JEAN-MARIE LE PEN ERA CORNUTO - BARBARA COSTA RACCONTA UNA STORIA FAMILIARE FATTA DI SESSO, INTRIGHI, TRADIMENTI E TANTI SOLDI - JEAN-MARIE, MORTO OGGI A 96 ANNI, EBBE DALLA MOGLIE PIERRETTE TRE FIGLIE: MARIE-CAROLINE, YANN E MARINE (CHE LO EPURO' DAL FRONT NATIONAL DA LUI FONDATO NEL 1972). LA DONNA SCAPPO' COL BIOGRAFO DEL MARITO E POSO' NUDA SU "PLAYBOY" - LE SUE TRE FIGLIE SCAPESTRATE PASSARONO LA GIOVINEZZA A ORGANIZZARE FESTE AD ALTO TASSO ALCOLICO FINO A QUANDO YANN RIMASE INCINTA DI MARION. IL PADRE? IGNOTO - IL CASTELLO E I MILIONI EREDITATI DA JEAN-MARIE...
Barbara Costa per Dagospia - 7 maggio 2017
“Voterò Marine: turandomi il naso”: parla così Jean-Marie Le Pen, patriarca d’una famiglia spina nel fianco della politica francese da mezzo secolo. Una storia familiare unica quella dei Le Pen, piena di sesso, intrighi, imperdonabili tradimenti. E soldi. Quello dei Le Pen è un clan dove la fedeltà viene prima di tutto: se tradisci, sei finito.
Jean-Marie Le Pen fonda il Front National nel 1972 e lo finanzia coi pochi soldi della Serp, la sua casa discografica che pubblica i discorsi di Hitler e Mussolini. Ma Jean-Marie è un uomo fortunato: Hubert Lambert, ricchissimo militante del FN, muore e gli lascia tutto, compresa una casa principesca, il castello di Montretout.
marie caroline yann e marine le pen
Vinta la causa contro gli eredi Lambert, Jean-Marie diventa milionario e si trasferisce a Montretout. Da sua moglie Pierrette ha tre figlie: Marie-Caroline, Yann e Marine. Un giorno Pierrette fugge dal castello con l’amante, il “fedele” biografo del marito. Jean-Marie cresce le figlie da solo, tutte e tre belle, biondissime, parecchio cazzute, un po’ scapestrate.
Le ragazze studiano poco, preferiscono le discoteche, organizzano feste ad alto tasso alcolico a Montretout quando Jean-Marie non c’è. Yann rimane incinta: nasce Marion, il padre è ignoto. Poco dopo Yann sposa Samuel Maréchal, un dirigente del FN, che dà il suo cognome alla bambina. Vivono tutti a Montretout. Marion crede che Maréchal sia il suo vero papà, a 13 anni scopre la verità: suo padre biologico è il giornalista Roger Auque.
jean marie marine le pen davanti al loro castello di montretout
Pure Marie-Caroline sposa un fedelissimo del padre, Philippe Olivier. Hanno tre figli e anche loro vivono a Montretout. Marie-Caroline fa politica attiva accanto al padre e al marito fino al “tradimento” del 1998: Marie-Caroline e Philippe appoggiano Bruno Mégret, la sua scissione dal Front National. Jean-Marie Le Pen caccia figlia e genero da casa e dalla sua vita per sempre. Nemmeno le cose tra Yann e Samuel Maréchal vanno bene: lui la lascia per la nipote di un ex presidente ivoriano. Jean-Marie caccia anche quest’altro genero da Montretout e dal FN.
pierrette le pen madre di marine su playboy
Jean-Marie si innamora di Jany Paschos, un’ereditiera greco-olandese. Comincia una dura causa di divorzio da Pierrette che, mostrandosi nuda a 52 anni su Playboy, crede di poter ottenere dall’ex marito più soldi ricattandolo con cattiva pubblicità. Jean-Marie snobba le foto di Pierrette, che perde soldi, reputazione e quel poco d’affetto che le tre figlie abbandonate nutrivano ancora per lei (“Sei un immondezzaio pubblico” la attacca Marine su Paris Match).
Il legame si ricuce molti anni dopo, quando Pierrette è perdonata e addirittura riaccolta a Montretout. E’ Jany Paschos ad andarsene della reggia dei Le Pen. La donna si rivela una vera matrigna: chiama Marine una mocciosa ambiziosa, e per Marine la nuova moglie di papà è solo un parassita.
Marine si laurea in Giurisprudenza e fa l’avvocato. Sposa Franck Chauffroy, attivista FN, e come le sue sorelle lo porta a vivere a Montretout. Hanno tre figli: Jehanne e i gemelli Mathilde e Louis. L’avvocatura non è la strada di Marine: il padre l’ha scelta, è lei la sua erede politica.
Le insegna tutto, ogni astuzia, come parlare, muoversi, di chi fidarsi e no. Alle elezioni presidenziali del 2002 Jean-Marie è al ballottaggio con Chirac: un milione di francesi scendono in piazza contro Le Pen, e Chirac rifiuta con lui ogni confronto televisivo. Il FN ottiene solo il 17% dei voti. Le elezioni successive vanno anche peggio. Inizia l’era Marine, inizia la sua rivoluzione, e il suo tradimento al padre.
yann jany paschos jean marie marine e marie caroline le pen
Per Marine il FN deve cambiare, sdemonizzarsi, togliersi di dosso ogni residuo fascista e antisemita. Via il colore nero da palchi e comizi, dentro il blu marine, basta sproloqui xenofobi, sì a un FN moderno, più moderato, nazionalista, in prima linea nelle battaglie di oggi che non sono più quelle di ieri, quelle di Jean-Marie.
La rivoluzione di Marine uccide l’amore col padre: la sua devozione filiale, il suo “è l’unico uomo della mia vita” che sfiora il complesso di Elettra, va in frantumi. Lui che l’ha cresciuta e plasmata, che si commuoveva in pubblico lodandola (“Marine è una vera femmina, un vero uomo politico”), ora non la riconosce più.
Marine divorzia dal primo marito e trova altri amori, e nuovi mariti, all’interno del FN. Marine apre alle unioni gay, si circonda di collaboratori gay dichiarati che posano nudi su riviste omosex. Per Jean-Marie tutto questo è orrore puro: vede i baffetti di Hitler vezzo sulla vagina della figlia per quei burloni di Charlie Hebdo, e non credo gli sia sfuggito il “parricidio” di Marine su Charlie Hebdo ridotto a materiale fecale.
Nell’ottobre 2014 Marine va via da Montretout: la rottura col padre è totale. Jean-Marie si dichiara politicamente immortale, dice che le camere a gas sono un dettaglio della Storia, e Marine lo caccia dal FN. Al vecchio Le Pen nemmeno la carica di presidente onorario.
Marine Le Pen non rivendica meriti, quote rosa, diritti speciali perché politico-donna. Non si presenta migliore né peggiore dei suoi avversari maschi perché ha tette e vagina. Con lei è bandito ogni sculettamento, ogni posa ammiccante a favore di telecamera. E’ lì con le sue battaglie, giuste o sbagliate, in quanto individuo.
Il suo programma politico è chiaro, le soluzioni tutt’altro: no all’euro, no alla Nato, stop a Schengen e immigrati, sì a Putin (e ai suoi 9 milioni di euro al FN!), no ad una Francia “amante degli USA e prostituta d’emiri panciuti”. Sì (stiracchiato) all’aborto, sì alla pena di morte per assassini, pedofili e stupratori, lotta alle prostitute e non ai clienti.
Marine se ne infischia delle accuse d’istigazione all’odio razziale per le sue frasi verso l’islam, delle critiche per le foto di decapitazioni Isis postate su twitter e per essersi rifiutata d’indossare il velo in Libano. Sa come parlare e spaventare. Ha occupato un posto politico lasciato pericolosamente vuoto, ha fatto suo un odio sociale che altri politici hanno a lungo snobbato, irriso.
Non ci libereremo facilmente dei Le Pen, sebbene per i politologi Marine abbia raggiunto il suo zenit e la conquista dell’Eliseo del toy-boy con la zeppola “non-sono-gay-scopo-Brigitte-da-oltre-20-anni” Emmanuel Macron sia scontata.
marine le pen collaboratore gay
Marion Maréchal-Le Pen, la nipote di Marine, scalpita: ha idee più retrograde sui temi etici (è contro l’aborto, l’eutanasia, le unioni gay) ed è ai ferri corti con la zia. Di se stessa ha detto: “Sono una ricca viziata, non mi sono mai dovuta battere per ottenere qualcosa. Io sono nata già qualcuno”.
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