinanza, secondo quanto previsto dalle norme vigenti. NO allo Ius soli»: posizione che l’esponente del Carroccio ha ufficializzato con un comunicato stampa.

GIOVANNI TOTI

 

«Con la Lega al governo in Liguria così come, speriamo presto, a Roma - ha aggiunto il capogruppo leghista - non accadrà mai che l’acquisizione della cittadinanza italiana avvenga come semplice conseguenza del fatto giuridico di essere nati in Italia. Occorre difendere le nostre tradizioni e la nostra identità».

 

La replica del governatore

giovanni toti chi nasce in liguria e ligure

Giovanni Toti non ha fatto passare sotto silenzio l’intemerata e in chiusura di giornata ha preso le distanze dal consigliere della lega Nord con queste parole: «Stupisce, lascia amareggiati e per la verità anche un po’ perplessi che qualcuno, in un anno come questo, riesca a fare polemica anche su un post di benvenuto al mondo per una bimba nata in una notte così carica di dolore e di speranza.

STEFANO MAI 2

 

Nel Paese con il tasso di natalità più basso del mondo, una nuova creatura è un fatto positivo, quale che sia la sua nazionalità e il colore della sua pelle». «Greta - scrive Toti - si chiama così, è nata in un ospedale ligure, con medici e infermieri liguri. Sua madre ha in tasca una tessera sanitaria del nostro Paese.

 

Non ho chiesto alla direzione del San Martino se fosse immigrata, naturalizzata, cittadina italiana o di un altro Paese. Greta è nata qui, andrà qui in Liguria all’asilo e a scuola. I suoi genitori e anche lei, quando crescerà, da lavoratrice avrà gli stessi diritti e gli stessi doveri degli altri lavoratori. E gli stessi diritti e doveri sociali»,

 

 

 

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME