stephane bancel vaccino moderna

GLI EFFETTI COLLATERALI DEL VACCINO - STEPHANE BANCEL, AD DI MODERNA, AZIENDA USA PRODUTTRICE DEL SIERO ANTICOVID, HA INCASSATO 200 MILIONI DI DOLLARI RIVENDENDO IN BORSA LE AZIONI DELL'AZIENDA - DALL'INIZIO DELLA PANDEMIA, HA MESSO IN VENDITA TUTTI I GIORNI UN PICCOLO PACCHETTO DELLE SUE STOCK OPTION. POCA ROBA, CHE NON TURBA L'ANDAMENTO DEL TITOLO, MA CHE GLI FA INCASSARE OGNI MESE 2,8 MILIONI - ECCO IL MOTIVO PER CUI BANCEL HA FRETTA DI VENDERE LE SUE AZIONI

Fabio Pavesi per la Verità

 

stephane bancel

Le ultime vendite portano la data del 2 e 3 maggio scorso. Ventimila titoli Moderna ceduti sul mercato nelle due giornate di Borsa a un prezzo medio di 140 dollari per azione. Fanno un incasso di 2,8 milioni di dollari nello spazio di 48 ore. Non male per il venditore che è Stephane Bancel, l’amministratore delegato dell’azienda Usa dei vaccini anti-Covid. Che oltre a occuparsi delle vendite del suo vaccino, passa le sue giornate con la calcolatrice in mano per conteggiare i guadagni pressochè giornalieri che riesce a portare a casa, vendendo le azioni della sua stessa azienda. Tutto lecito per carità, le comunicazioni sono pubbliche, raccolte day by day, dai modelli Form 4 della Sec americana sulle attività di compravendita dei vertici delle società quotate.

 

stephane bancel vaccino moderna

E in genere sono pacchetti di stock option che giungono a maturazione. Bancel però è un raffinato specialista delle vendite dei suoi titoli. Nessuno come lui. Né il collega-concorrente Albert Bourla, grande capo di Pfizer, né Ugur Sahin Ceo di Biontech si sono mai avventurarti a tanto.

 

Già perché il Ceo di Moderna la passione dei guadagni sulle azioni della sua stessa società ce l’ha nel sangue. Incessantemente un giorno si e l’altro pure mette sul mercato qualche migliaio di azioni. Poca roba, che non turba l’andamento del titolo, ma che la dice lunga sulla furiosa voglia di arricchirsi da quell’Eldorado inaspettato che è stata la scoperta e la commercializzazione dell’arma anti pandemia.

 

stephane bancel di moderna

Tanto per dare un’idea, Bancel solo nel mese di aprile scorso ha piazzato sul mercato 16mila titoli di Moderna. Il mese scorso il prezzo dell’azione ha oscillato intorno ai 170 dollari: incasso mensile del suo portafoglio titoli pari a 2,7 milioni in 30 giorni di Borsa. Ma i file Sec che lo riguardano sono pagine e pagine.

 

Già perché il capo dell’azienda biotech Usa, miracolata nei suoi conti dal vaccino, ha cominciato a vendere titoli del gruppo fin dalla prima scoperta del vaccino dalla metà del 2020. Da allora è stato un continuo vendere azioni che nel frattempo volavano in Borsa consentendo guadagni mirabolanti.

 

stephane bancel ceo di moderna

I calcoli sui file depositati alla Consob americana raccontano di vendite per l’intero 2021, l’anno che ha cambiato radicalmente il volto di Moderna grazie al boom del vaccino, per almeno 1 milione di titoli. Sempre piccoli pacchetti, quasi quotidiani, ma che tutti insieme fanno un incasso, sui valori medi del 2021 dell’azione Moderna, per oltre 200 milioni di dollari. Altro che la remunerazione di gente come Tavares o dei big della Silicon Valley.

 

Il tutto grazie al solito pacco sostanzioso di stock option a prezzi pre-decollo in Borsa che consentono plusvalenze a tre cifre percentuali. Del resto come non approfittarne.

 

Moderna che prima del vaccino fatturava pochi milioni di dollari ed era in perdita, ha visto il 2021 concretizzarsi un vero e proprio exploit, di quelli che capitano una volta sola nella vita. Dai 30 dollari cui valeva il titolo pre-covid, l’azione è salita a razzo tra metà del 2020 e l’estate del 2021 fino a sfiorare i 500 dollari. Letteralmente un’esplosione guidata dal fatturato che decollava. Basti pensare che Moderna nel 2021 ha fatto ricavi (praticamente solo dal Covid) per la bellezza di 18,4 miliardi con un utile netto di ben 12 miliardi. Vuol dire che il 66% di tutti i ricavi si sono trasformati in profitti. Mai vista una profittabilità così eclatante. Neanche tra i giganti del web. E così sull’onda di un successo senza limiti, il titolo è stato preso d’assalto.

 

stephane bancel ad di moderna

E qui il nostro Ceo, Stephane Bancel, ha deciso che era il momento di prendere parte alla festa. Non solo per il maxi-stipendio che già incassa, ma con il più spregiudicato trading sulle sue stock option che, trasformate in azioni e vendute, hanno consentito guadagni per oltre 200 milioni in un solo anno.

 

Ma ora Bancel ha fretta più che mai: il titolo dal picco dei quasi 500 dollari ha preso la via della discesa dall’autunno scorso. Ora quota meno di 140 dollari con uno sboom dai tempi d’oro di oltre il 70%. Meglio quindi continuare incessantemente a vendere, prima di un ulteriore calo. Tra gennaio e febbraio altre 32mila azioni messe in vendita. A prezzi che da 200 dollari sono via via scesi a 150. Fate una media e avrete un incasso di 5,6 milioni di dollari.

 

stephane bancel

Bancel deve essere molto metodico dato che, come vedete, l’incasso medio è sempre intorno ai 2,8 milioni al mese. Ora oltre a continuare a guadagnare sul suo stesso titolo deve anche pensare a come risollevare Moderna dal crollo di Borsa. Dovuto come sempre accade sul mercato finanziario alle attese sul futuro.

 

Moderna ha continuato a sfornare utili certamente, ma a un ritmo minore. Nel primo trimestre del 2022 ha fatto ricavi, sempre dal vaccino Covid, per 6 miliardi. Non c’è traccia quindi di frenata, dato che per l’intero anno si prevedono vendite per oltre 22 miliardi con utili per circa 14 miliardi. Ma la Borsa guarda più lontano e prevede che il ciclo di vita delle vaccinazioni di massa tenderà a calare man mano che la pandemia diverrà endemia.

 

vaccino anti coronavirus di moderna

E così il consenso di mercato, raccolto da S&P Global market intelligence, vede una fortissima decelerazione di ricavi e utili l’anno prossimo. Non si sa se la Borsa avrà visto giusto, ma intanto ecco l’adeguamento al ribasso del valore di Borsa. Se Bancel vuole continuare a far fruttare le sue stock option che ha ancora in portafoglio deve puntare a un ritorno al rialzo del titolo.

 

L’unica cosa che può risospingere in alto Moderna sono le nuove formulazioni del vaccino contro le nuove Omicron, le nuove quarte dosi, e o nuove varianti che riaprano le campagne vaccinali di massa. Intanto la prima mossa è stata la richiesta alla Fed e all’Ema per il vaccino per i bambini sotto i 6 anni di età.

 

coronavirus vaccino moderna 2

Si sposta sempre più in basso l’asticella per creare nuovo mercato. Andrebbe però ricordato che il vaccino (non solo quello di Moderna) ha sì tamponato la pandemia, soprattutto nell’evoluzione verso i casi gravi e le ospedalizzazioni, ma non è certo stata un’opera di beneficienza.

 

Basti vedere i numeri incredibili dei bilanci di Moderna (e anche di Pfizer coma Verità&Affari ha già raccontato). Solo nell’anno del boom, il 2021, Moderna ha incassato 18,4 miliardi dal suo vaccino. Sapete quanto è costato produrlo? Tra spese di ricerca, sviluppo, distribuzione e spese generali il costo complessivo è stato di soli 5,1 miliardi. Che significa meno del 30% degli incassi, con un margine di profitto operativo di ben 13,2 miliardi pre-tasse.

 

moderna vaccino coronavirus

Una redditività industriale di oltre il 70% è un record assoluto tra tutte le aziende di tutti i settori. E anche il primo trimestre del 2022 vede lo stesso trend. Ricavi per 6 miliardi e costi solo per 1,8. Il resto è tutto profitto. Alla faccia di quei Capi di Stato e di Governo e alle numerose organizzazioni della società civile di tutto il mondo che chiedevano a gran voce “no profit on pandemic”, sollecitando i produttori di vaccino a una moratoria sui brevetti o quanto meno a un prezzo di mercato equo che permettesse di vaccinare senza indebitare troppo gli Stati e i Governi acquirenti. Messaggio del tutto inascoltato da parte di Bancel che voleva cavalcare a tutti i costi il suo nuovo grande Eldorado.

Ultimi Dagoreport

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...