marijuana

L'APPELLO DEL “BRITISH MEDICAL JOURNAL”: “BISOGNA LEGALIZZARE LE DROGHE. IL REGNO UNITO È ORA IL PIÙ GRANDE ESPORTATORE AL MONDO DI CANNABIS LEGALE, MA L'USO RICREATIVO E MEDICINALE È CRIMINALIZZATO. IL COMMERCIO DI DROGHE VALE 236 MILIARDI: INVECE DI ALIMENTARE IL CRIMINE, PERCHE’ NON USARE QUEI SOLDI PER FINANZIARE I SERVIZI PUBBLICI?”

Da “Libero quotidiano”

 

MARIJUANA

Depenalizzare tutte le droghe, bloccando così un proibizionismo che rappresenta una seria minaccia per la salute pubblica. Non lo sostengono solo i fan della cannabis o i partiti, come i Radicali, che hanno fatto una battaglia su questo tema.

 

Ma a dirlo è l'autorevole British Medical Journal, rivista della British Medical Association, che ha invitato i medici britannici a far sentire la propria voce, criticando duramente le previsioni di spesa per la repressione del commercio e uso delle droghe illegali nel Paese. «La guerra alla droga costa a ogni contribuente del Regno Unito circa 400 sterline all' anno», ha scritto nell' editoriale Fiona Godlee, direttore della rivista. «Il Regno Unito è ora il più grande esportatore al mondo di cannabis legale, ma l' uso ricreativo e medicinale è criminalizzato.

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La Scozia ha il più alto tasso di morti per droga in Europa, il doppio rispetto a 10 anni fa. Il commercio mondiale di droghe illecite vale 236 miliardi di sterline, ma questo denaro alimenta il crimine organizzato e la miseria. Perché», si chiede, «non dovrebbe invece finanziare i servizi pubblici?». Per il Bmj le leggi sulla droga stanno danneggiando la salute. «Criminalizzare le sostanze», ribadisce, «alimenta un traffico illecito che mette in pericolo chiunque sia coinvolto».

 

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Non è la prima volta che il giornale inglese prende posizioni scomode (è favorevole all' eutanasia), e stavolta sulla droga libera ha riscosso i consensi di parecchie associazioni mediche. «Non si tratta di stabilire se la droga è una cosa buona o cattiva», si legge nell' editoriale, «è una posizione basata sull' evidenza scientifica, in linea con un approccio di salute pubblica al crimine violento».

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