L'ABITO NON FA L'ATEO: PIÙ DI UN MISCREDENTE SU QUATTRO SI RIVOLGE AL SIGNORE IN TEMPI DI CRISI E DIFFICOLTÀ PERSONALI. LA PREGHIERA COME FORMA DI RIFUGIO DALLA SOLITUDINE È PRATICATA DA OLTRE METÀ DEGLI ADULTI MA SOLO UN TERZO DI QUESTI SI RECA IN CHIESA E MOLTE PERSONE LO FANNO DURANTE LE PULIZIE, GLI ESERCIZI O ANDANDO AL LAVORO
DAGONEWS
Una nuova ricerca condotta in Inghilterra ha svelato che un miscredente su quattro si mette a pregare quando affronta un periodo difficile della sua vita, nonostante il loro professato ateismo.
Per gli atei e gli agnostici, le crisi personali o le tragedie rappresentano infatti la ragione più comune per rifugiarsi in preghiera e cercare conforto nella solitudine.
Più della metà degli adulti prega regolarmente nonostante di questi solo uno su tre si rechi in chiesa per farlo. Un terzo delle persone preferisce farlo al mattino o prima di andare a letto, e sembra che un numero crescente di persone solleciti l’aiuto divino mentre cucina o fa gli esercizi.
Una persona su cinque invece ama pregare mentre fa le pulizie mentre il 15% lo fa trasferendosi al lavoro.
Ma un dato rivelatore, è che solo metà delle persone credono che Dio gli ascolti mentre recitano le loro preghiere.
Tra i vari soggetti, quelle sulla famiglia sembrano avere il predominio tra i
fedeli, tenendo conto che circa il 70% di esse le menziona.
Il 42% dei fedeli ama ringraziare Dio mentre il 40% gli chiede di essere guarito e un altro 40% menziona spesso anche gli amici.
Questi dati, dopotutto, non dovrebbero sorprendere troppo dal momento che riflettono la tendenza naturale dell’uomo verso il mistero e la ricerca dell’amore divino Dio anche in mezzo alle esperienze di vita quotidiana.