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IL JET LAG HA LE ORE CONTATE - IL MAL DA FUSO ORARIO ORA SI PUO’ COMBATTERE CON LA TERAPIA DELLA LUCE - “SI TRATTA DI UNA SPECIE DI HACKING CHE INGANNA IL CERVELLO, CONVINCENDOLO CHE IL GIORNO È PIÙ LUNGO"
Simone Valesini per “repubblica.it”
Insonnia, spossatezza, malessere, difficoltà a concentrarsi e affrontare le attività della giornata: tutti sintomi del jet lag, un disturbo del sonno comunissimo quando un viaggio ci porta in un differente fuso orario, ma che presto potrebbe diventare solo un ricordo. Una nuova ricerca della Stanford University, pubblicata sul Journal of Clinical Investigation, indica infatti una nuova terapia che promette di rivoluzionare il trattamento del jet lag.
Si tratta della light therapy (o terapia della luce): flash di luce che colpiscono i nostri occhi ad intervalli precisi senza disturbare il sonno e che permettono di preparare l'orologio interno del nostro organismo al cambio di fuso orario, evitando così l'insorgere del jet lag.
Quando un viaggio ci porta in un fuso orario diverso, l'organismo deve infatti abituarsi ad un nuovo ritmo circadiano, ovvero il ciclo con cui sono distribuite attività fisiologiche come il sonno, la veglia, o l'appetito, nell'arco delle 24 ore.
Per farlo però il corpo impiega tempo: ogni giorno infatti l'organismo riesce a spostare di circa un'ora l'orologio interno che determina il nostro ritmo circadiano. Nel frattempo, fino a che il nostro ritmo circadiano non è allineato a quello del nuovo fuso orario si soffre di jet lag, e dei fastidiosi sintomi che porta con sé.
La light therapy - spiega Jamie Zeitzer, ricercatore di Stanford che ha coordinato il nuovo studio - è pensata per velocizzare la capacità di adattamento del cervello ad un nuovo ritmo circadiano.
Esponendo gli occhi alla luce nel corso della notte è possibile infatti ingannare l'organismo, e convincerlo ad adattarsi ad un ritmo di veglia mentre continua a dormire. "Si tratta di una specie di hacking biologico - sottolinea Zeiter - che inganna il cervello, convincendolo che il giorno è più lungo".
In una serie di studi precedenti, i ricercatori di Stanford avevano già dimostrato che la light therapy è efficace anche se effettuata durante il sonno, perché il cervello registra i cambiamenti di luminosità e aggiusta il nostro ritmo circadiano automaticamente, senza bisogno di essere in stato di veglia.
La nuova ricerca ha testato invece quale modalità di light therapy garantisce i risultati migliori. 39 volontari hanno partecipato ad un esperimento di due settimane all'interno di un laboratorio del sonno, in cui sono stati valutati due differenti metodi di terapia: un'ora di illuminazione continua, e un'ora di illuminazione suddivisa in brevi flash di due millisecondi, ripetuti ogni 10 secondi.
Al termine dell'esperimento i dati raccolti hanno dimostrato che i flash di luce sono in grado di generare uno spostamento del ritmo circadiano paragonabile a quasi due ore in una singola seduta, mentre la luce continua ha un effetto paragonabile a soli 36 minuti di spostamento. Un'efficacia sorprendente, spiegano i ricercatori, che ora apre le porte all'utilizzo pratico della light therapy per contrastare gli effetti del jet lag.
"Nella pratica si tratta di un sistema molto semplice: se devi partire per New York, la notte prima utilizzi la light therapy, e se hai la sveglia alle 8 setti i flash per iniziare alle 5", chiarisce Zeiter. "In questo modo, quando arrivi a New York il tuo organismo ha già iniziato ad adattarsi al fuso orario della costa est".
Quello che immaginano i ricercatori è un sistema portatile: una maschera con led in grado di produrre i flash ad intervalli precisi, controllabile via smartphone da una app con cui settare facilmente il fuso di partenza e quello a cui bisogna adattarsi.