donald trump - chiusura campagna elettorale a miami-57

TONIGHT IS THE NIGHT: L’AMERICA OGGI SCEGLIE SE MANDARE A CASA TRUMP – IL CLIMA NON È DISTESO: I MILITARI HANNO RECINTATO LA CASA BIANCA, I NEGOZI NELLE CITTÀ HANNO BARRICATO LE VETRINE CON PANNELLI DI LEGNO – IL PRESIDENTE USCENTE CONTESTERÀ DAVVERO I RISULTATI SE NON VINCE? IL GUAIO DEI VOTI POSTALI: SONO UNA MAREA (100 MILIONI) E CI POTREBBERO VOLERE GIORNI PER AVERE IL VERDETTO

 

la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 75

1 – L'AMERICA AL VOTO TRA CODE E ATTESA BARRIERE ANTI-SACCHEGGI NELLE CITTÀ

Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

Ci siamo. Oggi l' America sceglie se confermare Donald Trump o cambiare stagione, mandando Joe Biden nello Studio Ovale. Il Paese si avvicina alle urne in un clima ansiogeno, attraversato da sinistri presagi. Vedremo quanto fondati. Ieri mattina la vita scorreva normalmente nella zona della Casa Bianca. Pochi turisti, qualcuno a spasso con il cane nei giardinetti che guardano verso il colonnato.

la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 48

 

Ma in queste ore i militari provvederanno a recintare l' intera residenza, chiudendo anche il Parco Lafayette con le stesse reti utilizzate all' inizio di giugno, nei giorni delle proteste contro la violenza della polizia, degli agenti a cavallo spediti da Trump contro i manifestanti e delle devastazioni notturne.

 

Al tramonto, Washington si svuota. Un po' per il Covid, un po' per la paura di disordini e saccheggi. L' altra notte, nelle vie dei del centro e della movida, venivano scaricati camion interi di pannelli in legno, da applicare alle vetrine dei negozi, delle banche, degli alberghi. Preparativi frenetici in corso pure in altre metropoli americane.

 

i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 13

A New York, specie sulla Quinta Strada a Manhattan; ma anche nelle città più defilate, come, per esempio Columbus in Ohio, dove abbiamo visto sigillare praticamente tutta la zona di downtown.

 

Finora le operazioni di voto si sono svolte in modo ordinato. Lunghe code ovunque, dall' Arizona alla Pennsylvania. Tuttavia si moltiplicano le notizie inquietanti. Domenica una delle carovane di macchine organizzate dai supporter di Trump ha bloccato un' arteria a scorrimento veloce e il Ponte Mario Cuomo nel New Jersey.

joe biden 2

 

A Richmond, in Virginia, urla e insulti a distanza tra trumpiani a attivisti di Black Lives Matter, nei dintorni della statua di Robert Lee, il comandante dell' esercito sudista nella Guerra civile. Venerdì scorso in Texas, sulla strada tra San Antonio e Austin, un altro corteo di vetture ha cercato di far sbandare un pullman con a bordo fan di Joe Biden. L' Fbi ha aperto un' indagine. Trump ha twittato: «Amo il Texas e l' Fbi dovrebbe indagare sugli anarchici di Antifa». E così via.

 

Episodi isolati o un anticipo di ciò che potrebbe accadere nei prossimi giorni?

BARACK OBAMA CON JOE BIDEN A FLINT IN MICHIGAN

Molto dipenderà dall' atteggiamento di Trump. Da stasera a tarda notte l' attenzione si concentrerà sul presidente.

 

Trump rientrerà dagli ultimi comizi e aspetterà i primi risultati alla Casa Bianca, dove è stato organizzato un «party» con centinaia di invitati, ignorando, ancora una volta, le raccomandazioni anti-contagio degli scienziati.

 

i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 12

Il leader americano continua ad alimentare tensioni, lasciando capire di aver già pronta una robusta «squadra di avvocati» per contestare i risultati in alcuni Stati chiave, come la Pennsylvania. Domenica sera il sito Axios aveva rivelato che Trump avrebbe confidato ad alcuni dei suoi consiglieri informali che il 3 novembre si sarebbe dichiarato vincitore delle elezioni, nel caso «fosse stato avanti», senza aspettare il resoconto finale.

 

il canestro di barack obama dall angolo 2

Il presidente ha fatto smentire dai suoi portavoce, ma resta l' incertezza sulle prossime mosse. Il conteggio delle schede sarà farraginoso e le procedure varieranno da Stato a Stato. Per il momento hanno già votato 97,5 milioni di americani: una soglia record, pari ai due terzi degli elettori nel 2016. Il problema è che gli uffici sono stati sommersi da 60,5 milioni di schede inviate per posta.

 

La Pennsylvania, per esempio, continuerà ad accettare plichi postali fino al 6 novembre, a patto che siano stati spediti entro il 3. In Florida, North Carolina e Arizona, invece, la conta dei voti anticipati è già iniziata. Da lì quindi, potrebbero arrivare nella tarda notte americana (mattino in Italia) i primi risultati semi-definitivi. Per restare alla Casa Bianca Trump dovrà prevalere in tutti e tre questi Stati e viceversa a Biden potrebbe bastarne uno per ipotecare la vittoria.

 

la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 40

2 – STATI CHIAVE, ORARI E DELEGATI: COSA GUARDARE NELLA SERATA ELETTORALE

Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

Dall' inviato a Wilkes Barre Pochi si aspettano di conoscere il nome del presidente americano già stasera, quando chiuderanno le urne, e molti temono lunghe e destabilizzanti battaglie legali. Se però arrivassero responsi chiari immediati, ad esempio con la vittoria di Trump in Pennsylvania, oppure le sorprese di Biden in Florida, Georgia, North Carolina, Ohio, intorno alle 2 del mattino italiano del 4 novembre potremmo sapere chi abiterà alla Casa Bianca.

 

la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 65

Oltre 95 milioni di elettori hanno già votato prima dell' apertura dei seggi, via posta o di persona, ossia circa il 70% dell' affluenza complessiva del 2016. Secondo la media dei sondaggi di RealClearPolitics, alla vigilia Biden era avanti del 6,5% a livello nazionale e del 2,9% negli Stati chiave. Meglio di Hillary, dunque, ma non abbastanza per essere sicuro di vincere.

 

Trump poteva ancora ripetere la rimonta di quattro anni fa, grazie al voto timido e silenzioso che non viene intercettato dai rilevamenti di opinione, ma si manifesta massiccio alle urne.

 

il canestro di barack obama dall angolo 1

Il primo Stato decisivo a chiudere i seggi stanotte è la Georgia, alle 19 della costa orientale, cioè l' 1 del mattino in Italia. Lo spoglio qui dovrebbe essere veloce, perché la conta dei voti postali era cominciata il 19 ottobre, e solo quelli spediti dall' estero possono arrivare dopo 3 novembre. Se il risultato non fosse troppo ravvicinato, e a sorpresa vincesse Biden, significherebbe che c' è una valanga in corso a suo favore. Se invece prevalesse Trump, saremmo nella normalità.

i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 15

 

Alle 19,30 chiudono North Carolina e Ohio, dove però i voti "absentee", cioè quelli degli assenti espressi per corrispondenza, potranno essere contati fino al 12 e 13 novembre. Anche qui, se Joe vincesse la corsa alla Casa Bianca sarebbe finita, mentre un successo di Donald rientrerebbe nella norma delle aspettative.

HUNTER JOE BIDEN

 

Alle 20, le 2 del mattino in Italia, chiudono Pennsylvania, Florida e New Hampshire. Nel primo stato del "blue wall" democratico si potranno contare i voti postali fino al 6 novembre e molti si aspettano dispute legali. Se però Trump vincesse subito la sua conferma sarebbe quasi garantita, così come se strappasse il New Hampshire ai rivali.

 

Se invece Biden riprendesse lo stato in cui è nato o la Florida, dove lo spoglio sarà rapido se non si ripeteranno i guai del 2000, la Casa Bianca sarebbe sua. Alle 21, le 3 del mattino in Italia, chiudono Michigan, Wisconsin, Minnesota, Arizona e Texas, tutti abbastanza rapidi, anche se i voti absentee possono essere contati fino a venerdì. Se Donald rivince Michigan e Wisconsin, o strappa il Minnesota ai democratici, resta presidente. Se Joe riprende gli Stati del blue wall, e conquista l' Arizona o il Texas, diventa imbattibile.

la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 60

 

Alle 22, le 4 del mattino in Italia, chiudono Iowa e Nevada. Trump deve vincere il primo, e Biden il secondo: se uno dei due manca il proprio obiettivo è sconfitto. Ieri la campagna di Donald ha lasciato intendere che lui potrebbe dichiarare la vittoria già stasera, se sarà avanti nella conta dei voti espressi ai seggi, anche se lo spoglio di quelli per corrispondenza non sarà completato.

la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 19

 

La ragione è che teme di perdere a causa delle schede postali, e quindi cerca di squalificarle con tutti i mezzi, incluse le cause legali. Se non ci sarà un vincitore chiaro, e la sfida si trasferirà nei tribunali, passeranno settimane prima di conoscere il risultato. Perciò molte città, e la stessa Casa Bianca, hanno preparato difese da eventuali violenze. Trump ha detto che conta sull' aiuto finale della Corte Suprema, dove ha nominato tre giudici. Stanotte la maratona elettorale si può seguire integralmente sul sito della Stampa e sui nostri canali social.

i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 14la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 43la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 49la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 57la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 69la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 55la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 41la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 18la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 25la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 32i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 7i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 11la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 72la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 61la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 58la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 66i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 1la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 33la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 27la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 26la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 73la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 67la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 63la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 77la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 76la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 62la chiusura della campagna elettorale di trump a miami 74i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 22i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 21i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 3i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 20i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 2i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 18i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 19i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 6i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 16i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 4i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 5i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 17i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 9i negozi di new york si barricano in vista delle elezioni 10

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...