
L'ACQUA NEI POZZI, I GAS, LE GALLINE IMPAZZITE: CI SONO DAVVERO DEI MODI PER PREVEDERE L'ARRIVO DI UN TERREMOTO? - MARIO TOZZI: ''LA RICERCA AVANZA, QUALCOSA SI MUOVE, MA AL MOMENTO NULLA È DAVVERO PRECISO O UTILIZZABILE. URAGANI, ERUZIONI, TSUNAMI: LÌ SI PUÒ AVVERTIRE LA POPOLAZIONE. L'UNICA VERA RISPOSTA È LA PREVENZIONE DEI DANNI''
Mario Tozzi per La Stampa
Riusciamo a prevedere con una certa precisione dove atterrerà il prossimo tornado o quando arriverà la piena dell' Arno o, ancora, se il Vesuvio sta per risvegliarsi: perché non riusciamo a predire il momento del prossimo terremoto?
Prima di un' eruzione vulcanica il terreno si rigonfia, avvengono terremoti locali e cambiano temperatura e composizione delle fumarole gassose. Possiamo volare dentro un uragano in movimento e po ssiamo misurare gli spostamenti del terreno prima di una frana, o il ritirarsi di un' onda marina prima di uno tsunami. Quando arriva un terremoto, invece, nessun segno. Perché? La prima risposta è che i fenomeni sismici avvengono a migliaia di metri sotto i nostri piedi e sono esclusi alla nostra osservazione diretta. E anche i segnali indiretti sono spesso deboli e qualche volta contraddittori, nonostante decenni di studi e tentativi.
Prove e analisi
I terremoti non sono ancora prevedibili, cioè non esistono prove sperimentali, ordinate in maniera scientifica e applicabili in ogni zona del mondo, a favore della previsione, certamente non di quella fatta tenendo conto di agitazione di animali e avvertimenti divini o paranormali di persone particolarmente dotate.
È poi largamente sospetto che questo tipo di osservazioni venga comunque sempre fatto dopo i sismi e mai prima. Esiste invece una serie di parametri fisici e chimici del sottosuolo che possono essere tenuti sotto controllo e che cominciano a fornire risposte convincenti in termini di previsione: non sufficienti per conoscere in anticipo l' ora e neppure il giorno del terremoto prossimo venturo, ma abbastanza per fare una soddisfacente prevenzione. Ma investire energie in previsione fa perdere di vista proprio la prevenzione, che resta il vero obbiettivo.
Il livello dell' acqua nei pozzi in aree in cui si approssima un evento sismico sembra variare significativamente, così come sembrano mutare sensibilmente le composizioni e le quantità di gas emessi da fratture in comunicazione col sottosuolo e così come si registrano deformazioni millimetriche, ma costanti, delle rocce.
All' Università di Tokyo i ricercatori giapponesi hanno analizzato le bottiglie di acqua minerale riempite prima del gennaio 1995, data del terremoto di Kobe, e confrontato i risultati con le analisi condotte su bottiglie riempite dopo quella data. Cloro e zolfo sembrano aumentare progressivamente con l' avvicinarsi del sisma. In molte zone del mondo cospicue liberazioni di gas radon dal sottosuolo sembrano avvenire una settimana o un mese prima di un terremoto. Ma, per ora, nulla di più preciso, nulla di utilizzabile.
Il caso cinese
In Cina fu messo in piedi un vero e proprio piano nazionale per la previsione dei terremoti a metà degli Anni 60, poi abbandonato definitivamente negli Anni 90 perché non aveva portato alcun risultato significativo, eccetto che in un caso.
Nel 1975 decine di microscosse di terremoto avevano convinto i sismologi cinesi che la provincia di Haicheng fosse minacciata da un terremoto: in quell' occasione si tenne conto anche di alcuni pretesi segni premonitori dati dagli animali domestici.
Parte della provincia fu sgombrata e il sisma di magnitudo 7,3 Richter, che effettivamente arrivò, rase al suolo la metà delle costruzioni. Diverse decine di migliaia di persone furono così salvate dal terremoto e in molti pensarono che i terremoti si sarebbero finalmente potuti prevedere. In realtà morirono comunque oltre 1.000 persone e i feriti furono quasi ventimila.
E molto della presunta previsione fu dovuto a circostanze casuali, non sistematiche, circostanze che non si verificarono l' anno successivo, quando, nella regione di Tangshan, un forte sisma di magnitudo 8,3 Richter uccise ufficialmente 230.000 persone, realisticamente forse più di 500.000, il terremoto che in assoluto ha provocato più morti al mondo.
La centrale nucleare di Fukushima dopo lo tsunami
Ma fra i non esperti prendono corpo anche altri segni: galline che volano sugli alberi, maiali che si azzannano fra loro, anatre che escono precipitosamente dall' acqua e cani che abbaiano sarebbero segni inequivocabili di un terremoto in arrivo.
Secondo il maestro cinese Tung, alcuni pesci vanno a morire soffocati all' asciutto uscendo dalle acque, mentre i topi lasciano i granai terrorizzati e i serpenti escono dalle tane, nonostante il freddo, e muoiono. Può anche darsi che qualcuno di questi comportamenti sia da tenere in considerazione, ma, al momento, non è possibile trarne un metodo scientifico e sarebbe dunque bene non tirarli in causa.