“LE ULTIME RIFORME DELLA GIUSTIZIA SONO STATE INUTILI E HANNO RALLETTATO I PROCESSI” - IL J'ACCUSE DEL PROCURATORE DI NAPOLI NICOLA GRATTERI IN COMMISSIONE ANTIMAFIA TUONA: "IL 50% DEI PROCESSI IN PRIMO GRADO RISCHIA L’IMPROCEDIBILITÀ, DATO CHE NON VERRÀ DEFINITO NEI TEMPI IMPOSTI DALLA CARTABIA. LE INTERCETTAZIONI? NORDIO HA TORTO SUI COSTI: A NAPOLI, IN UN ANNO, HO SPESO 5 MILIONI PER ASCOLTARE I CRIMINALI E QUESTO HA PERMESSO DI RIDARE ALLO STATO 600 MILIONI. LE ORDINANZE NON PUBBLICABILI? UN’INVOLUZIONE DEMOCRATICA. IL 41BIS? RIDOTTO QUASI A UNO SLOGAN. E POI NON C'È PERSONALE: MANCANO I CANCELLIERI PERCHÉ VENGONO PAGATI MENO DI UN DIPENDENTE DI UN COMUNE DI 3 MILA ABITANTI E…”
"GIUSTIZIA SEMPRE PIÙ LENTA, A RISCHIO UN PROCESSO SU DUE LE RIFORME? PIETOSA BUGIA"
Estratto dell'articolo di Fulvio Fiano per il “Corriere della Sera”
Di fronte alle nuove sfide per il contrasto alla criminalità (il dark web, le truffe informatiche, i cripto telefoni), le riforme della giustizia portate avanti in questi anni non sono che una «pietosa bugia» all’Europa che le ha finanziate.
Il capo della Procura di Napoli, Nicola Gratteri, parla per due ore in commissione antimafia e, come nel suo stile, non usa giri di parole.
Procuratore, sarebbe facile dire oggi, con gli uffici giudiziari bloccati, che il processo telematico non funziona. Ma, come ha detto in commissione, c’era da aspettarselo...
«Si sono spesi milioni di euro per complicare il lavoro dei pm e rallentare il sistema che si voleva velocizzare. Un progetto nato male e che copre oggi solo le archiviazioni, ossia l’equivalente di pochi metri su un percorso di chilometri che va dalla fase preliminare al dibattimento. Oggi il 50 per cento dei processi in primo grado rischia l’improcedibilità, dato che non verrà definito nei tempi imposti dalla Cartabia. Magari la Corte dei conti potrebbe approfondire quanto ci costano questi ritardi».
Parlando di riforme lei ha insistito molto sulla dotazione di uomini e mezzi. Basta questo in un sistema così complesso?
«Questa è la base. A Napoli ad esempio manca il 20 per cento del personale amministrativo ma il ministero dice che verrà equiparata in tutte le Procure una scopertura del 10 per cento. Si può mettere sullo stesso piano Napoli e Bassano del Grappa? E servirebbero investimenti per nuove carceri, almeno tre da 15 mila posti dedicati ai detenuti al 41bis — un regime che oggi di fatto è inapplicato — in Rems e centri di recupero per svuotare le celle da chi ha problemi psichici e di tossicodipendenza».
E sul piano della procedura penale?
«[…] La velocità dei processi non può essere a scapito della tutela delle parti offese. Per citare un caso attuale: le truffe telefoniche e online sono procedibili solo su denuncia di parte. Se la vede una persona anziana che viene ad esporsi raccontando quello che ha subito?».
Sui «percorsi» sempre meno tradizionali della criminalità ha insistito molto.
«Parlavamo di riforme: gli uffici delle Procure avrebbero bisogno di ingegneri informatici che sappiano stare dietro a tutte le novità tecnologiche per aiutare noi magistrati a contrastarle. Ma se vengono loro offerti contratti da 1.500 euro al mese, sceglieranno sempre il settore privato».
Quanto è serio l’allarme per il dark web?
«Serissimo, tutto si muove in quel mondo in un modo che stupisce anche me. Ho personalmente ascoltato la trattativa per l’acquisto di 2.000 chili di cocaina; qui vengono reclutati killer; adesso arriverà il traffico delle armi della guerra in Ucraina. Un missile Stinger costa 30 mila euro, lo immagina in mano alla criminalità?».
Ritorna il tema delle intercettazioni.
«Il ministro Nordio ne fa una questione economica e basterebbero i dati per dargli torto: a Napoli, in un anno, ho speso 5 milioni per ascoltare i criminali e questo ha permesso di sequestrare, quindi di ridare allo Stato, 600 milioni. In due mesi ho recuperato 35 milioni in bitcoin. Intercettare conviene. L’altro falso mito è quello delle intercettazioni “a strascico”, che non esistono. Ogni ascolto va autorizzato e, anzi, spesso, pur davanti a parole chiare, non si può procedere perché non c’è una “notizia di reato”».
E quando finiscono sui giornali conversazioni private?
«Se ci sono abusi, va punito chi li commette. Non va vietato lo strumento».
Anche le ordinanze non saranno più pubblicabili.
«Un’altra riforma di cui non c’era bisogno, un’involuzione democratica».
Ha detto: dopo il caso Palamara, il Csm doveva dimettersi in blocco.
«[…]. Per dare un segnale di trasparenza e ripartenza anche all’esterno e per non permettere alla politica di sparare a zero contro la categoria.
Sono favorevole al sorteggio nelle nomine al Csm anche per i membri laici (escludendo chi ha pendenze penali o altre incompatibilità)».
E sullo scudo penale alle forze dell’ordine?
«Una tutela legale serve. Nel merito non ho ancora analizzato la proposta di cui si parla».
2 - GIUSTIZIA È (S)FATTA
Estratto dell’articolo di Giuseppe Legato per “la Stampa”
Il […] procuratore di Napoli Nicola Gratteri. Certo fa effetto sentirgli dire in risposta al senatore Maurizio Gasparri, in Commissione parlamentare antimafia […] «Voi state perdendo tempo, avete fatto riforme che rallentano il lavoro di procure e tribunali». Ancora: «Ci state solo facendo perdere tempo e le parti offese, la gente che denuncia, avrà giustizia in ritardo».
L'audizione è di ieri pomeriggio e seguendo le due ore di j'accuse a tutto ciò che non funziona verrebbe da dire che giustizia è (s)fatta. […] Non solo contro le riforme - con la premessa «che il cane con le gambe storte nasce col governo dei migliori (esecutivo Draghi ndr)» - ma sulla gestione delle carceri, sul personale in forza negli uffici giudiziari, sugli investimenti legati alla tecnologia nel contrasto a criminalità e mafie.
NICOLA GRATTERI - INSEDIAMENTO A CAPO DELLA PROCURA DI NAPOLI
Il carcere duro Nel mazzo delle critiche di Gratteri è finito il Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria "reo" di aver in primis firmato con 11 mesi di ritardo" un protocollo stipulato tra procura di Napoli e medicina legale dell'Asl Napoli centro per intervenire con tempestività sugli strani casi di detenuti "scivolati" dalle scale del carcere. Ma il fatto, pur singolare, è la chiave per aprire il discorso sul 41 bis, il regime penitenziario più duro riservato soprattutto ai capimafia. Per Gratteri è stato sostanzialmente svuotato, «ridotto quasi a uno slogan» negli ultimi anni.
[…] Organico insufficiente L'esempio portato dal procuratore è quello di Napoli, ma i numeri sono sovrapponibili a qualsiasi altro ufficio giudiziario italiano. «Abbiamo 1.440 richieste di misura cautelare, di cui più di mille per reati di mafia, in attesa all'ufficio gip, composto da bravissimi magistrati ma sottodimensionato Se immaginiamo che per circa 700 insiste un pericolo di fuga, il dato è preoccupante. Mancano i cancellieri perché vengono pagati meno di un dipendente di un Comune di 3 mila abitanti […]
NICOLA GRATTERI - INSEDIAMENTO A CAPO DELLA PROCURA DI NAPOLI
Ho parlato personalmente con alcuni componenti del Csm incontrati per caso, ho chiesto di essere sentito in commissione. Mi è stato detto che in tutta Italia è prevista una scopertura del 10%. Ma che ragionamenti sono? Napoli non può essere trattata come Macerata, Larino, Vasto. A Napoli c'è la terza guerra mondiale. Il Csm aveva deciso di non mandare altri magistrati a Napoli, ora forse ne arriveranno tre a fronte dei sette che andranno via».
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