IL KILLER DELL’OREGON - TESTA RASATA E ANFIBI, INTROVERSO E SOLITARIO, CHRIS HARPER MERCER ERA UN RAGAZZO CON UN ATTACCAMENTO OSSESSIVO ALLA MADRE E CON UN DEBOLE PER GLI AMBIENTI NAZISTOIDI - ENTRATO NELL’ESERCITO NEL 2008, ESPULSO DOPO UN MESE - AVEVA 13 ARMI IN CASA
Francesco Semprini per “la Stampa”
Un ragazzo estremamente riservato, con un attaccamento ossessivo alla madre, travestito da militare, appassionato di Ira e con un debole per gli ambienti nazistoidi. E con una consistente quantità di armi in casa. È questo il profilo del killer dell’Umpqua Community College in Oregon, l’autore della strage che ha ucciso nove persone, mentre altre sette versano in condizioni più o meno gravi in ospedale. Un profilo tratteggiato ora dopo ora in maniera sempre più definita, ancora una volta permeato da disagio e follia, sullo sfondo consueto del «far west» delle armi da fuoco.
Testa rasata e anfibi
Chris Harper Mercer, questo il nome del killer, aveva 26 anni, non era uno dei circa 20 mila iscritti al college di Roseburg, ma collaborava a una produzione documentaristica con la scuola di arte drammatica dell’istituto. Era nato in Inghilterra, ma si era trasferito molto piccolo negli Usa, dove aveva frequentato una scuola per ragazzi con difficoltà di apprendimento. Era entrato nell’esercito nel 2008, ma solo un mese dopo ne era stato espulso.
Viveva con la madre, Laurel Harper, in un piccolo appartamento di Torrance, in California. Spesso risiedeva a Winchester, in Oregon, non lontano dal college. I vicini di casa lo descrivono come un ragazzo molto introverso, che vestiva sempre alla stessa maniera, pantaloni verdi «combat» e anfibi militari. Aveva sempre la testa rasata e portava dei grandi occhiali da vista, così come compare nelle immagini dei vari profili social postate su Internet. «Sembrava sempre ansioso», racconta al New York Times un vicino di casa della madre, e proprio con la genitrice sembrava aver un rapporto quasi morboso. «Erano molto uniti, stavano sempre insieme».
Introverso e solitario
Chris non amava parlare di se e quello che si è riusciti a riscoprire del killer è stato raccolto soprattutto su Internet. Il ragazzo nutriva una serie di passioni paramilitari e un senso di repulsione per le religioni organizzate. Nel suo profilo «MySpace» aveva pubblicato foto di membri del Irish Republic Army con fucili in pungo e volti coperti da passamontagna.
Aveva acquistato online alcuni cappelli delle SS, e il suo nick era «Ironcross45», in riferimento - si pensa - alle croci di ferro reintrodotte dal Nazismo. Si definisce, tra i tanti profili, «non religioso ma spiritualista», ma anche «conservatore repubblicano» e contrario alle «religioni organizzate». Ecco spiegato il motivo per cui alle sue vittime, prima di sparare chiedeva di che fede fossero. Era soprattutto un fanatico delle armi, sette recuperate nella sua abitazione più le sei portate al college per attuare il suo piano.
La denuncia
«Siamo tutti comunemente responsabili, è una scelta politica quella che facciamo: permettere, regolarmente, che accada». Barack Obama parla a braccio, commosso e arrabbiato, pronto a riprendere in mano la madre delle sue battaglie interne, quella sul controllo delle armi da fuoco.
«Siamo l’unico Paese moderno al mondo che vede questo tipo di sparatoria quasi ogni mese. Sono diventati una routine - sferza Obama - Di fronte questi episodi che si ripetono le preghiere non bastano». Il presidente chiede al suo popolo di aiutarlo, di dargli quel sostegno forte per riprendere la grande incompiuta, la guerra alla circolazione selvaggia di pistole e fucili. L’ultima grande battaglia della sua lunga presidenza.
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